Tempesta perfetta sulla Negerhütte: si chiamerà solo Capanna Nera

Negerhütte, la Capanna Nera della Val Badia, al centro di una tempesta mediatica perfetta: in tempo di revisione dei simboli coloniali e razzisti il rifugio è finito sotto l’occhio di una petizione online nata in Germania e che, rivolgendosi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ne chiede il cambiamento del nome. Settemila le firme raccolte in pochi giorni. Il rifugio sciistico, molto noto in Val Badia, ha deciso – come annunciato sulla propria pagina Facebook – di rimuovere la scritta tedesca e lasciare solo il toponimo italiano Capanna Nera che chiarisce molto meglio l’origine del nome, dovuta al colore del legno particolarmente scuro.

Negerhütte addio, rimane solo Capanna Nera

Appena sollevatosi il caso i gestori avevano subito preso posizione: «Il nome tedesco deriva dal latino “niger” (nero) e non dal tedesco “Neger” (negro). Gli eventi attuali creano paura, dolore e rabbia in tutto il mondo. Essi portano a mettere in discussione strutture discriminatorie che si trovano in tutti gli ambiti pubblici. Con questo siamo d’accordo, perché porta al cambiamento e alla parità di diritti. Purtroppo, in mancanza di conoscenze migliori, anche la nostra baita di montagna costruita quasi 100 anni fa, chiamata  rifugio “Negerhütte”, sta attraversando il fuoco incrociato». Nonostante questo venerdì la decisione definitiva annunciata sempre con un post in tedesco sul social network: «Dopo gli innumerevoli messaggi che abbiamo ricevuto in questi giorni – per i quali siamo grati a tutti coloro che si sono impegnati per una giusta causa e che ci hanno reso consapevoli della differenza tra intenzione ed effetto – abbiamo deciso di fare un passo che era già previsto da tempo: scarteremo il nome tedesco del nostro rifugio e d’ora in poi useremo solo quello italiano: “Capanna Nera”. Il nome della nostra capanna, che è stata costruita 100 anni fa e che si riferiva al legno nero utilizzato per la sua costruzione, non è più attuale e praticabile semplicemente perché la comprensione del linguaggio, come tutto il resto, è soggetta a cambiamenti storici e la connotazione oggi è diversa da quella del passato. Soprattutto in tempi di sconvolgimenti politici, è importante essere sensibili e non chiudere la mente alle preoccupazioni di chi giustamente si oppone a rapporti di potere secolari. Vogliamo tener conto di queste proteste e dei cambiamenti strutturali con il nostro cambio di nome, che ha effetto immediato».

 

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