La sostenibilità al centro del rilancio del brand Loacker

Loacker, storica azienda altoatesina, cambia pelle e rilancia il suo marchio attraverso una nuova campagna chiamata “Più che buono…”, che punta ad introdurre un cambiamento a 360 gradi che ponga attenzione alle tematiche del il clima, l’ambiente e la società in cui viviamo. In una parola: sostenibilità. Dall’approvvigionamento dei materiali fino alla produzione dei prodotti. L’azienda, nata quasi 100 anni fa per volere di Alfons Loacker, pasticciere titolare di una piccola attività in piazza Domenicani a Bolzano, è conosciuta oggi in tutto il mondo esportando wafer e cioccolata. Solo nel 2020 ha registrato un fatturato record da oltre 355 milioni di euro. Oggi è la terza generazione ad essere al timone dell’azienda e in particolare c’è Andreas Loacker, vicepresidente del Consiglio d’Amministrazione: “Oltre ai siti di produzione ad Auna di Sotto sul Renon e Heinfels nel Tirolo dell’Est, gestiamo anche diversi café, dove è possibile acquistare i nostri prodotti. La totale assenza di aromi, coloranti e conservanti artificiali e la costante tensione verso la massima qualità sono da sempre i tratti distintivi di Loacker”. Un rapporto stretto con la montagna che si riflette in primis nel nuovo logo: : il massiccio dello Sciliar, punto di riferimento nel paesaggio naturale altoatesino, è stato integrato in primo piano nel nuovo logo di Loacker, rendendolo un elemento visivo essenziale.

Andreas Loacker

 

Tanti progetti attorno alle materie prime

Il rilancio del marchio comprende in particolare la messa in campo di nuove ricette dove a farla da padrona sono le materie prime e gli ingredienti di qualità controllati. Meno zucchero e più quantità di cioccolata, vaniglia, latte e cacao rendono i prodotti Loacker un piacere per il palato percepito come “meno dolce”.

Ma dietro alle materie prime di qualità fondamentali per realizzare i deliziosi prodotti che tutti noi conosciamo ci sono progetti di cooperazione e sostenibilità in giro per il mondo che hanno portato l’azienda a dialogare a tu per tu con il contadino. Per quanto riguarda il cioccolato, Loacker ha lanciato due progetti di verticalizzazione in Sud America e in Costa d’Avorio per quanto riguarda l’approvvigionamento delle fave di cacao. L’intero processo viene gestito direttamente attraverso le organizzazioni Farmstrong Foundation (Costa d’Avorio) e Maquita (Ecuador): ciò permette di garantire ai contadini locali una vita migliore e una condizione economica più solida.  Da settembre la produzione di cioccolato avverrà presso la sede di Loacker, verticalizzando dunque la produzione: la massa di cacao proveniente dai due progetti sostenibili verrà infatti lavorata internamente. In futuro Loacker potrà controllare l’intera filiera qualitativa del cacao, dalla piccola fava di cacao al prodotto finale, riducendo la dipendenza da terzi e migliorando ulteriormente la qualità.

I temi di responsabilità sociale e sostenibilità sono un punto cruciale anche per quanto riguarda i progetti inerenti la vaniglia. Da alcuni anni l’impresa familiare ha creato nuove solide fondamenta per l’approvvigionamento delle pregiate bacche di vaniglia. Nella regione di Sava, nel nord del Madagascar, Loacker collabora direttamente con piccoli gruppi di coltivatori di vaniglia.

Nella produzione di nocciole Loacker assicura materie prime esclusivamente made in italy. “Attualmente l’azienda copre gran parte del suo fabbisogno di nocciole con prodotti provenienti da due aziende agricole di proprietà Loacker situate in Toscana, la cui superficie totale raggiunge circa i 240 ettari. Un’altra parte proviene invece dai circa 500 ettari di noccioleti piantati da 90 aziende che partecipano a un progetto di coltura con contratto di filiera in Veneto, Umbria, Toscana e Marche. Si tratta di agricoltori che coltivano nocciole per Loacker, in via esclusiva e a lungo termine. Entro il 2030 l’azienda produttrice di wafer e dolciumi mira a coprire il proprio fabbisogno prevalentemente attraverso coltivazioni di proprietà o a contratto”, racconta Wanda Hager, responsabile del dipartimento agricoltura di loacker.

Campo di vaniglia in Madagascar

Anche il latte di qualità è una prerogativa di Loacker. Da alcuni mesi infatti, grazie alla joint venture “Dolomites Milk”, Loacker si rifornisce di latte e siero di latte in polvere di altissima qualità proveniente direttamente dall’Alto Adige. Grazie all’impianto a Vandoies il latte e il siero dei caseifici altoatesini vengono essiccati direttamente, preparandoli per la successiva trasformazione in prodotti Loacker.

Imballaggi green e logistica smart

Ma non finisce qua. Loacker ha deciso di riporre particolare attenzione anche ad altri due aspetti della filiera di realizzazione del prodotto: quello dei materiali di imballaggio e della logistica intelligente. Nel primo caso il motto è “Il meno possibile, il tanto necessario”. La grande sfida per i prodotti alimentare è creare un equilibrio vincente tra packaging e ambiente. In questo contesto, Loacker è riuscita a ridurre la quantità di imballaggi in plastica di 120 tonnellate all’anno dal 2018 a oggi: ciò corrisponde a un risparmio di circa il 15% di materiale di confezionamento e 600 tonnellate di emissioni di CO2. Loacker ha fatto grandi passi in avanti anche per quanto riguarda gli imballaggi destinati al trasporto delle merci. L’utilizzo di una pellicola più sottile per il confezionamento ha permesso un risparmio in termini di materiale di quasi 10 tonnellate e, inoltre, l’azienda ha limitato l’uso delle pellicole di plastica sostituendole con il cartone. .

Per quanto riguarda la logistica invece, Loacker ha messo in piedi un circuito ecosostenibile per i trasporti. L’uso di camion alimentati a gas naturale riduce le emissioni di CO2 del 20%. Al momento è in corso uno studio sull’uso di veicoli trasportatori alimentati a gas bio-liquido, che potrebbero ridurre le emissioni del 100%.

Al.G

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