Vipitenesi, la storia della comunità italiana raccontata in un libro

“Chi è venuto e rimasto a Vipiteno, è arrivato con l’intenzione di costruire qualcosa, oppure per la necessità di mantenere una famiglia”: è una delle testimonianze che meglio racconta il libro “Vipitenesi. Storia di una comunità dalle origini al dopoguerra”, frutto di un progetto nato nel 2017, su iniziativa di Ciro Coppola e Giulio Todesco, con una raccolta di fotografie che raccontano lo sviluppo della comunità italiana vipitenese a partire dal primo dopoguerra sino agli anni cinquanta. Il volume, pubblicato per iniziativa del Comitato educazione permanente di Vipiteno, è stato curato da Caterina Fantoni, insegnante e studiosa che vive a Modena, ma originaria della cittadina dell’Alta Val d’Isarco. Il risultato è un lavoro articolato che, accanto alla contestualizzazione storica, propone le testimonianze di chi ha memoria diretta o conserva le tracce delle origini della comunità italiana a Vipiteno. Il libro, 300 pagine, è corredato da numerose immagini d’epoca raccolte tra i vipitenesi che hanno anche dato vita ad un archivio fotografico digitale con oltre 1.700 foto. Vengono pubblicate, anche le schede biografiche di oltre 130 famiglie italiane arrivate e stabilitesi a Vipiteno tra la fine dell’Ottocento ed il 1955.

 

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Le fotografie restituiscono il ritratto di una comunità dagli inizi, perché questa è una storia che ha un inizio preciso: con il Trattato di Pace di Saint-Germain-en-Laye, il 10 settembre 1919, si sanciva il definitivo passaggio del Tirolo meridionale all’Italia. Prima di allora i Vipitenesi non esistevano. Per addentrarsi in quello che di fatto è il ritratto soggettivo di una comunità, bisogna tenere a mente che ha origine da uno strappo e bisogna inoltre considerare che il punto di rottura era doppio: per gli Sterzinger che subivano nella propria città un cambiamento drastico e per i nuovi Vipitenesi che lasciavano luoghi, case e affetti, facendo spesso un salto nel buio.

Vipitenesi

“Ciò che accomuna tutti loro – spiega Caterina Fantoni – non è tanto l’appartenenza a un gruppo linguistico o a un altro: non è il senso di appartenenza alla ‘comunità italiana’, quanto piuttosto un passato analogo. Un passato in cui tanti di quelli che arrivavano a Vipiteno spesso facevano un salto nel vuoto, nell’esperienza comune di chi, superate due guerre, ha fatto ogni sforzo possibile per garantire ai propri figli una vita agiata”. Tutte le foto si possono vedere sul sito del progetto.

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