Vaccini buttati in Alto Adige, il caso finisce in Parlamento

È polemica in Alto Adige riguardo all’ondata di personale sanitario “no vax” che ha deciso di non vaccinarsi e che riguarda quasi il 50% degli operatori dell’Asl locale. Nell’occhio del ciclone ci sarebbero diverse dosi di vaccino anti-Covid che sarebbero state buttate in seguito a impreviste cancellazioni da parte degli operatori sanitari delle relative prenotazioni per l’inoculazione della dose a loro riservata. Dosi che sarebbero potute essere utilizzate per altre persone.

Una notizia che è stata confermata dal direttore generale della Asl Florian Zerzer all’ANSA: “Si tratta di quattro dosi, in così poco tempo non è stato possibile trovare rimedio. Si tratta di una struttura che non fa parte dell’Asl. Dopo una partenza un po’ a rilento e le polemiche per l’elevata percentuale di sanitari ‘obbiettori’, “per fortuna ora cresce il numero dei dipendenti dell’Azienda sanitaria disposti a farsi vaccinare”, ha spiegato.

Ad alzare la voce è stato soprattutto il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì: “Non staremo certamente a guardare, chiederemo che il danno causato, anche di immagine alla nostra provincia, nel pieno di un sacrificio nazionale di portata epocale sia risarcito. Senza se e senza ma. Un comportamento intollerabile e che produce anche un danno erariale.

 

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E il caso è finito già al Parlamento a Roma, con Fratelli d’Italia che ha presentato un’interrogazione di volta al ministro della Salute Roberto Speranza per chiarire come sia potuto accadere.”Chiediamo al governo di sapere quali iniziative intenda adottare al fine di integrare con urgenza la programmazione strategica e i relativi processi inerenti la campagna vaccinale anti Covid-19 affinché si eviti l’inutile spreco di dosi vaccinali e la conseguente sostituzione celere di chi non vuole sottoporsi a vaccinazione con altri soggetti aventi diritto”, hanno dichiarato in una nota, Francesco Lollobrigida capogruppo di Fratelli d’Italia e Marcello Gemmato, segretario della Commissione Affari Sociali della Camera.

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