Innovazione, guerra dei talenti ed export: l'esordio di Giudiceandrea per un'Assoimprenditori 4.0

Assoimprenditori per una Confindustria 4.0: che punti ad una società inclusiva e aperta, connessa con i mercati. A caccia di talenti, e con un chiaro ruolo leader. Perché Industria 4.0 riguarda tutta la società. L’esordio di Federico Giudiceandrea, nuovo presidente di Assoimprenditori Alto Adige, eletto come previsto nell’assemblea privata svoltasi oggi  6 giugno, è nel doppio segno della continuità nell’innovazione. Il testimone raccolto da Stefan Pan, che ha riportato l’associazione a un forte ruolo nazionale, è impegnativo ma anche sfidante. E a Federico Giudiceandrea, patròn della Microtec di Bressanone, le sfide piacciono. A coadiuvarlo in questa stagione un consiglio di presidenza formato da Vinicio Biasi della Microgate (vicepresidente); Floria Kröss della Ewo (vicepresidente); Heiner Oberrauch di Oberalp (vicepresidente); Nikolaus Tribus della Gkn (vicepresidente); Oswald Eller della Eller (presidente della Piccola imprese); Christian Krapf della Duka (presidente dei giovani imprenditori); e il past president Stefan Pan. A sancire il legame sempre più forte tra viale dell’Astronomia e gli imprenditori altoatesini anche la presenza del presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia: «L’Alto Adige per noi è un modelo», ha detto.

Giudiceandrea: una società 4.0

Discorso a tutto campo quello di Giudiceandrea: dal NOI Techpark alla società. Per un Alto Adige più competitivo. «Industria 4.0 non è un tema che riguarda solo le imprese – riguarda la vita di tutti noi. Industria 4.0 è il primo passo verso la Società 4.0 e le nostre aziende hanno l’ambizione di essere protagoniste di questo cambiamento – ha esordito il neopresidente -. Chi mi conosce sa quanto mi stia a cuore il tema dell’innovazione. Le nostre imprese sono molto più innovative di quanto non dicano le statistiche. In tanti settori – tecnologie alpine, automotive, alimentari, legno, edilizia, solo per citarne alcuni – le imprese dell’Alto Adige sono eccellenze mondiali. Essere innovatori fa parte del DNA di noi imprenditori. Cito una frase di un grande ingegnere, imprenditore e innovatore – Thomas Edison: “Genius is 1 percent inspiration and 99 percent perspiration”. Il genio è ispirazione, idea, creatività, ma poi è soprattutto sudore, lavoro, fatica. La politica può aiutarci molto per fare in modo che le nostre idee si trasformino in successo e quindi in valore per il territorio, investimenti, posti di lavoro: alla politica chiediamo una cosa soltanto – un contesto che sostenga chi vuole impegnarsi, chi vuole mettersi in gioco, chi vuole fare impresa».

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Export e infrastrutture: pronti a pagare per il NOI

Due gli assi che Giudiceandrea vede come driver essenziali dello sviluppo. «Vedo soprattutto due grandi campi di miglioramento. Il primo riguarda le nostre aziende. Dobbiamo riuscire ad aumentare il numero di quelle che fanno export. Qui diventa decisivo il ruolo delle imprese-guida. Metà dell’export provinciale è generato da meno di 30 aziende. Queste e tutte le altre aziende che già si muovono a livello globale possono fungere da apripista e riuscire a trainare quelle imprese che ancora non sono riuscite a varcare i confini provinciali. La seconda sfida legata all’internazionalizzazione è invece rivolta soprattutto alla politica. Per poter competere con il resto del mondo, le nostre imprese hanno bisogno di una cornice di riferimento che garantisca le stesse condizioni dei loro concorrenti esteri. Su questo, il potenziale dell’Alto Adige è ancora enorme. Penso in primo luogo alle infrastrutture, dalla banda larga alle strade, passando per ferrovia, aeroporto e tutte le altre reti di collegamento, a partire da quelle elettriche. Se non siamo raggiungibili, se non siamo connessi col resto del mondo, non possiamo creare valore. Un’altra infrastruttura che può metterci in rete con il resto del mondo è il parco tecnologico. Potrà farlo solo se sarà orientato ai bisogni delle aziende. L’innovazione si fa nelle imprese: per questo i laboratori dovranno concentrarsi sulla ricerca applicata e dovranno essere misurati in base ad obiettivi fissati da un business plan. Solo così avremo fatto un investimento che crea valore aggiunto e in modo sostenibile per tutto l’Alto Adige. Siamo pronti a pagare per questo: se i servizi offerti saranno di qualità, nessuna impresa si lamenterà per i costi da sostenere. Ci aspettiamo che i laboratori del parco tecnologico vengano finanziati in larga parte dai privati e non solo dalla mano pubblica. E ci aspettiamo che la capacità di attirare risorse esterne sia un criterio di valutazione e determini anche le scelte riguardo alla prosecuzione della loro attività».

Talenti vs affitti: il paradosso Alto Adige

Ma come attrarre ricercatori e personale qualificato che al NOI – come nelle aziende innovative – dovranno lavorare? Il contesto economico (e il carovita) rischiano di essere un grande ostacolo. Giudiceandrea punta il dito sul costo di case e terreni. «In questi mesi in Alto Adige si sta discutendo di un tema che determinerà in maniera decisiva lo sviluppo della nostra terra. Parlo della riforma urbanistica. L’Alto Adige ha i terreni e le case più care a livello nazionale. C’è il grande rischio che il principio della perequazione attualmente previsto dal disegno di legge “Territorio e paesaggio” alzi ulteriormente i prezzi. La sfida comune è però quella di andare nella direzione opposta e invertire questa tendenza. Se un’impresa vuole ampliarsi o insediarsi, questo costituisce un’opportunità per tutto il territorio: ma in futuro sarà possibile solo se i terreni avranno costi accessibili. Lo stesso vale per le abitazioni dei nostri giovani e dei cervelli che sapremo attirare da fuori, in particolare per quanto riguarda il mercato degli affitti. Se accanto ad un lavoro qualificato e ben retribuito non sapremo offrire ai giovani degli alloggi a prezzi accessibili, allora rischiamo di perderli. La “guerra dei talenti” è in pieno svolgimento e dobbiamo fare in modo che l’Alto Adige sia attrezzato al meglio per affrontarla».

 

L’omaggio a Stefan Pan e al ruolo di una Confindustria forte

Continuità e innovazione, si diceva. L’esordio di Giudiceandrea non poteva non rimarcare il punto di partenza, quel manifesto per l’Alto Adige redatto sotto la guida di Pan che il successore ha voluto incorniciare e regalare al past president. Un contributo all’economia e al benessere generale che ancora non viene riconosciuto abbastanza. «L’industria altoatesina è diventata indispensabile per il territorio. Di più, ne costituisce il motore trainante. Il settore manifatturiero è quello che più di ogni altro contribuisce al PIL della nostra provincia e genera l’85 per cento dell’export. L’industria è il settore economico con le retribuzioni più alte e quello in cui i posti di lavoro sono più sicuri. Assieme alle sue imprese, in questi anni anche Assoimprenditori ha raggiunto nuove dimensioni. Una nuova dimensione nazionale – con la nomina di Stefan Pan a Vice-Presidente di Confindustria, per la prima volta nella nostra storia siamo rappresentati nel governo della nostra associazione nazionale di riferimento – e una nuova dimensione internazionale. Anche quest’anno ospiteremo a Bolzano il Business Forum tra Confindustria e BDI, un appuntamento che non è solo di enorme prestigio per il nostro territorio, ma che è soprattutto di sostanza: il futuro dell’Europa, la formazione dei nostri giovani, i cambiamenti imposti dalla politica energetica o da Industria 4.0 sono stati solo alcuni dei grandi temi affrontati negli scorsi anni. Da questi incontri – da Bolzano – sono sempre partiti impulsi decisivi». Orgoglio, ritrovato ruolo nazionale e una grande operazione culturale da portare avanti. «Quando all’estero racconto della nostra terra e delle nostre imprese, noto due cose: la prima è la sorpresa. Le nostre imprese spesso sono poco conosciute, l’industria altoatesina in generale è poco conosciuta. Accanto alla sorpresa noto però anche entusiasmo. Le nostre imprese, le prestazioni che riescono a ottenere giorno per giorno, sanno realmente entusiasmare! Insieme a voi vorrei far conoscere ancora di più le nostre imprese, il valore che creano per il nostro territorio, l’importanza che hanno per lo sviluppo della nostra terra. Vorrei che le nostre imprese diventassero motivo di orgoglio per l’Alto Adige, proprio come avviene per altri settori. Vi chiedo di condividere l’entusiasmo e la passione che abbiamo per le nostre imprese e il nostro lavoro. Se riusciremo a trasmettere questo entusiasmo e questa passione ai giovani, ai rappresentanti politici, ai partner sociali, allora sono sicuro che riusciremo a rendere il nostro territorio ancora più forte!»

Lu.B.

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