Oltre i confini (e le lingue): la toponomastica ai tempi di Google Maps

A un anno dalla prima puntata (era il 16 febbraio 2019), Alto Adige Doc torna ad occuparsi di un argomento che ha appassionato giornalisti e politici locali per decenni: la toponomastica. Fino a qualche anno fa, infatti, la ricerca spasmodica della polarizzazione delle opinioni era limitata ad alcuni argomenti precisi, Solo in anni recenti, i media, soprattutto in Italia, hanno puntato decisamente sulla polarizzazione e la toponomastica ha oggi concorrenti più stimolanti. Un processo che si è diffuso a macchia d’olio grazie alla scelta di temi e titoli che hanno spinto i lettori a intervenire e a dire la propria (o quella del proprio gruppo, partito o tifoseria, di appartenenza) su praticamente ogni argomento.

Ma se oggi in Alto Adige la toponomastica appare come un tema noioso e superato, è grazie, soprattutto, alla capacità di alcuni leader politici in ossessionante ricerca di visibilità, di selezionare argomenti sempre nuovi, in grado di dividere l’elettorato, il pubblico, i lettori. Come qualcuno ricorderà, questa rubrica si era già occupata di toponomastica. Lo aveva fatto a marzo scorso per mostrare come l’inglese stessa rapidamente prendendo piede da queste parti a scapito delle due maggiori lingue della provincia.  Ma se ci torniamo oggi, è proprio per mostrare come il mondo si confronti con le questioni locali in grado di polarizzare l’opinione pubblica.

Lo facciamo partendo da un articolo del Washington Post intitolato: “Google ridisegna i confini delle mappe a seconda di chi sta guardando“. Nell’articolo scritto da Greg Bensinger, specialista in algoritmi e intelligenza artificiale del quotidiano di proprietà di Jeff Bezos, viene evidenziato, per esempio, come agli utenti di India e Pakistan vengano mostrate mappe diverse della regione del Kashmir  – contesa da decenni dai due paesi – a seconda del paese da cui si collega l’utente. Chi visita Google Maps dal Pakistan vede, infatti, i confini del Kashmir segnati da una linea tratteggiata, chi la vede dall’India, invece, trova un confine segnato dalla tipica linea continua che evidenzia l’inclusione completa del territorio all’interno dei confini indiani.

Discorso molto simile per la Crimea, contesa tra Russia e Ucraina, e per il Sahara Occidentale, conteso dal popolo Saharawi al Marocco. Seppur di sfuggita, l’articolo del Wp si occupa anche del nome assegnato a determinati territori. Lo fa riferendosi alle Falklands, isole al centro di una breve ma intensa guerra tra Argentina e Regno Unito nel 1982. Agli utenti argentini le isole appaiono anche con il nome spagnolo di Islas Malvinas, agli utenti britannici solo come Falkland.

Ma come funziona in Alto Adige/Südtirol?

Come molti lettori sapranno già, i sudtirolesi che hanno Google (o Android) impostato sulla lingua tedesca vedono i toponimi delle città della provincia di Bolzano in tedesco e gli italiani in italiano.

Ma, notoriamente, il diavolo si nasconde nei dettagli. Ecco alcuni esempi: se un utente italiano di Google maps digita Bozen sulla sua maschera di ricerca, finisce per visualizzare una mappa di Bolzano totalmente in italiano e totalmente monolingue.

Un utente di lingua tedesca vede, invece, una mappa di Bozen grosso modo bilingue. Per esempio vede Via Milano/Mailandstrasse incrociarsi con via Brescia non con Bresciastrasse. Come precisatomi da un amico sudtirolese “In generale è’ uno strano mix, ma la gran parte è in tedesco”.

A complicare ulteriormente le cose è il livello di zoom della visualizzazione. A volte i toponimi delle strade compaiono in lingua tedesca solo quando si zooma con grande precisione, da più lontano compaiono solo in italiano. Per esserne certi abbiamo compiuto il test sulla mappa in tedesco di San Leonardo in Passiria/St. Leonhard in Passeier città natale di Andreas Hofer.

In questo caso è difficile comprendere il senso: alcune strade compaiono solo in tedesco, alcune solo in italiano e aumentando lo zoom solo alcune strade ripresentano il toponimo bilingue.  Ma cosa succede se a osservare la mappa è un utente britannico? Bene, in questo caso, arriva finalmente il bilinguismo ma per alcune strade esclusivamente quando si zooma in maniera decisa.  In sintesi, Google maps sembra insegnarci che per comprendere la realtà occorra uscire dalle logiche identitarie, scegliere la giusta distanza dalle cose e sentire un parere “terzo” .  Lo sapevamo già, ma grazie.

A complicare ulteriormente le cose ci sono le versioni in altre lingue. Per esempio, quella francese non ha la stessa attenzione al bilinguismo ed è quasi interamente in italiano.

I motivi di queste differenze ce li spiega il già citato articolo del Washington Post: «Nei paesi in cui disponiamo di versioni locali di Google Maps, seguiamo la legislazione locale quando visualizziamo nomi e confini ma le mappe di Google possono anche essere riviste da un gruppo di appassionati noti come guide locali che possono inviare suggerimenti per modifiche, che spesso vengono implementate automaticamente». Insomma, a quanto pare, almeno per quel che riguarda molte strade del Sud Tirolo, qualche local guide vicino ai Süd-Tiroler Freiheit sta battendo la fiacca. Facile ironie a parte,  non è necessario leggere 1984 di Orwell per comprendere come «la realtà stia nella mente degli uomini e in nessun altro luogo». La toponomastica, anche quella 2.0, non fa che ricordarcelo.

Chiudiamo con un’ultima curiosità riguardante le mappe online, questa volta utilizzando Google Earth. Se inserite nella maschera di ricerca Bolzano, la città vi verrà evidenziata con il tipico segnalino rosso, detto anche marker o segnaposto, che ormai tutti conosciamo. Segnalini rossi che conducono a un luogo molto preciso della mappa di Google Earth.

A Bolzano, per esempio, segna esattamente la statua di Walther von der Vogelweide nell’omonima piazza, mentre a Bressanone finisce in un edificio di via Mercato Vecchio. Va peggio a Merano, perché il segnalino è collocato in una rotonda tra via Speckbacher, Ratienstrasse e Corso libertà (anche qui la toponomastica è un “gran mix”). Va molto peggio a Chiusa. Lì, il marker è collocato tre km a nord dal centro di Chiusa, nei pressi di Sagschmöl, mentre nel già citato San Leonardo in Passiria, è collocato in un parcheggio su via Moso, poco dopo il bivio con la Statale 44. A dire il vero, se passate alle modalità street view potrete notare come finisca esattamente su una signora che sta rientrando dalla spesa. A prima vista, non sembra minimamente preoccupata di sapere da quale paese la stiano osservando e tanto meno la lingua che usano.

Massimiliano Boschi

 

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