Ricerca scientifica, rinnovati gli accordi tra la Provincia e i partner in lingua tedesca

Per promuovere maggiormente la ricerca e l’innovazione la Provincia si basa, da diversi anni, sulle proprie competenze autonomistiche. Lo ha annunciato ieri (10 agosto) il presidente della Provincia facendo riferimento alla promozione della ricerca decisa dalla Giunta provinciale nel 2017 con la quale la Provincia mira ad intensificare ed internazionalizzazione l’attività di ricerca nelle apposite strutture altoatesine. Dato che in Italia non esiste una promozione sistematica dei progetti di ricerca scientifica e, ad oggi, non esiste nemmeno un fondo per la scienza, e gli enti di ricerca altoatesini, ad eccezione della Libera Università di Bolzano o dell’Azienda sanitaria, sono per lo più esclusi dai finanziamenti ministeriali, la Provincia si sta profilando nel campo del finanziamento della ricerca e soprattutto nella valutazione di progetti di ricerca bilaterali integrati con partner riconosciuti. Dal 2018 è in atto una collaborazione con il Fondo austriaco per la scienza e dal 2020 con la Fondazione tedesca per la ricerca (DFG), la Fondazione nazionale svizzera per la scienza (FSNS) e la Fondazione nazionale lussemburghese per la scienza (FNR).

Finanziamento della ricerca: cooperazione con quattro partner

Il proseguimento degli accordi di cooperazione con DFG e SNF è stato siglato oggi a Palazzo Widmann a Bolzano. La nuova convenzione con il DFG, valida fino al 31 dicembre 2026, è stata firmata dal presidente della Provincia, dal vicepresidente della Fondazione tedesca per la ricerca e dalla direttrice della Clinica medica di gastroenterologia, malattie infettive e reumatologia presso la Charité di Berlin, Britta Sigmund. L’accordo di collaborazione fino alla fine del 2027 con il Fondo Nazionale Svizzero era già stato firmato dal Presidente del Consiglio delle Ricerche del FNS, Matthias Egger, e dalla direttore del FNS, Angelika Kalt; la responsabile del dipartimento Progetti di finanziamento della ricerca, Simona Berardi Vilei, ha consegnato oggi il documento al presidente per la firma da parte della Provincia di Bolzano.

La firma degli accordi di cooperazione e la presenza a Bolzano di alti rappresentanti delle varie strutture per la ricerca scientifica hanno dato l’opportunità per fare il punto sulla cooperazione altoatesina in materia di finanziamento della ricerca, ma anche per approfondire nel suo complesso la cooperazione scientifica nell’ambito dell’area linguistica tedesca. All’evento di oggi era presente anche il Fondo scientifico austriaco FWF, con il suo vicepresidente, Georg Kaser.

Presentate sinora 129 domande di progetto

Il presidente dell’Euarc, Roland Psenner, e il vicerettore per la Ricerca presso la Libera Università di Bolzano, Johann Gamper, hanno offerto approfondimenti sulla specifica cooperazione tra Eurac e la Libera Università di Bolzano con istituti di ricerca stranieri. Otto dei quindici progetti di ricerca transfrontalieri, che sono già stati approvati e finanziati, sono stati poi brevemente presentati dai ricercatori coinvolti.

Tutti i soggetti coinvolti hanno sottolineato quanto sia importante nella scienza moderna il collegamento in rete degli istituti di ricerca: questo vale sia in tutte le discipline all’interno dei Paesi che a livello europeo. Un altro vantaggio pratico è che gli accordi di cooperazione di questo tipo offrono ai ricercatori un accesso flessibile e pianificabile con pochissima burocrazia.

Britta Siegmund ha parlato di “una storia di successo di queste reti bilaterali e multilaterali, che continueranno a essere un motore dello sviluppo della ricerca europea”. Esempi come il cambiamento climatico, le pandemie o il cambiamento demografico dimostrano che è meglio affrontare queste sfide insieme che da soli”. Simona Berardi Vilei ha paragonato la Svizzera all’Alto Adige: “Entrambi i Paesi sono piccoli e multilingui. La cooperazione aiuta a mantenere alta la qualità della ricerca e ad essere forti in Europa”. Secondo Berardi Vilei, le numerose applicazioni e feedback degli istituti di ricerca svizzeri dimostrano: “C’è una grande voglia di lavorare con l’Alto Adige”.

Da quando questo nuovo piano di finanziamento è stato lanciato all’inizio del 2019, FWF, FNS, DFG e FNR hanno ricevuto un totale di 129 domande di progetti che coinvolgono l’Alto Adige. Delle 97 domande di progetto che sono già state esaminate, 15 sono state valutate come ottime e sono state quindi approvate per il finanziamento, che corrisponde a un tasso di finanziamento del 15,5 per cento, eccellente media internazionale. Il tasso di finanziamento per i programmi dell’UE, ad esempio, è spesso anche al di sotto del dieci per cento. Sono ancora in fase di valutazione 32 progetti già presentati. Ulteriori domande possono essere presentate in qualsiasi momento. Informazioni su queste tematiche sono disponibili nell‘apposito portale provinciale.

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