Una biobanca da 600 mila campioni inaugurata a Bolzano

La più grande biobanca dell’Alto Adige contiene già 600 mila campioni tra sangue, urine e DNA: è stata inaugurata oggi all’ospedale di Bolzano dal Centro di biomedicina dell’Eurac e dall’Azienda sanitaria. Lo spazio di 230 metri quadri ospita un patrimonio di materiale biologico umano e relativi dati clinici, che fotografa lo stato di salute della popolazione dell’Alto Adige e che sarà la base per nuove ricerche scientifiche mirate a migliorare il trattamento medico. Un punto di riferimento per la biomedicina e la ricerca ad essa collegata.

Il “caveau” è in azoto liquido

La biobanca si presenta come un congegno ad alta tecnologia. Il cuore è formato dai “caveau” della banca: i 28 congelatori a temperature estreme, cha raggiungono i -80°C e -196°C nei serbatoi di azoto liquido, permettono di custodire inalterato un raccolta di altissima qualità di campioni di sangue e sue frazioni (plasma e siero), urine e DNA della popolazione dell’Alto Adige e i campioni clinici del servizio ospedaliero di Immunoematologia e Trasfusionale. Ogni campione è contrassegnato da un codice: la cifratura delle informazioni è un elemento chiave nella gestione delle biobanche.

È dal 2011 che in Alto Adige si monitora in modo sistematico la salute della popolazione. In quell’anno è cominciato il progetto CHRIS, acronimo per Cooperative Health Research in South Tyrol, studio promosso dal Centro di biomedicina dell’Eurac in collaborazione con l’Azienda sanitaria. Sono 8 mila le persone che hanno partecipato allo studio, e da loro provengono in gran parte i campioni che costituiscono la base della biobanca. In questo studio i partecipanti hanno la possibilità di sottoporsi a uno screening gratuito sul loro stato di salute. Parametri clinici, come valori di sangue e urine, storia medica e stile di vita confluiscono ora in un unico database standardizzato. Ciò permetterà ai ricercatori di analizzare le malattie più diffuse, i fattori di rischio e i bisogni legati alla salute.

Focus su diabete e malattie cardiovascolari

«Usare la grande mole di dati custoditi nella biobanca permette di studiare lo sviluppo di una determinata malattia, come ad esempio il diabete e altre malattie cardiovascolari, nel lungo periodo e con un certa rilevanza statistica – dice Peter Pramstaller, direttore del Centro di biomedicina dell’Eurac – Partendo da un gruppo di individui che presentano questo disturbo e i cui campioni biologici sono conservati nella biobanca biologicamente e fisiologicamente inalterati, possiamo analizzare e scoprire eventuali cause, genetiche e ambientali, della patologia».

«Abbiamo tutti contribuito con entusiasmo a un’iniziativa che riteniamo fondamentale – commenta Oswald Mayr, direttore dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige – sia per la ricerca che per la clinica. Il nostro obiettivo primario è quello di raggiungere al più presto risultati tangibili per i nostri pazienti e ora siamo convinti che da questa collaborazione risulti un forte impatto locale».

«Con questa sinergia tra Eurac e Azienda Sanitaria, possiamo finalmente dare un ulteriore slancio alla ricerca biomedica in Alto Adige – dice Stephan Ortner, direttore dell’Eurac – perché saranno proprio i campioni biologici degli altoatesini quelli raccolti nella biobanca».

VIDEO INTERVISTA A ALESSANDRO GRANDI, RICERCATORE EURAC

VIDEO: VIAGGIO DENTRO LA BIOBANCA, FRA ROBOT E CONGELATORI

  • Biobanca di Bolzano

 

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