Unione commercio, sette proposte per uscire dalla crisi

L’Unione commercio turismo servizi Alto Adige ha organizzato il primo grande evento per gli imprenditori del commercio, della gastronomia e dei servizi. Il motto dell’incontro a Castel Firmiano a Bolzano, è stato “Grande cinema – Una serata per l’economia altoatesina”. “Negli scorsi mesi molte persone hanno immediatamente capito ciò che noi sosteniamo da sempre: l’economia non è tutto. Ma è la base di tutto. In poche settimane, è diventato chiaro: quando il motore economico perde velocità, gli effetti sull’occupazione e sul benessere sono ingestibili e incontrollabili”, ha sottolineato il presidente dell’Unione Philipp Moser, che ha aperto l’evento insieme al vicepresidente Sandro Pellegrini e all’assessore provinciale al commercio e servizi Philipp Achammer. “È un evento anche per dire ‘grazie’ ai nostri imprenditori e ai collaboratori per il loro impegno”, ha spiegato Moser.

“Ci sono una serie di possibili soluzioni per superare questa crisi. Nient’altro che ciò per cui siamo impegnati da anni. Ad essere straordinariamente aumentate sono però la consapevolezza e l’urgenza della necessità di una strategia coordinata e della realizzazione di queste soluzioni”.

 

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Nel suo intervento di saluto il presidente dell’Unione ha presentato 7 possibili soluzioni che l’Associazione ritiene irrinunciabili:

  1. I centri urbani dell’Alto Adige vivono della loro attrattiva, della qualità della vita e della frequenza delle persone che vi si spostano e vi soggiornano. Affinché questa unicità dei nostri centri urbani vitali sia conservata e li mantenga punti di attrazione per le persone, occorre creare le relative condizioni per le attività che vi operano.
  2. Strettamente legata a questo è la misura del rafforzamento dei circoli economici locali. La nostra piccola economia vive principalmente di regionalità e di prodotti e servizi locali. Questo ciclo ha bisogno di essere stimolato.
  3. La concessione di vantaggi fiscali e il trattamento preferenziale nelle gare d’appalto per tutte le aziende con sede fiscale in Alto Adige.
  4. Necessaria una riduzione della burocrazia, una digitalizzazione efficace e soprattutto una standardizzazione della pubblica amministrazione. Ciò che serve sono banche dati centrali per i documenti che possano anche essere firmati digitalmente e non procedure e processi amministrativi diversi per ogni ufficio o Comune.
  5. La regolamentazione autonoma delle aperture domenicali e festive rimane una priorità per l’Unione. Mai prima d’ora la sensibilità e l’unità per questo tema è stata così alta come nel tempo presente. Questa nuova consapevolezza dovrebbe incoraggiare la politica a perseguire finalmente un regolamento su misura per l’Alto Adige. Le premesse sono già state fissate grazie alla corrispondente norma di attuazione allo Statuto di Autonomia.
  6. Rendere più flessibile il rigido mercato del lavoro. Le discussioni sul divieto di licenziamento, ad esempio, che deve essere esteso, non aiutano certo a garantire la libertà imprenditoriale e i posti di lavoro. Sono necessari altri mezzi per garantire posti di lavoro e, soprattutto, per crearne di nuovi.
  7. Fare pressione per introdurre una tassa digitale. I tempi sono maturi per una Webtax per i colossi digitali, che grazie all’ottimizzazione fiscale e al trasferimento in altri Stati, sostanzialmente non pagano le tasse sui fatturati realizzati. Una tassa digitale ha lo scopo di colmare evidenti lacune e scappatoie fiscali e quindi di rendere le aziende online responsabili. Attualmente, soprattutto nel settore del commercio al dettaglio, le aziende stazionarie si trovano in una posizione di enorme svantaggio competitivo rispetto ai giganti online.

“L’obiettivo è riuscire a riportare l’economia dell’Alto Adige allo stesso livello dell’inizio 2020 nel giro di uno-due anni”, ha riassunto Moser. Il vicepresidente Pellegrini ha invece affrontato il tema del rigido mercato di lavoro in Italia. “Il mio appello va alle parti sociali, affinché si facciano carico di una responsabilità collettiva e aprano a una maggiore flessibilità”, ha sottolineato il vicepresidente.

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