Val d'Isarco, ok al riassetto della rete elettrica: saranno demoliti 260 km di elettrodotti

Oltre due anni fa, il 18 giugno 2018, Terna, RFI e la Provincia di Bolzano hanno sottoscritto un Protocollo di Intesa per la realizzazione del piano di riassetto della rete elettrica dell’alta tensione in Val d’Isarco che porterà, tra le altre cose, alla demolizione di 260 chilometri di elettrodotti esistenti. Il piano è stato approvato dalla Giunta altoatesina. Il protocollo si poneva diversi obiettivi ambiziosi: soddisfare le necessità di alimentazione elettrica della nuova infrastruttura ferroviaria in modo efficiente; garantire le potenzialità per lo scambio energetico internazionale nell’ambito dell’unione energetica europea e la sicurezza di approvvigionamento per residenti e per l’economia locale; assicurare l’immissione in rete dell’energia prodotta da fonti rinnovabili in loco, oltre a garantire il rispetto delle esigenze del territorio, della popolazione locale e dell’ambiente.

Per realizzare gli obiettivi, Terna, come detto ha avviato un tavolo tecnico coordinato dalla Provincia Autonoma di Bolzano, al fine di instaurare un proficuo processo di confronto e di concertazione con i territori  della Val d’Isarco interessati dal piano di riassetto delle linee elettriche dell’alta tensione esistenti. “Ciò –  ha sottolineato l’assessore all’ambiente e all’energia Giuliano Vettorato – ha comportato l’ascolto delle esigenze dei cittadini e delle amministrazioni locali sulla base delle quali sono state concertate soluzioni progettuali ampiamente condivise dalla popolazione: il primo passaggio fondamentale era proprio questo: costruire un tracciato più moderno ed efficiente attraverso un ampio lavoro di condivisione fra i sette comuni interessati dal progetto”.

 

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Terna, nel corso di un progetto di partecipazione durato quasi due anni e svoltosi in più fasi, ha analizzato le osservazioni ricevute dai cittadini e dalle amministrazioni locali ottimizzando conseguentemente la fascia di fattibilità del piano di riassetto recependo – ove tecnicamente possibile – tutte le richieste.  “Il protocollo – ha ricordato il presidente Arno Kompatscher, definendo l’ntero progetto di importanzza “secolare” – traeva la propria origine da una richiesta di connessione elettrica fatta a Terna da parte di RFI/BBT per l’alimentazione elettrica della linea ferroviaria ad Alta Velocita nell’Alta Val di Isarco. Invece dopo questo processo partecipativo si è arrivati ad un’opera della quale trarranno vantaggio i cittadini e i territori”. Gli investimenti previsti da Terna sono nell’ordine dei 250 milioni di euro.

Alla conclusione del processo di concertazione, la Provincia ha proposto di avviare un procedimento di Valutazione ambientale strategica (VAS) provinciale, basato su uno studio di fattibilità del piano, allo scopo di garantire la massima partecipazione anche degli uffici provinciali al processo decisionale e di indirizzare il progetto tenendo conto di approfondite valutazioni ambientali.

“Lo schema rete ipotizzato – ha spiegato il direttore della ripartizione ambiente ed energia, Flavio Ruffini.  – consiste nella necessità di connettere dalla rete 220 kV le nuove stazioni RFI di Fortezza e Ponte Gardena che alimenteranno la trazione ferroviaria ad alta capacità tra Italia e Austria attraverso il tunnel di base del Brennero”. Trattandosi di un tracciato di massima, il piano di riassetto, nella fase di progettazione di dettaglio, potrà avere ancora qualche modifica. In particolare, sono ancora da stabilire le esatte posizioni dei tralicci. A fronte della realizzazione di quanto sopra descritto, si procederà ad un’ampia razionalizzazione delle linee elettriche presenti in Val d’Isarco: saranno eliminate sei linee tra Bolzano e Bressanone e tre linee tra Bressanone e Le Cave. Si stima che saranno demoliti circa 260 chilometri di elettrodotti esistenti a 132 kV, con numerosi vantaggi in termini di diminuzione della pressione delle infrastrutture elettriche sul territorio, riduzione delle aree asservite, opportunità di costruire nuove linee in aree lontane dai centri abitati e progettazione e scelta della localizzazione delle opere condivise.

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