Gli studenti altoatesini incontrano i parlamentari: «Stop alla fuga di cervelli»

Lunedì, una delegazione della sh.asus ha incontrato il senatore Meinhard Durnwalder (SVP) e la deputata Renate Gebhard (SVP) a Roma per uno scambio di vedute. Diversi gli argomenti su cui discutere, come il riconoscimento dei diplomi stranieri. In questo ambito, così rilevante per le studentesse e gli studenti altoatesini, l’Italia blocca da tempo il riconoscimento “automatico” dei diplomi di Istituti superiori di qualificazione professionale e degli istituti superiori pedagogici (Pädagogischen Hochschulen), che possono essere riconosciuti solo attraverso il riconoscimento singolo dei esami, che è una procedura lunga e costosa.

“L’obiettivo della sh.asus è quello di fare pressione a tutti i livelli insieme a tutte e tutti le attrici e gli attori importanti – anche in Parlamento, per esempio attraverso interrogazioni e/o disegni di legge – affinché il riconoscimento dei titoli di studi corrispondenti venga finalmente semplificato”, dice il presidente di sh.asus, Matthias von Wenzl. “Nello spirito europeo del 21° secolo, non è accettabile che le laureate e i laureati debbano ancora ricorrere al riconoscimento dei singoli esami per poter tornare in Alto Adige dopo gli studi all’estero e dare il loro contributo con le loro conoscenze e competenze”, sottolinea il senatore Durnwalder. Il percorso già intrapreso sarà perseguito con coerenza e si lavorerà su una soluzione a medio termine. Il vicepresidente della sh.asus, Julian Nikolaus Rensi, sottolinea il significato economico generale del problema: “Soprattutto in considerazione della carenza di manodopera qualificata, che si sta facendo strada anche nel nostro paese, non dobbiamo porre altri ostacoli alle/ai giovani altoatesini che vogliono tornare a casa.”

Combattere la “fuga dei cervelli”, migliorare le prospettive per i giovani

Si è discusso intensamente anche del “Rientro dei Cervelli” – legge che dà dei benefici fiscali per le / gli italiane/i che hanno studiato all’estero per almeno due anni e tornano sullo stivale “Di per sé una misura gradita, che mira a combattere l’emigrazione di accademiche e accademici e lavoratrici e lavoratori qualificati”, spiega Matthias von Wenzl, “una misura la cui attuazione in Alto Adige, tuttavia, è massicciamente ostacolata da singole agenzie”, continua il presidente di sh.asus. Non poche altoatesine e pochi altoatesini che hanno effettivamente diritto ai sussidi hanno dovuto restituire migliaia di euro perché le autorità locali non riconoscono Innsbruck o Salisburgo come città all’estero. Rensi sottolinea che si ricorreva agli “argomenti” più avventurosi, come “Salisburgo è più vicina a Bolzano che a Roma”, e che l’unica via d’uscita per l’individuo era una “maratona legale attraverso tutte le istanze, che quasi nessuno può permettersi in giovane età”. Matthias von Wenzl aggiunge: “Questa prassi non è nient’altro che autorità arbitraria che non corrisponde né alla legge né alla realtà altoatesina e alle sue esigenze specifiche.” Tuttavia, almeno per alcuni dei punti controversi che offrivano spazio alle interpretazioni “creative” delle autorità competenti, la deputata Renate Gebhard è riuscita a fare passare un emendamento. Singole interruzioni del soggiorno all’estero (ad es. lavoro estivo in Alto Adige o prove del coro) non influiscono più sul calcolo dei due anni necessari all’estero per beneficiare dei privilegi. Secondo la delegata della Camera, “non è accettabile che una/o studente viennese, per esempio, che lavora in Alto Adige per un mese in estate, non sia poi più considerata/o una/o studentessa o studente straniera/o e non possa più beneficiare dei vantaggi fiscali. Il problema è anche di importanza politica, perché soprattutto per una minoranza linguistico-culturale la cosiddetta “fuga di cervelli” può essere svantaggiosa”. Anche se è stato raggiunto un successo parziale, i due parlamentari hanno detto che lavoreranno per affrontare le questioni problematiche rimanenti e trovare rapidamente una soluzione, il che richiederà molto tempo per via legislativa, ma sarà anche tanto più promettente per il successo.

Un terzo punto sollevato durante la riunione era la cosiddetta pensione di reversibilità per studentesse e studenti orfane/i. Per esempio, la sh.asus ha ricevuto informazioni da alcune/i studentesse e studenti che l’INPS locale (NISF) richiede la documentazione per il pagamento di questo beneficio da persone che studiano all’estero, il che è praticamente irrealizzabile in quanto nessuno può emettere i documenti richiesti. Di nuovo, i deputati hanno promesso di porre rimedio alla situazione. Insieme alla sh.asus, cercheranno di rimediare alla spiacevole situazione il più presto possibile.

Foto copertina: da sinistra a destra: Renate Gebhard, Julian Nikolaus Rensi, Matthias von Wenzl e Meinhard Durnwalder davanti all’entrata di Palazzo Madama.

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