Confesercenti, Bonaldi è la nuova presidente: «Valorizziamo i rioni e puntiamo sul digitale»

Elena Bonaldi è la nuova presidente di Confesercenti Alto Adige. L’elezione è stata sancita ufficialmente durante il nutrito congresso che l’associazione ha tenuto nella sala civica di piazza Nikoletti nel rione di Oltrisarco a Bolzano. I delegati eletti dai singoli congressi di categoria hanno fatto convergere le loro (preferenze verso la presidente del centro commerciale naturale Four You. Superata l’altra candidata Emanuela Passerini. Bonaldi, 45 anni e da sempre commerciante nella gioielleria di famiglia in via Dalmazia, sarà dunque al timone di Confesercenti in un quadriennio che si preannuncia costellato di tante sfide difficili ma anche stimolanti. Per il settore ma anche per lo sviluppo della città di Bolzano. Non senza lanciare immediatamente una proposta di riqualificazione culturale urbana.

Sostenibilità economica post pandemia, policentrismo del capoluogo altoatesino e digitalizzazione sono alcune delle sfide emerse dal congresso…

“La pandemia ci ha insegnato che tutte le nostre aziende sono collegate tra loro e lo sono anche i piani di sviluppo. Confesercenti procederà, dunque, verso una rete di interventi connessi tra loro”.

Entriamo un po’ nel concreto…

“Su 58.000 aziende sul territorio più di un quarto sono ricorse a garanzie sui prestiti. Significa che tutte queste aziende hanno contratto un debito per restare aperte. Esposizione che non sparirà con l’allentamento delle misure ma continuerà ad incidere in futuro. Non possiamo dimenticarcene e non possiamo lasciare queste aziende da sole nel difficile percorso che porterà a chiudere questo debito”.

Parliamo di Bolzano…

“La nostra città soffre, è evidente, di un eccessivo accentramento. Ne parliamo da tanto tempo”.

Il che indica una difficoltà atavica a concretizzare il policentrismo oltre agli annunci…

“Esatto. Parlarne va bene ma è ora di fare qualcosa. In questi anni con Four You abbiamo organizzato diversi eventi in questa direzione: dal mercatino di Natale nelle piazze alle sfilate passando per le feste in strada. Ovviamente serve molto di più. La risposta a come riqualificare i rioni è banalmente semplice: portandoci le persone. Bolzanini e turisti. Io, però, non sono una presidente che si accontenterà di parlarne e basta”.

Come si portano, però, le persone nei rioni?

“Socialità e cultura. Abbiamo quartieri che sono scrigni di storia che potrebbero essere valorizzati molto di più con arte e spettacoli. Abbiamo persone con vite che sono libri da scrivere purchè qualcuno sia disposto ad ascoltarle. Il Museo Urbano che punta alla valorizzazione della street art già predisposto da Confesercenti è un buon inizio. Va potenziato. Arriveranno anche progetti di rilancio di alcune strade storiche che saranno sicuramente d’impatto. Dobbiamo rompere degli schemi e contrastare anche così la preoccupante diffusione di negozi vuoti”

C’è una proposta concreta?

“Certo, prendendo ispirazione da alcuni eventi che si sono tenuti a Merano recentemente proporrò al Comune di Bolzano di installare delle piccole strutture in ferro battuto lungo i quartieri popolari. Immaginiamo un tratto ideale dal teatro Cristallo fino al muro del Lager. Saranno eleganti cornici capaci di ospitare le varie opere di mostre artistiche semi permanenti distribuite lungo tutti i rioni residenziali. Un’offerta capace di stimolare e incuriosire portando bolzanini e turisti a passeggiare lungo le nostre vie. Magari creando rassegne tematiche che possiamo affidare alle tante associazioni del territorio. Un intervento che non richiederebbe esborsi particolarmente impattanti per l’amministrazione ma che potrebbe trasformare le nostre strade in gallerie a cielo aperto. La forza delle idee e della cultura per trascinare: mi metterò subito al lavoro.

Vale anche per i turisti?

“A Bolzano abbiamo 700.000 pernottamenti ed è un ottimo risultato con margini di crescita. Sono membro del cda di Azienda di Soggiorno e anche in quella sede si sta lavorando per aumentare i giorni di permanenza nella città. Un obiettivo che è comune ed è raggiungibile solo potenziando i quartieri allargando lo spettro dei punti di interesse. Significa che nei prossimi anni lavoreremo tutti compatti nella stessa direzione”

Intanto nelle scorse settimane l’associazione ha dovuto tirare fuori le unghie per portare il mercato del sabato in corso Libertà senza allontanarlo troppo da piazza Vittoria.

“Era l’unica soluzione sensata e con il minor impatto su tutti. Procedere con la concertazione porta sempre agli sbocchi migliori. Rimane molto da fare per rilanciare i nostri mercati rionali in toto affrontando lo sviluppo di piazza Vittoria ma non solo. Il primo problema, per esempio, è avvicinare i giovani ai mercati: sia come clienti sia come potenziali imprenditori del futuro. Non si può non passare attraverso un percorso di maggiore digitalizzazione anche qui. Dovremmo, inoltre, aprire una riflessione sui lavori usuranti”

In che senso?

“Aspettiamo una risposta dalle istituzioni provinciali perché quello degli ambulanti sia riconosciuto come tale. Parliamo di commercianti che si svegliano all’alba, passano tutta la vita a qualsiasi temperatura e, specialmente di inverno, non hanno un posto caldo dove riparare”

Torniamo al digitale. Il lockdown è stato carburante nei motori dei giganti del web e il commercio di vicinato arranca…

“Ecco, qui dobbiamo capire che anche il commercio di quartiere può e deve essere competitivo nel mondo del web. Non per forza deve esserci un’antitesi manichea. Anche al nostro interno abbiamo best practice che ci mostrano come il digitale possa essere una risorsa per tutti nella direzione di un aumento dei volumi d’affari. Non è facile, certo, e non è neppure immediato. Per questo Confesercenti ha già avviato un progetto prezioso che consenta agli associati di confrontarsi con professionisti di vari settori: dal social all’e-commerce passando per gli influencer. Bisogna che conoscano le potenzialità raggiungibili. Come commercianti di bottega abbiamo il vantaggio di poter costruire rapporti personali forti e di poter giocare nello stesso campo dei colossi. Va fatto senza remore né paure”

Un’intera intervista con una commerciante e non abbiamo parlato di parcheggi…

“Vero – ride – ma non facciamo passare il messaggio di uno sviluppo solo artificiale. Le nostre strade non sono un metaverso e il loro sviluppo deve essere coerente anche con le esigenze più concrete dei commercianti. Che poi non sono così dissimili da quelle dei residenti. Significa attenzione ai parcheggi (magari con periodi di sosta gratuiti più corposi) ma anche all’arredo urbano e all’offerta complessiva di arte e cultura. Rappresentiamo una rete di valori e, all’interno di questa, sappiamo di essere un propellente positivo per lo sviluppo dei nostri territori. Che amiamo profondamente”.

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