Ricerca Unibz sul bostrico tipografo nei boschi delle Dolomiti

A fine ottobre 2018 la tempesta Vaia ha danneggiato gran parte delle foreste di abeti rossi della regione Alpe-Adria. In Alto Adige sono andati distrutti circa 5000 ettari di bosco. In provincia di Belluno l’area colpita ricopriva circa 7.000 ettari, nel Tirolo Orientale più di 2000 ettari. I danni causati dalle nevicate alla fine del 2019 hanno ulteriormente contribuito alla creazione di un habitat ideale nelle foreste di abete rosso della zona dolomitica per uno dei maggiori nemici della silvicoltura: il bostrico tipografo, che per il suo sviluppo ha bisogno di alberi fisiologicamente indeboliti. “In conseguenza della riproduzione in massa del parassita, anche gli alberi sani possono essere attaccati, con enormi danni economici ed ecologici”, afferma Hannes Schuler, ricercatore della Facoltà di Scienze e Tecnologie della Libera Università di Bolzano.

L’aggressività e dannosità del bostrico è ulteriormente accresciuta dall’associazione con funghi e batteri patogeni che contribuiscono a una rapida morte delle piante. I meccanismi con cui agiscono tali microrganismi non sono tuttavia ancora del tutto chiari. Studi preliminari indicano infatti che la loro azione sia di tipo densità-dipendente, ovvero che vari in relazione alla densità delle popolazioni del bostrico a cui sono legati. Nell’ambito del finanziamento Europeo Interreg Italia-Austria CLLD Dolomiti Live, a cui partecipano l’Università degli Studi di Padova, l’Università di Bolzano e l’Università “Bodenkultur” di Vienna, con un progetto di 18 mesi avviato a giugno 2020, i ricercatori intendono esplorare il ruolo dei funghi e batteri simbionti nella dinamica di diffusione del bostrico tipografo confrontando diverse popolazioni alpine in varie fasi di infestazione.

bostrico tipografo

L’équipe di ricerca si concentrerà su funghi e batteri associati all’infestazione da bostrico. “Il legno di per sé non contiene molte sostanze nutritive, quindi i coleotteri si nutrono principalmente dei funghi che colonizzano l’abete rosso. Inoltre, anche i batteri sembrano avere una forte influenza sull’aggressività dei coleotteri, in quanto, ad esempio, aiutano a superare le difese dell’albero”, spiega Schuler. Tuttavia, fino ad ora non è stata condotta quasi nessuna ricerca su tali dinamiche. Si tratta di una lacuna che ora verrà almeno in parte colmata con il progetto transfrontaliero delle tre università. In collaborazione con le stazioni forestali locali, i coleotteri saranno raccolti direttamente dai tronchi infestati in quattro località per regione, al fine di estrarre il loro DNA. Così mediante moderni metodi di sequenziamento del DNA i ricercatori puntano a caratterizzare la diversità delle comunità di batteri e funghi in diverse centinaia di bostrici. I dati raccolti poi confrontati anche con quelli di altre popolazioni europee al fine di poter chiarire la struttura genetica del bostrico e dei suoi funghi e batteri associati, e le rispettive relazioni interspecifiche. “I risultati così ottenuti aiuteranno a comprendere meglio l’aggressività e la dannosità potenziale del bostrico, contribuendo così a una previsione più accurata delle infestazioni e a una gestione più efficace delle popolazioni di questo temibile insetto parassita”, conclude Schuler.

Ti potrebbe interessare