Vita da prete. Intervista a Don Gigi Carfagnini

“Mi fido”: Don Luigi Carfagnini, alias “Don Gigi”, ci interrompe così mentre gli spieghiamo al telefono perché l’abbiamo contattato e su cosa verterà l’intervista: capire come è scandita, nel 2023, la giornata tipo di un sacerdote. “Una volta un rappresentante mi ha fatto la stessa domanda e quando ho provato a dargli una risposta ha concluso: allora sei un po’ come me! Anche tu sei sempre in movimento da un posto all’altro” ci racconta Don Gigi, che a Bolzano è parroco della chiesa dedicata a Madre Teresa di Calcutta, nel quartiere Firmian, e al Corpus Domini, nel quartiere Don Bosco. Lo confessiamo: ci saremmo aspettati racconti di messe mattutine e preghiere, e invece… “certo la preghiera scandisce i tempi della mia giornata, che però devo incastrare con gli impegni e gli incontri, che si svolgono per lo più di sera. In genere arrivo a fare la “compieta”, l’ultima preghiera del giorno, a mezzanotte” continua Don Gigi.

In effetti, quando ci racconta le attività della sua giornata, la parola chiave è “incontro”, con le persone di ogni età: oratorio e catechesi al pomeriggio, ma anche visite a gruppi seguiti da laici e adulti; a sera riunioni, dagli scout ai gruppi parrocchiali, ma anche visite “alle famiglie, che mi aspettano, e incontri con singole persone, quando mi cercano per un aiuto. La presenza è importante, la gente ha bisogno di un confronto e soprattutto vedo che in molti hanno la necessità di raccontarsi”. Anche se, ammette, “non sono un grande campione nell’ascolto”. Eppure, durante la pandemia aveva messo due sedie fuori dalla parrocchia, all’aperto, per poter parlare con i fedeli. A parte le riunioni e le attività con i gruppi, le persone si rivolgono a Don Gigi per avere i consigli più diversi, ad esempio sui figli e l’educazione, ma più spesso per le grandi domande universali ovvero “il senso della vita, dell’essere al mondo”. Ma “la situazione più difficile è il lutto, quando ci si trova di fronte a morti impreviste o tragedie, ad esempio situazioni delicate con genitori che perdono i figli. È difficile mostrare che c’è speranza, la presenza di dio nella vita… spesso si crea una spaccatura che rimane, c’è il dolore e la rabbia, e si dà la colpa a dio”.

Un supporto spirituale, che però è diverso da quello psicologico “le persone sanno distinguere e affrontare autonomamente percorsi psicologici”, precisa Don Gigi, che nella sua parrocchia tiene vivo un Oratorio molto frequentato dai bambini e ragazzi per il doposcuola, ma anche dagli adolescenti. “c’è una comunità molto forte a Firmian, è una sorta di ‘paese’ nella città. Le attività dell’Oratorio- aperto da lunedì a venerdì- sono possibili grazie ai volontari e alle volontarie che fanno un grandissimo lavoro, pensi che in otto anni non abbiamo mai chiuso nemmeno un giorno”. E pazienza se capita, come durante le scorse vacanze di Natale, che il cellulare di Don Gigi squilli alle 11 di sera e gli tocchi aprire l’Oratorio per i ragazzi “Mi hanno chiamato…erano fuori al freddo …”. Quando chiediamo cosa si fa in un Oratorio nel 2023 siamo confermati nell’immaginario, con grandi classici come: calcetto, ping-pong e freccette, ma anche cucito e bricolage. Pensiamo ad una specie di centro giovanile, anche se la differenza è che “è un ambiente educativo, in cui si impara a crescere con il gioco”, puntualizza Don Gigi.

Un momento di gioco all’Oratorio Madre Teresa di Calcutta

Ma all’Oratorio non mancano eventi “extra” dedicati agli adulti, come, ad esempio, la cena di San Valentino “è bello vedere queste coppie che hanno ancora voglia di essere innamorate, ma al posto loro me ne sarei andato lontano da tutti, avrei preferito una cena a lume di candela”, ci racconta Don Gigi. E le messe della domenica? “Va a ondate, qui in molti lavorano all’ospedale ed hanno turni. E poi d’estate la gente sparisce, appena chiudono le scuole non li vedi più!” sorride Don Gigi. In queste situazioni di incontri reali, che ruolo hanno i social? “Guardi, ho un profilo Facebook, in cui non posto molto, ma è stato utile durante la pandemia. Invece non ho WhatsApp, non ce la farei a stare dietro ai gruppi”. E il tempo libero, le vacanze? È relativo, non ce n’è tanto, quando posso vado un paio di giorni fuori città, da mia sorella a Parma, o a trovare qualche amico sacerdote, o a Bressanone, a leggere”. Ripensiamo alle tante persone che Don Gigi si trova ad incontrare gli chiediamo cosa manca “In generale, maggiore serenità e, come dice il papa, avere più speranza. A me sembra che le persone delle generazioni precedenti, che hanno vissuto la guerra, ne avessero di più, mentre oggi la gente è più arrabbiata”. Finiamo in leggerezza chiedendogli se si interessa di calcio “Si, ma non seguo le partite…” -ma tiferà pur per qualche squadra, lo esortiamo  – “sono juventino”, ammette.

Caterina Longo

Immagine in apertura: Don Gigi Carfagnini davanti alla sua parrocchia dedicata a Madre Teresa di Calcutta.

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