Turismo, Caramaschi scrive ai sindaci tedeschi: «Riaprire le frontiere»

Mentre il traffico tra le regioni italiane riaprirà dal 3 giugno, dando finalmente qualche prospettiva al turismo, i confini italiani rimangono sigillati. Ora anche il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi scende in campo contro la chiusura del Brennero decisa dall’Austria e per la posizione della Germania che ha deciso la chiusura delle frontiere. I danni per il turismo e per la città rischiano di essere incalcolabili. Mentre continua il pressing della Provincia si concentra sulle decisioni assunte dal governo Kurz a Vienna, il sindaco si concentra sull’atteggiamento della Germania. La sospensione di fatto del trattato di Schengen – spiega il primo cittadino – «preclude la possibilità ai cittadini germanici di recarsi in Alto Adige: 33 milioni di presenze l’anno significano una media di oltre 90.000 turisti al giorno che gioiscono delle bellezze della nostra provincia e dell’attrattività del nostro capoluogo. È una mossa che va contro lo spirito europeo».

Il sindaco richiama tutti gli sforzi che si stanno compiendo in Alto Adige per eradicare la pandemia: «Si possono comprendere le eventuali perplessità di ordine sanitario, tuttavia i numeri della provincia e della Città di Bolzano stanno a dimostrare l’assoluta affidabilità e la possibilità di fruire dei servizi in buona sicurezza. Il venir meno dell’indotto costituito dal turismo può determinare un impoverimento delle attività commerciali, artigianali, agricole, alberghiere, ricettive, dei servizi in generale che il territorio provinciale e Bolzano hanno sempre offerto e che sempre vorranno offrire. Il turismo infatti rappresenta una delle componenti determinanti per lo sviluppo del capoluogo».

Caramaschi si appenna quindi «ai colleghi sindaci delle principali città tedesche, Berlino e Monaco di Baviera in particolare, affinchè la Germania possa rivedere tale atteggiamento che contrasta con i principi sanciti dagli accordi di Roma del ’57 ovvero dall’unità europea faticosamente costruita negli anni e che soprattutto nei momenti difficili, dovrebbe costituire l’essenza prima di una sensibilità comune per garantire coesione ed un futuro di benessere a tutte le popolazioni della stessa».

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