Assoimprenditori: "L'export corre, ma restano molte incognite"

Economia. Nei primi nove mesi del 2022, il valore di merci e prodotti altoatesini venduti all’estero ha superato quota 5 miliardi di euro con un più 16 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’aumento è notevole, ma non va sopravvalutato, perché in parte dipende dal forte aumento dei prezzi. Ciò nonostante, è nettamente superiore al tasso di inflazione dell’11,5 per cento registrato a livello europeo e quindi comunque riconducibile alla conquista di nuove quote di mercato all’estero. La maggiore quota di esportazioni è ascrivibile ai macchinari con il 17,8% sul totale, seguiti dal metalmeccanico con il 16,5 %, dai prodotti alimentari (16,0%), dai mezzi di trasporto (10,9%) e dagli apparecchi elettrici (10,5%), a riprova del fatto che gran parte dell’export viene realizzato dalle imprese hi-tech dell’industria.
“L’eccellente performance sui mercati esteri fa però il paio con un aumento dei costi di materie prime ed energia ancora maggiore – precisa, però, Harald Oberrauch, Vice-Presidente di Assoimprenditori  – . Ancor più che sul valore dell’export, gli aumenti dei prezzi si sono ripercossi sul valore delle importazioni, dato che materie prime strategiche e gas provengono in larga parte da Stati extra-europei. Nei primi nove mesi dell’anno il valore dell’import altoatesino ha superato quota 5,2 miliardi di euro contro i 3,9 miliardi dello stesso periodo del 2021, ma si tratta di un aumento del 35 per cento che riflette bene l’aumento dei costi di materie prime indispensabili alle nostre imprese esportatrici come microchip, acciaio o grano. Questi aumenti sono stati solo in parte trasmessi ai prezzi di vendita, perché le nostre imprese che operano sui mercati internazionali si devono confrontare con concorrenti che operano in regioni in cui i rincari non sono stati così estremi come in Europa”.
Secondo Assoimprenditori, sui bilanci delle imprese europee dei prossimi mesi si farà inoltre sentire sempre di più anche l’esplosione dei costi energetici: “I margini di guadagno si riducono sempre di più e la pressione competitiva che arriva da altre regioni del mondo, che non devono fare i conti con aumenti così ingenti dei costi energetici, si farà sempre più forte” ha sottolineato Harald Oberrauch che, però, mantiene uno sguardo ottimistico ai prossimi mesi. “Il fatto che l’export altoatesino continui a correre dimostra che le nostre imprese non si sono mai fermate sul fronte della ricerca e sviluppo. Questo è un segnale forte anche per il futuro: sono convinto che se le istituzioni locali, nazionali ed europee riusciranno a garantire un contesto competitivo in cui lavorare e fare impresa, le nostre aziende continueranno ad investire, creare posti di lavoro di alta qualità e valore aggiunto sul territorio”.

 

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