La brutta abitudine del «Los von...» per cercare colpevoli invece che soluzioni

«Rispetto alla gestione della crisi, mi è sembrato che le criticità maggiori a livello locale siano dovute al ritorno di un vecchio modo di pensare. Quello che immagina che tutto possa essere gestito localmente, magari grazie ai contatti personali. L’autonomia speciale è una grande conquista a cui sarebbe folle rinunciare, ma il Covid 19 non ha definitivamente dimostrato che nessuno è così “autonomo” o così “speciale” da poter fare da solo?».

Questa è solo una delle cinque domande inviate al Landeshauptmann Arno Kompatscher per un’intervista che intendeva celebrare la nuova veste di Alto Adige Innovazione e chiudere un anno della rubrica Alto Adige Doc. Una domanda che partiva dal ritardo con cui erano partiti i test sui contagi da Coronavirus in Alto Adige e sulla gestione della mascherine, prima sostituite da bandane che hanno dimostrato una «parentela» con l’assessore alla sanità, poi comprate in Cina grazie ai buoni uffici all’amico imprenditore. Sono soluzioni che si sono mostrate efficaci? Esiste un problema generale?

Secondo gli accordi, le risposte del Presidente della Provincia sarebbero dovute arrivare via email in queste ore, ma alla domanda d’apertura, la risposta è arrivata in anticipo.

Pubblicamente e nei fatti.

Nella serata di lunedì scorso, il Landeshauptmann Arno Kompatscher ha comunicato che «La direzione della Svp ha accettato all’unanimità la mia proposta di introdurre una legge provinciale separata per la progettazione della fase due. Un territorio autonomo come l’Alto Adige non può accettare che, anche dopo la fase acuta dell’emergenza, la nostra intera vita sociale ed economica continui per mesi ad essere regolata da centralistici decreti romani di emergenza. Per noi autonomia significa responsabilità. Vogliamo assumerci questa responsabilità soprattutto in tempi di crisi. Oggi abbiamo anche deciso di porre fine a qualsiasi collaborazione con il governo se la nostra decisione di seguire un percorso autonomo nella fase due non dovesse essere accettata».

In sintesi: sempre più autonomi, sempre più “speciali”.

Una decisione che a molti ha fatto pensare a una riedizione del “Los von Rom”, ma a chi ha orizzonti un pochetto più ampi, ha ricordato i “partiti-Stato” che hanno governato l’Est Europa fino alla caduta del Muro di Berlino.

Perché questa decisione non è stata presa solo all’interno della comunità di lingua tedesca, ma in ambito ancor più ristretto: in una riunione di un partito politico. Per quel che può contare, chi scrive non ha apprezzato una sola decisione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte riguardo alla gestione della crisi del Coronavirus. Gli vanno riconosciute le sacrosante attenuanti generiche e un unico pregio: la calma, che spesso rappresenta la virtù dei forti ma è anche inequivocabilmente una caratteristica dei morti.

Anche le ultime scelte della Giunta Provinciale rispetto all’abolizione di alcune restrizioni sembravano andare nella direzione giusta, ma quel che pensa un giornalista non ha nessuna importanza, il problema è che sembra contare solo quel che pensano gli appartenenti a un partito, quello che nei momenti di crisi risponde sempre allo stesso modo: “Los!”.

Proprio perché la crisi economica avrà contorni ancora inimmaginabili, che senso ha sovrapporle una crisi politica mentre è ancora in corso quella sanitaria? Restano da risolvere ancora diversi grossi problemi rispetto al numero di mascherine, tamponi e letti di terapia intensiva che scongiurino ogni possibile secondo lockdown, mentre molte attività commerciali si troveranno a dover chiudere soprattutto a causa degli esorbitanti prezzi degli affitti pretesi dai proprietari anche durante i mesi di chiusura.

Su questo ci si sarebbe aspettato un cambio di passo da parte della Giunta, non un ritorno alle parole d’ordine. Dal punto di vista sanitario sono state risolte le problematiche emerse ormai due mesi fa? La Provincia  interverrà con la stessa determinazione mostrata nello scontrarsi con Roma anche contro chi vive di rendite e non ha nessuna intenzione di andare incontro alle sacrosante esigenze di chi paga un affitto che si è trasformato in un capestro?

Ma troppe domande si vanno accumulando,  il viaggio di Alto Adige Doc era partito da un’idea: comprendere “dove mettere i piedi” per poter camminare guardando avanti. Sin dall’inizio, però, è emersa anche a livello locale una frattura molto più evidente di quella etnica: quella tra chi cerca soluzioni ai problemi e chi cerca un colpevole (l’immigrato, il politico, il centralismo romano…).

Sarebbe davvero desolante scoprire che anche chi governa questa provincia preferisce i capri espiatori alle soluzioni, è già abbastanza frustrante convivere con leader politici locali che dimostrano di amare la propria storia più del proprio futuro. Scriveva Amin Maalouf ne “L’identità”: “Quando appaiono realtà nuove abbiamo bisogno di riconsiderare i nostri atteggiamenti e abitudini. Se arrivano in fretta, la nostra mentalità resta indietro e combattiamo gli incendi con prodotti infiammabili“.

In questo caso, i pur efficientissimi vigili del fuoco volontari dell’Alto Adige potrebbero fare pochissimo.

 

Massimiliano Boschi

Foto da https://schuetzen.com/2019/06/08/schulers-maerchen-vom-wolf/

 

 

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