Unibz, il 74% dei laureati triennali lavora dopo un anno

Sono stati resi pubblici i risultati dei due rapporti del Consorzio Almalaurea (che comprende 77 atenei italiani) sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati. Si tratta di due analisi che prendono in esame, rispettivamente, le performance formative di circa 300.000 laureati in Italia nel 2021 e la loro condizione occupazionale a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo. La Libera Università di Bolzano si distingue per le prestazioni in alcuni campi, dove la differenza rispetto alla media degli atenei italiani è più marcata. In particolare, risaltano l’età media della laurea (laurea triennale): 23,9 anni rispetto ai 24,5 della media nazionale. Per quanto riguarda le magistrali, invece non esiste disparità e l’età di laurea è in linea con il dato italiano: 27,1 anni. Anche le magistrali a ciclo unico (Scienze della Formazione primaria a Bressanone) vedono un leggero vantaggio per i laureati unibz: 26,7 contro 27,0.

“Guardiamo con attenzione ai due rapporti di Almalaurea perché ci restituiscono una fotografia degli studenti e studentesse che abbiamo formato e che sono entrati nel mondo del lavoro, dove riescono a garantire un prezioso contributo in termini di competenze e conoscenze”, commenta il rettore di unibz, il prof. Paolo Lugli, “siamo fiduciosi che anche i nuovi corsi di laurea che inaugureremo a partire dall’autunno – Scienze enogastronomiche di Montagna, assieme allo chef tristellato Norbert Niederkofler, e Ingegneria elettronica e dei Sistemi ciberfisici – formeranno professionalità molto richieste e apprezzate. Nell’immagine molto positiva di unibz che esce dai rapporti, è significativa l’elevata fruizione di tirocini (in aziende, scuole, banche) e di periodi all’estero da parte dei nostri laureati rispetto a quelli*e delle altre università italiane”.

Chi sono i laureati della Libera Università di Bolzano?

I laureati nel 2021 dell’Università di Bolzano coinvolti nel XXIV Rapporto sul Profilo dei laureati sono 826. Si tratta di 468 di primo livello, 178 magistrali biennali e 180 a ciclo unico. Ciò che balza all’occhio – ma non risulta sorprendente data l’offerta trilingue caratteristica di unibz – è la composizione internazionale del suo corpo studentesco, rispetto alla media nazionale. La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 10,7%: l’11,3% tra i triennali (3,4 media italiana) e il 19,1% tra i magistrali biennali (6,3 media italiana). Il 22,8% dei laureati proviene inoltre da fuori regione; in particolare è il 28,2% tra i triennali e il 28,7% tra i magistrali biennali.

Età, regolarità e voto di laurea. La riuscita negli studi universitari

L’età media alla laurea è 25,2 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 23,9 anni per i laureati di primo livello (24,5 dato nazionale) e di 27,1 anni per i magistrali biennali (dato identico a livello nazionale). Più laureati unibz generalmente concludono il percorso di studi in corso rispetto ai colleghi del resto del Paese: in particolare il 66,5% tra i laureati triennali (60,1% totale) l’80,3% tra i magistrali biennali (67% totale). Nelle magistrali a ciclo unico, il divario è ancora maggiore: 86,1% contro 49,7%. Sul versante dei voti medi, invece, assistiamo a un leggero vantaggio sulle triennali (101,3 vs. 100,4) mentre nelle magistrali e nelle magistrali a ciclo unico i voti medi sono leggermente più bassi: rispettivamente 107,1 e 108,1 e 101,2 e 105,7.

Tirocini curriculari ed esperienze all’estero e lavoro durante gli studi: i punti forti di unibz

Il 74,9% dei laureati unibz ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi. È il 75,2% tra i laureati di primo livello (56,6% a livello nazionale) e il 72,0% tra i magistrali biennali (60,2 dato nazionale). Decisamente ampio il divario con il resto del Paese per quanto riguarda le esperienze all’estero. Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) il 26,1% dei laureati triennali (contro il 5,8% nel resto d’Italia) e il 16,8% dei magistrali a ciclo unico (14,0 totale). Infine, l’83,5% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è l’83,7% tra i laureati di primo livello (64,9 nel resto d’Italia) e il 78,0% tra i magistrali biennali (65,7% nel resto d’Italia). La differenza rimane anche per le magistrali a ciclo unico: 88,3% vs. 56,2.

Soddisfatti dell’esperienza universitaria?

Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa, Almalaurea ha preso in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti. L’88,7% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’86,8% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’86,7% dei laureati che le ha utilizzate, considera le aule adeguate. Più in generale, l’86,3% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 69,2% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 6,0% si iscriverebbe nuovamente allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

I laureati triennali a un anno dalla laurea

L’Indagine ha coinvolto 458 laureati triennali del 2020 contattati dopo un anno dal titolo (nel 2021). Il 54,2% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive ad un corso triennale). Dopo un anno, il 53,3% risulta ancora iscritto all’università. Per un’analisi più puntuale, pertanto, Almalaurea ha fotografato le performance occupazionali dei laureati di primo livello che, dopo l’ottenimento del titolo, hanno scelto di non proseguire gli studi universitari e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro. Isolando quindi i laureati triennali dell’Università di Bolzano che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea (42,7%), è stato possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 74,6% (74,5% dato nazionale). La retribuzione è in media di 1.591 euro mensili netti, più alta rispetto al dato nazionale di 1.340 euro.

I laureati di secondo livello a uno e cinque anni dalla laurea

I laureati di secondo livello del 2020 contattati dopo un anno dal titolo sono 359 (di cui 190 magistrali biennali e 169 magistrali a ciclo unico), quelli del 2016 contattati a cinque anni sono 174 (di cui 79 magistrali biennali e 83 magistrali a ciclo unico). Tra i laureati di secondo livello del 2020 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari al 91,0% (74,6% dato nazionale), un dato su cui influisce anche il fatto che si iscrivono alle magistrali persone che già lavorano. La retribuzione è in media di 1.645 euro mensili netti (1.407 euro, dato nazionale). Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2016, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari all’88,5% (in linea col dato nazionale di 88.5%) mentre la differenza retributiva rispetto al resto d’Italia si assottiglia. Le retribuzioni arrivano in media a 1.781 euro mensili netti (1.635 euro, dato nazionale).

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