Smart working, dati in controtendenza in Alto Adige
Buono il grado di digitalizzazione delle province autonome a livello nazionale, ma in ritardo rispetto all’UE: questo è il quadro che emerge dal rapporto annuale “L’economia delle province autonome di Trento e Bolzano” stilato da Bankitalia per il 2020.
Lo sviluppo digitale delle province autonome
Per quantificare la performance digitale delle due province autonome Banca d’Italia ha fatto ricorso ad un indicatore simile al DESI (Digital economy and society index), già utilizzato dall’UE per valutare gli Stati membri. L’analisi basata sul DESI considera cinque aree di interesse: la dotazione infrastrutturale e il grado di utilizzo delle reti, i livelli di competenza digitale dei cittadini, l’utilizzo dei servizi online da parte delle famiglie, il livello di digitalizzazione delle imprese e l’offerta di servizi digitali da parte della pubblica amministrazione. I risultati hanno evidenziato uno sviluppo digitale leggermente al di sopra della media nazionale, ma più basso se confrontato con la media europea. Unica eccezione per l’Alto Adige che in quanto digitalizzazione delle imprese non sembra avere eguali. Rispetto all’andamento nazionale, invece, Trentino e Alto Adige si distinguono positivamente soprattutto per quanto riguarda l’e-government e le competenze digitali della popolazione. Nei servizi digitali offerti dalla pubblica amministrazione è l’Alto Adige a primeggiare sulla vicina provincia, mentre nelle competenze digitali è la provincia di Trento a farla da padrona grazie anche all’elevato numero di laureati nelle discipline informatiche. Male , invece, per quel che riguarda la connettività: ritardi sia rispetto alla media nazionale che a quella europea, soprattutto a causa della limitata diffusione della banda larga veloce. Infatti, sono state coperte da internet veloce solo il 40% delle famiglie e meno del 20% dei comuni nel Trentino-Alto Adige, questo anche a causa delle difficoltà poste da un territorio prevalentemente montano. Nonostante ciò, la domanda di accesso ad internet è stata lievemente superiore alla media nazionale dal momento che circa l’80% delle famiglie disponeva di accesso a internet fisso o mobile, contro il 54,3% nel resto dello stivale.
Il ricorso allo smart-working
Se nello sviluppo digitale Trento e Bolzano sono state capaci di distinguersi positivamente a livello nazionale, lo stesso non vale per quel che riguarda il ricorso allo smart-working. I dati riportati da Bannkitalia evidenziano come i lavoratori dipendenti (escluso il settore agricolo) che hanno lavorato almeno parzialmente da remoto sono stati il 15,6% in Trentino e il 12,3% in Alto Adige, contro il 14,8% nel resto d’Italia. Il settore pubblico, in linea con l’andamento nazionale, è stato fortemente interessato dal lavoro agile a causa delle normative anti-COVID emanate a livello provinciale. Sorprende invece il minor ricorso allo smart-working in Alto Adige nel settore dei servizi ad alta intensità di conoscenza, dato in forte controtendenza rispetto alla vicina Trento e al resto del Paese. Si evidenzia poi il fatto che le aziende più grandi sono state maggiormente interessate dalla possibilità di lavorare da casa anche a causa degli investimenti in tecnologie digitali precedenti alla pandemia.
Axel Baruscotti