Disuguaglianze di reddito, trend negativo evitato grazie alle misure di sostegno pubblico

A cinque anni di distanza dal convegno “La disuguaglianza frena”, l’IPL torna sul tema delle disuguaglianze di reddito riproponendo una comparazione a più livelli tra la situazione europea, statale e locale. Oltre a fotografare la situazione delle disuguaglianze negli anni precedenti, durante il webinar dal titolo “Sempre più (dis)uguali” sono state presentate alcune valutazioni rispetto all’impatto economico della pandemia e degli strumenti messi in campo per attutirne gli effetti. Riassume così il Direttore IPL Stefan Perini: “Se da alcuni anni sull’onda delle buone performance dell’economia le disparità di reddito post-trasferimenti erano in lieve diminuzione, le gravi ripercussioni della pandemia sul mondo del lavoro hanno rischiato di invertire tale trend, mitigato di fatto solo dalle potenziate prestazioni sociali. Gli strumenti di redistribuzione della ricchezza si sono rivelati essenziali per evitare maggiori disparità tra i lavoratori e l’allargamento delle crepe nella società”.

Tra il 2011 e il 2018, la differenza tra gli indicatori sulla disuguaglianza dei redditi lordi e netti è cresciuta, influendo positivamente sulla distribuzione dei redditi da lavoro. La congiuntura attuale ha però obbligato ad un deciso ricorso a strumenti di integrazione del reddito per sopperire alle ripercussioni legate alla pandemia: “Governi ed organismi internazionali hanno agito in fretta per mettere in campo misure di sostegno”, afferma il ricercatore IPL Lorenzo Vianini, che sottolinea “riconoscere il ruolo che queste iniziative hanno avuto nell’evitare un peggioramento delle disparità di reddito è una conferma rispetto alla necessità di un sistema fiscale fortemente redistributivo”.

Il terzo evento della serie “L’IPL in dialogo” è stato così dedicato all’analisi delle disuguaglianze di reddito da lavoro, per confrontare gli ultimi dati disponibili relativi alla situazione pre-pandemica con diversi modelli predittivi in grado di misurare, a livello europeo, statale e locale, l’impatto sul mondo del lavoro e sulle disparità ad esso collegate. “I relatori, Michael Dauderstädt, Marta De Philippis, Anna Buratti e Luca Frigo” spiega il Presidente IPL Dieter Mayr “hanno tra le altre cose dimostrato quanto siano state importanti le prestazioni sociali nel compensare la perdita di reddito ed evitare un deciso aumento del numero di famiglie a rischio povertà”.

Michael Dauderstädt ha lavorato per trent’anni per la Friedrich-Ebert-Stiftung di Bonn, in Germania, della quale ha diretto per otto anni la divisione “economia e politiche sociali”. Oggi continua ad occuparsi attivamente di ricerca sulle disuguaglianze di reddito in Europa, basando le sue analisi su una metodologia che guarda tanto alle disparità tra Stati, quanto a quelle all’interno degli stessi. Il suo contributo ai lavori del webinar è stato quindi di tipo comparativo e transnazionale, poiché ha saputo tracciare un quadro generale in cui si inserisce la particolare congiuntura attuale. “Il trend positivo di diminuzione delle disuguaglianze osservabile negli anni passati – afferma Dauderstädt – è stato rallentato, ma non ancora invertito dalle conseguenze della pandemia sul mondo del lavoro. Ciò è stato possibile grazie alle misure introdotte dai diversi governi, che sono riuscite ad evitare il crollo dei redditi a disposizione delle famiglie facendo ricorso al debito pubblico per stabilizzare l’occupazione e i redditi e al contempo finanziare programmi economici congiunturali”.

Diversi studi sulle misure adottate dal governo italiano concordano con queste conclusioni, rilevando come senza di esse la perdita di reddito da lavoro sarebbe stata più grande di quanto osservabile. Si è espressa in questo senso la ricercatrice della Banca d’Italia Marta De Philippis, che sul tema ha pubblicato un Occasional paper insieme alla collega Francesca Carta. Secondo De Philippis, “Simulando gli effetti economici delle misure di contrasto al Covid-19 in tre diversi scenari – senza ammortizzatori sociali, con le misure di sicurezza sociali preesistenti o con i nuovi strumenti messi in campo – è possibile rilevare l’importante effetto degli strumenti compensativi: il loro successo nell’evitare un grave allargamento delle disparità nel breve periodo impone un ripensamento delle misure di garanzia del reddito, per ridurre la frammentarietà del sistema di protezione sociale italiano”.

Anche a livello provinciale le misure di sostegno pubblico hanno evitato che molte famiglie si trovassero a rischio povertà: Luca Frigo ed Anna Buratti dell’Istituto provinciale di statistica – ASTAT hanno calcolato come le misure pubbliche siano state in grado di contenere un aumento del numero di famiglie in difficoltà. “Alla luce dei dati attualmente disponibili, si assisterà senza dubbio ad una continuazione del trend peggiorativo– riferisce Frigo – ma l’esacerbarsi di questo fenomeno è stato contenuto dalle misure di sostegno, almeno per i primi dieci mesi del 2020.” Guardando ai dati sui redditi, la collega Buratti conferma l’effetto dei trasferimenti: “Tutti gli indicatori di disuguaglianza reddituale considerati registrano un lieve aumento, ma anche come il mix tra misure compensative nazionali e locali abbia non solo attutito la perdita di reddito familiare, ma per ora evitato l’inasprirsi delle disuguaglianze”.

Didascalia foto (da sx in alto verso dx): Michael Dauderstädt, Lorenzo Vianini (IPL), Anna Buratti (ASTAT), Marta De Philippis (Banca d’Italia), Stefan Perini (IPL), Luca Frigo (ASTAT), Dieter Mayr (IPL).

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