Superbonus 110% bloccato dalla Legge urbanistica provinciale, CNA: «Norma da cambiare»

La nuova Legge urbanistica provinciale (Territorio e Paesaggio) rischia di bloccare gli effetti benefici del Superbonus 110% sui risanamenti energetici degli edifici e sulla filiera dell’edilizia, oltre che sulla ripresa economica. Lo afferma CNA-SHV Unione degli Artigiani e delle Piccole e Medie Imprese, che si è fatta promotrice di un efficace meccanismo di applicazione dell’incentivo statale ma, adesso, registra intoppi causati dal quadro normativo provinciale che impediscono la realizzazione di alcuni cantieri per l’impossibilità di applicare i cappotti termici agli edifici per i limiti di cubatura o di distanza impossibili da rispettare.

“La Legge urbanistica – spiega l’architetto Gianni Sarti, direttore di CNA-SHV ed esperto di risanamenti energetici e insediamenti produttivi – è ormai in vigore dal 1° luglio scorso, ma basta parlare con i tecnici liberi professionisti e con gli amministratori pubblici per capire che le difficoltà interpretative ed i vuoti normativi siano tali da renderne spesso difficile o impossibile l’applicazione. Basti pensare che la Legge, per essere interamente applicabile, richiede un gran numero di regolamenti attuativi, una serie dei quali è ancora da redigere ed approvare. Nel frattempo i tecnici comunali, sollecitati da progettisti, committenti e imprese, devono ricorrere a continue domande a cui risponde un gruppo di lavoro costituito da rappresentanti del Consiglio dei Comuni e della ripartizione Natura, paesaggio e sviluppo del territorio della Provincia. Attualmente queste FAQ sono circa un centinaio, ma non è ancora chiara la valenza giuridica”.

Un’altra problematica di grande attualità è legata ai titoli edilizi necessari per l’attuazione del Superbonus 110%, sul quale stanno puntando molti condomini, i quali hanno messo al lavoro i progettisti ed i cui attuatori finali dovranno essere le imprese esecutrici, soprattutto quelle artigiane, anche grazie al meccanismo messo in piedi da CNA-SHV con CasaClima ed Euregio Plus per fornire assistenza tecnica e reperire i capitali necessari a coprire lo sconto in fattura.

 

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Per accedere al Superbonus gli edifici condominiali devono fare almeno due salti di classe energetica e questo è possibile principalmente applicando un cappotto termico sull’involucro dell’edificio. A tal proposito sono in vigore diverse delibere e regolamenti, tra cui quella sulla prestazione energetica in edilizia e quella sul calcolo della volumetria, ma risulta che nessuna al momento stabilisca per i cappotti termici deroghe per volumetrie e/o distanze dagli edifici.  Ne deriva che se un condominio ha già sfruttato tutta la cubatura urbanistica ammissibile o si trova alla minima distanza ammessa da altri edifici, con l’apposizione di un cappotto termico si verrebbe a trovare fuori norma e quindi impossibilitato ad usufruire del Superbonus.

“Si tratta di un problema non da poco, finora ignoto al grande pubblico – chiarisce Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV – e che d’ora in poi potrà costituire un serio ostacolo per alcuni condomini. La burocrazia ferma il Superbonus, con ricadute negative, alla fine, anche sulle imprese artigiane che non potranno procedere con i lavori. Ha senso che la Provincia da una parte elabori il Piano Klimaland 2050, il quale pone obiettivi che la dovrebbero portare ad una condizione di eccellenza territoriale per la sostenibilità ambientale e per l’efficienza energetica, e dall’altra lasci, si spera temporaneamente, irrisolti nodi normativi e burocratici che paradossalmente frenano proprio il conseguimento di quegli stessi obiettivi? Chiediamo un adeguamento immediato della Legge urbanistica per non disperdere tra articoli e commi della norma un potenziale notevole di investimento che darebbe grande beneficio all’ambiente, all’occupazione e alla ripresa economica”.

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