A22, confermati i divieti per i diesel. Giudiceandrea: «Non risolvono niente»

Come raggiungere l’obiettivo di abbattere la concentrazione di biossido di azoto nell’aria per rientrare, entro il 2023, al di sotto del valore soglia di 40 microgrammi per metro cubo. Questo il tema al centro dell’incontro del tavolo tecnico sulla qualità dell’aria che ha visto la partecipazione di esperti e amministratori di Agenzia provinciale per l’ambiente, comuni, associazioni di categoria e ambientalisti. «Puntiamo a intraprendere una strada praticabile per garantire il rispetto dei valori di soglia entro i prossimi 5 anni – spiega il direttore dell’Ufficio aria e rumore, Georg Pichler – ponendoci però anche dei traguardi intermedi, come ad esempio la riduzione del 10% dei valori medi già entro il biennio». Il tavolo tecnico ha elaborato un catalogo di misure da sottoporre ai comuni, che vanno dal sostegno alla mobilità dolce (a piedi o in bicicletta), sino all’installazione di nuova stazioni di ricarica per mezzi elettrici. «Solo se questi provvedimenti non saranno sufficienti – sottolinea Pichler – si dovrà lavorare su misure più strettamente legate alla limitazione o alla deviazione del traffico stradale».

In concreto, secondo quanto emerso dal tavolo tecnico sulla qualità dell’aria, nei centri urbani si potrebbe prevedere uno stop graduale (ad esempio tra le 7 e le 10, e tra le 16 e le 19, esclusi sabato, domenica e festivi) con inizio dal 2019 per le auto con motori diesel euro 3, dal 2021 per le euro 4 e dal 2023 per le euro 5. «A Bolzano – aggiunge Georg Pichler – è già in vigore un divieto di circolazione simile per i veicoli euro 0, 1 e 2, quindi un ampliamento agli euro 3 non rappresenterebbe una novità così grande». In Alto Adige, circa il 50% dei 454.000 veicoli immatricolati è alimentato a diesel, e a farla da padrone sono gli euro 4 con il 24% del totale. Ora la palla, per quanto riguarda le limitazioni, passa ai comuni, che entro la fine del 2018 dovranno inserire nei loro piani sulla qualità dell’aria le misure concrete da attuare a partire dal 2019, mentre la Giunta provinciale, dal canto suo, all’inizio dell’estate elaborarerà un programma per la riduzione dell’inquinamento da biossido di azoto. L’efficacia delle varie misure verrà valutata, monitorata e controllata dall’Agenzia provinciale per l’ambiente.

La posizione di Giudiceandrea

«Divieti e blocchi non risolvono i problemi. Bisogna piuttosto individuare insieme le misure necessarie per una mobilità sempre più sostenibile che garantisca allo stesso tempo sviluppo economico e tutela ambientale». Con questo appello il Presidente di Assoimprenditori Alto Adige Federico Giudiceandrea interviene nel dibattito in corso relativo alla mobilità lungo l’asse del Brennero. «Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Le imprese sono pronte a dare il loro contributo e lo stanno già facendo attraverso le innovazioni tecnologiche e i continui investimenti in un parco mezzi sempre più moderno», sottolinea Giudiceandrea. Divieti sempre nuovi invece non fanno altro che spostare il problema. Il divieto di transito notturno in vigore in Tirolo è un esempio emblematico: non riduce il traffico, ma contribuisce soltanto a concentrarlo su poche ore della giornata impedendo un trasporto merci più fluido e diluito su 24 ore.

Lo stesso vale per il divieto settoriale, che invece di colpire i mezzi più inquinanti penalizza quelli che trasportano determinati prodotti e per di più rappresenta un elemento di concorrenza sleale perché non vale per gli autotrasportatori tirolesi. «Invece di introdurre divieti sempre nuovi, dovremmo cercare di eliminare quelli esistenti. Una mobilità sempre più sostenibile si raggiunge solo con uno sforzo congiunto, spostando il traffico dalla gomma alla rotaia attraverso un’infrastruttura ferroviaria efficiente e competitiva, incentivando gli investimenti in mezzi sempre più puliti e sfruttando le innovazioni tecnologiche», è convinto il Presidente di Assoimprenditori.

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