Tedeschi contro italiani: l'eterno ritornello elettorale altoatesino

È un sabato mattina, lascio aperte le finestre del mio appartamento per far entrare la luce e il sole. In sottofondo percepisco il vocio di chi passeggia lungo la strada e, pur distratto da altre faccende, non posso non accorgermi della varietà di lingue che riesco a sentire senza muovermi dal divano. In pochissimo tempo ne ho contate oltre una dozzina, il conto è facile: italiano, tedesco, inglese, cinese, spagnolo, francese, rumeno, arabo, urdu, indiano, un paio slave e un paio africane… Ormai, il mondo ci passa sotto casa e per non vederlo o almeno sentirlo occorre essere molto distratti o lavorare come politici e giornalisti. Queste ultime due categorie, soprattutto in Alto Adige, non mollano i vecchi occhiali con cui guardano il mondo e la polemica sugli italiani “rifiutati” dalle scuole tedesche ne è solo l’ultimo triste esempio.
Personalmente non ho mai apprezzato il sistema scolastico in vigore in Alto Adige, ma ormai non è una questione di opinioni, è un sistema che nel 2023 non si può considerare funzionale e razionale. Ne avevo già scritto qui, ma il prossimo ottobre si vota e da qui a sei mesi, molti politici e troppi giornalisti daranno enorme spazio alla questione e faranno di tutto per farci sentire delle vittime. Le uniche patetiche figure “eroiche” di questa epoca.
La comunità tedesca continuerà a sottolineare le angherie di Roma e  l'”invasione italiana” per permettere a chi governa da decenni questo territorio di reggere l’urto delle proprie divisioni. Una tecnica ormai desueta utilizzata allo scopo di raggranellare per l’ennesima volta un “raccolto” sufficiente a governare per i prossimi cinque anni senza intaccare un modello ormai fuori dal tempo.
Dall’altra parte, ci si sentirà vittima dell’arroganza dei tedeschi e dei loro privilegi e si rivendicherà l’italianità dell’Alto Adige, sottolineando quanto i sudtirolesi dovrebbero ringraziarci invece di maledirci.
Insomma, la solita manfrina in grado di rendere un epocale caso politico anche le indicazioni lungo i sentieri di montagna.
L’Alto Adige avrebbe la necessità di confrontarsi con l’impatto della pesantissima industria del turismo su un territorio particolarmente fragile, con un’impegnativa crisi idrica (a marzo) e con un modello di autonomia che continua a pensare che il mondo debba adattarsi all’Alto Adige e non il contrario. Problemi di difficile soluzione che rischiano di erodere il consenso, meglio tornare alle vecchie parole d’ordine.
Nel frattempo, in provincia di Bolzano mancano ingegneri e dottori, autisti e infermieri, i concorsi pubblici vanno quasi deserti e si pensa di risolvere tutto con interventi “cosmetici”, deroghe provvisorie, assunzioni a tempo determinato per non intaccare il “sacro” modello della proporzionale. Per il bene dell’Alto Adige servirebbero “visioni” e non stratagemmi, ma nessuno osa mettere in discussione un sistema che, al confronto al resto d’Italia, ha mostrato una serie di vantaggi, per cui si preferisce guardare altrove.

Vetrina in Yppenplatz (Brunnenmarkt Vienna)

Lontano dagli occhi di politici e giornalisti, chi parla una lingua diversa dall’italiano e dal tedesco è costretto a scegliere di aderire a un gruppo linguistico prestabilito anche se nel farlo mette inevitabilmente in crisi il sistema. Tornando alla questione “vittime”, andrebbe considerato il fatto che gli stranieri che lavorano e pagano le tasse qui, non possono votare, quindi non possono decidere come devono essere spesi i soldi che hanno versato. Questo è da considerare più o meno grave o ingiusto della scelta della lingua che si parla in un scuola.
Gli stranieri rappresentano oltre il 10% della popolazione residente, una percentuale ancora più alta della popolazione attiva, eppure, nessuno mostra un reale interesse per i loro diritti, in primis quelli politici che cambierebbero completamente l’approccio di chi governa.
La destra ama rappresentare gli immigrati solo come clandestini o criminali, mentre a sinistra ci si limita a contrastare la destra senza muovere un dito per il riconoscimento dei diritti degli stranieri e dei loro figli nati qui, italiani come noi, ma senza diritto di cittadinanza. Meglio preoccuparsi delle solite vecchie e circoscritte questioni “etniche”.  Come detto, a ottobre si vota, molti politici e troppi giornalisti cavalcheranno i  soliti temi credendo di sapere come va il mondo, mentre sempre meno gente si reca alle urne e ancor meno legge i giornali. Il tutto va a vantaggio del presidente Arno Kompatscher, che potrà dedicare tutta la sua campagna elettorale a confortare l’elettorato di destra, visto che a sinistra non ha concorrenza. Da quelle parti sembrano accontentarsi della mancata vittoria altrui, come dimostra ampiamente e quotidianamente la maggioranza politica che sostiene il sindaco di Bolzano.

Massimiliano Boschi

Immagine di apertura: Opera di Benno Simma in vetrina all’atelier “Tutto-Nix” di via Battisti a Bolzano

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