Dai campi all'industria per via diretta: Loacker punta ai mille ettari di noccioleti entro il 2023

La storica azienda Loacker, con sede ad Auna di Sotto (BZ) predilige una via diretta e sostenibile nell’approvvigionamento delle materie prime necessarie alla produzione. Nei prossimi anni l’azienda ha intenzione di coprire gran parte del suo fabbisogno di nocciole sia con prodotti provenienti dai noccioleti di proprietà, sia attraverso la coltura con contratto di filiera e le partnership siglate con diverse realtà cooperative del nord e centro Italia. Attraverso progetti come questo, Loacker contribuisce alla creazione di un mondo dove uomo, economia e natura possono crescere insieme e camminare mano nella mano.

Fondata nel 1925 da Alfons Loacker, nel corso dei decenni l’azienda a conduzione familiare si è trasformata da una piccola pasticceria regionale ad un brand internazionale solido e rinomato, i cui prodotti deliziano i palati delle persone in più di 100 Paesi. “La forza più grande di Loacker è la naturalezza dei suoi prodotti. Non utilizziamo aromi artificiali, coloranti o conservanti: diamo grande valore ad un gusto genuino e puro”, spiega Andreas Loacker, Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione. Per farlo, Loacker impiega ingredienti e materie prime di altissima qualità. Non solo: “Ci assumiamo la piena responsabilità ambientale e sociale nell’approvvigionamento delle materie prime”, continua Loacker. Sono infatti numerosi i progetti di sostenibilità intrapresi attualmente dall’azienda: uno di questi riguarda l’approvvigionamento delle nocciole, le quali hanno un ruolo primario in molte specialità firmate Loacker.

“Quando abbiamo iniziato il progetto nel 2011 il nostro obiettivo primario era quello di impiegare le migliori nocciole di origine italiana per i nostri prodotti. Oggi, 10 anni dopo, abbiamo un nuovo obiettivo, più grande e ambizioso”, spiega Loacker. “Attualmente una parte del rifornimento di nocciole proviene da due aziende di proprietà situate in Toscana, la cui superficie totale raggiunge circa i 240 ettari. Un’altra parte proviene invece dai circa 500 ettari di noccioleti piantati da 90 aziende che partecipano al nostro progetto di coltura con contratto di filiera in Veneto, Umbria, Toscana e Marche. Si tratta di agricoltori che coltivano nocciole per Loacker, in via esclusiva e a lungo termine”, spiega Loacker. “L’obiettivo è chiaro: entro il 2023 vogliamo raggiungere un totale di 1.000 ettari ed entro il 2025 vogliamo coprire circa la metà del nostro fabbisogno di nocciole attraverso le coltivazioni di proprietà e a contratto. Dal 2030, invece, puntiamo a ricoprire la gran parte del nostro fabbisogno totale”. Secondo Wanda Hager, Board Member e Managing Director Agriculture & Procurement la massima priorità ruota intorno alla sostenibilità e al lungo termine: “Garantiamo agli agricoltori e alle loro famiglie entrate stabili, eque e sicure. I contadini devono essere in grado di vivere adeguatamente con il solo lavoro agricolo. Inoltre lavoriamo insieme per assicurare un uso attento e consapevole delle risorse naturali, ad esempio riducendo il consumo di acqua con l’irrigazione a goccia. Per salvaguardare la salute del terreno, in tutti i campi di nocciole è vietato l’uso di diserbanti”.

I temi di responsabilità sociale e sostenibilità sono il cuore pulsante dei progetti di Loacker attualmente in atto in Ecuador, in Costa d’Avorio (cacao) e in Madagascar (vaniglia). Per quanto riguarda il cacao l’azienda produttrice di wafer e specialità al cioccolato dolciumi collabora con organizzazioni e fondazioni locali (Farmstrong in Costa d’Avorio e Altromercato/Maquita in Ecuador) per incrementare costantemente la qualità e la tracciabilità delle fave di cacao (anche cacao pregiato) e garantire al tempo stesso migliori standard di vita alla popolazione locale.

Parlando di vaniglia: “Da alcuni anni abbiamo creato nuove solide fondamenta per l’approvvigionamento delle pregiate bacche di vaniglia. Nella regione di Sava, nel nord del Madagascar, collaboriamo direttamente con piccoli gruppi di coltivatori di vaniglia. Grazie al contributo di una fondazione del luogo organizziamo inoltre una serie di incontri di formazione e sensibilizzazione. Non si tratta solo di questioni inerenti ad una corretta coltivazione, promuoviamo attivamente anche le questioni ecologiche e mediche come ad esempio la pulizia dei fiumi e la gestione dei rifiuti oppure la realizzazione di strutture sanitarie locali”, conclude Hager.

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