Alto Adige, 68 startup. Dai commercialisti 5 consigli per avviarne una

Cinque consigli per avviare al meglio una startup, superando così uno dei momenti più delicati, il primo passaggio dall’idea imprenditoriale alla sua realizzazione. Ci sarà anche uno stand informativo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bolzano nella terza «Giornata Startup» organizzata venerdì 5 maggio dalla Camera di Commercio di Bolzano nella propria sede (ore 14.30 -18.30, via Alto Adige 60). E in Alto Adige c’è voglia di (nuova) impresa: sono 68 le startup innovative altoatesine iscritte all’apposito registro della Camera di Commercio al 31/03/2017. Un numero considerevole: come densità di startup la provincia di Bolzano è all’ottavo posto nazionale. Venerdì 5 maggio ci sarà la possibilità, per chiunque avesse domande o dubbi, di consultare anche commercialisti esperti dell’avviamento di nuove attività imprenditoriali. Momento decisivo che va pianificato passo dopo passo.

Cinque consigli per far crescere la propria idea

zago«Avere una consulenza professionale al momento dell’avvio della propria attività è fondamentale per evitare errori che rischiano di affossare sul nascere idee vincenti – spiega Claudio Zago, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, proponendo cinque consigli ai futuri startupper –. Prima di tutto bisogna scegliere il giusto tipo di società da costituire. Solitamente, per le startup, la scelta ricade sulla Srl: permette una forte personalizzazione della struttura societaria e richiede un investimento economico limitato. È poi fondamentale marcare l’aspetto innovativo della propria startup: la legge prevede dei requisiti definiti sia per capire fino a quando la propria azienda è in fase di startup, sia per chiarire la cifra innovativa, che può essere prevalente e non solo esclusiva e soprattutto deve mettere insieme non solo innovazione di servizio o di prodotto, ma anche l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati».

Si arriva così al momento in cui formalmente si crea la nuova società. «Per iscriversi al registro imprese – spiega Zago – bisogna che venga soddisfatto almeno uno di questi tre requisiti: spese in ricerca e sviluppo maggiori o uguali al 15% della cifra più alta fra costo e valore totale della produzione, almeno due terzi di laureati magistrali fra i dipendenti oppure essere titolari, depositari o licenziatari di un diritto di privativa industriale». La startup nata ha così bisogno di recuperare fondi. «Spesso chi investe su un qualcosa di sperimentale tende a essere più diffidente. Per tutelare l’investitore e allo stesso tempo coinvolgerlo è necessario prevedere un accordo di investimento chiaro, che renda appetibile la scelta che andrà ad effettuare». L’ultimo consiglio, invece, riguarda lo statuto. «Ci sono varie possibilità per regolare il rapporto fra soci fondatori e quello con i soci finanziatori. Il diritto propone vari “abiti”, bisogna individuare quello giusto da far “indossare” alla propria startup. Ed ecco che ritorno a quanto detto all’inizio: affidatevi ad un professionista iscritto all’Ordine, sarà in grado di far crescere al meglio l’idea innovativa».

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