Test sierologici, investiti 24 milioni di euro. E negli alberghi danno già buoni frutti

Stanno dando buoni frutti i test sierologici su chi opera nel settore turistico in Alto Adige. In due settimane sono stati effettuati ben 7.500 test, che hanno rilevato finora 25 casi di positività, soprattutto tra i lavoratori stagionali dall’estero. Lo ha annunciato quest’oggi l’assessore Thomas Widmann in conferenza stampa. L’obiettivo, ha spiegato l’assessore, è quello di ampliare i test anche alle badanti.

Prossimamente verrà inoltre aumentata la capacità di tamponi e portata da 2.500 a 5.000. “Un obiettivo importante è quello di poter identificare rapidamente il virus nei casi sospetti per poter evitare il rischio di ulteriori contagi. Per questa ragione è fondamentale procedere in maniera unitaria e soprattutto avere dei risultati attendibili visto che al momento sono disponibili numerosi test anticorpali con livelli di affidabilità molto diversi tra loro” ha sottolineato l’assessore Widmann. La Giunta provinciale ha poi fissato delle nuove linee guida direttive per i test sierologici, al fine di ottenere risultati più attendibili possibile. Per fare ciò verranno investiti ben 24 milioni di euro per l’effettuazione dei test e la conservazione dei campioni.

Verranno sottoposte prioritariamente ai test persone che sono particolarmente esposte al pericolo di infezione da Coronavirus, ad esempio operatori della sanità e di strutture assistenziali. Ad esempio, sono già stati eseguiti i tamponi a 8.840 dei 10.000 dipendenti dell’Azienda sanitaria. “Si tratta di un numero molto superiore ai circa 3.000 operatori che sono stati direttamente coinvolti nella lotta al Covid-19” ha affermato Widmann. Sono stati sottoposti a test inoltre 2.709 operatori della Croce Bianca, 64 medici di famiglia, 327 membri della Guardia di Finanza, 600 Carabinieri, 367 membri della Polizia di Stato, 17 della Corte dei Conti, 1.336 operatori dei Servizi sociali. Anche nelle residenze per anziani  sono già stati sottoposti al test 5.313 operatori (in sostanza quasi tutti), il 70% dei residenti nelle case di riposo, anche se non tutte le strutture sono state coinvolte dalla pandemia di Covid-19. Sono in corso test per altri gruppi professionali come i farmacisti, il personale delle cliniche private ed i giornalisti.

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