Verso le prime riaperture, il mondo economico altoatesino: «Ora lasciateci lavorare»

È unanime il coro che si alza dal mondo dell’economia e del commercio altoatesino: “Lasciateci riaprire”. I strabilianti risultati del maxi screening di massa in Alto Adige ha posto le basi per una riapertura delle attività in massima sicurezza e ora CNA, HGV e Camera di Commercio sperano in misure adeguate per far tornare a lavorare i migliaia di imprenditori del territorio e per riaprire i comprensori sciistici. Misure necessarie per parrucchieri, bar e ristoranti per salvare almeno il periodo natalizio alle porte. Oggi, durante la seduta di Giunta provinciale si decideranno quali attività potranno riaprire a partire da lunedì 30 novembre.

Nel mese di novembre è stimata una perdita di 80 milioni di euro a causa del lockdown nel settore del commercio. In vista di dicembre l’Unione ha lanciato un appello: “Riaprire il prima possibile, altrimenti tanti esercenti chiuderanno per sempre”.

 CNA: “Riaprire aziende chiuse, almeno quelle scoperte dai ristori come i parrucchieri”

L’Unione degli Artigiani CNA invita la Giunta provinciale, dopo il necessario confronto con gli esperti, a valutare l’adozione di azioni immediate che diano un segnale di ripartenza all’economia: “Con le cifre attuali, che individuano meno dell’1,% di contagiati rispetto a oltre 343mila test effettuati – evidenzia Corrarati – riteniamo possano esserci le condizioni perché un parrucchiere, un estetista, un titolare di gastronomia, un negoziante o un ristoratore – peraltro dotati di protezioni e rispettando il distanziamento, gli ingressi contingentati o su prenotazione, la sanificazione periodica – possano riaprire con fiducia, applicando i protocolli di sicurezza. La possibilità che vengano a contatto artigiani contagiati e/o clienti contagiati, peraltro tutti dotati di protezione e a debita distanza, ci sembrano ridottissime finché si rimane all’interno dei confini dell’Alto Adige, territorio ormai mappato dallo screening”.

“Ecco perché – aggiunge Corrarati – ci sembra opportuno riaprire prima possibile, già in questa settimana, tutte le attività economiche chiuse per l’emergenza sanitaria e attualmente scoperte dai ristori statali, in assenza peraltro di misure compensative provinciali. È il caso dei parrucchieri, chiusi in Alto Adige ma aperti nelle zone rosse di tutta Italia. Anche la riapertura graduale dal 30 novembre, alla scadenza dell’ordinanza in vigore, per tutte le attività artigianali con laboratorio e negozio di vendita, dai centri estetici agli artigiani artistici, dalle gastronomie ai cantieri, sembra assolutamente sostenibile”.

 

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HGV: “Riapriamo gli esercizi ristorativi”

L’Unione Albergatori e Pubblici Esercenti (HGV) vede la grande partecipazione al progetto “test rapidi in Alto Adige” come una grande prova di responsabilità e senso civico. I cittadini in Alto Adige hanno mostrato di essere pronti ad affrontare e superare insieme questo periodo di restrizioni a livello personale ed economico. “Anche se si tratta di un’istantanea della situazione dovrebbe essere presa come base per un allentamento delle misure di restrizione della vita sociale ed economica e contribuire a far uscire l’Alto Adige dalla zona rossa”, sottolinea il presidente dell’HGV Manfred Pinzger.

L’HGV chiede inoltre che i bar e i ristoranti possano nuovamente aprire nel rispetto delle misure di sicurezza. “Questi esercizi dopo il primo lockdown hanno investito molto nella sicurezza dei propri clienti e sono nuovamente stati i primi a dover chiudere. Adesso è giunto il momento di offrire al settore gastronomico una prospettiva, anche per quanto riguarda i dipendenti”, chiede Manfred Pinzger.

Camera di Commercio: “Aprire i comprensori sciistici altoatesini prima di Natale”

Negli ultimi mesi i gestori degli impianti sciistici altoatesini hanno sviluppato un piano di sicurezza valido e hanno attuato numerose misure per evitare i contagi da Coronavirus. Tali investimenti sono stati effettuati dai comprensori sciistici per poter riprendere la loro attività in inverno quanto prima possibile e per permettere agli altoatesini e alle altoatesine di andare a sciare. “In Alto Adige molti posti di lavoro dipendono dal settore sciistico. Se non si dà la possibilità ai comprensori sciistici altoatesini di aprire già prima delle vacanze di Natale, nel rispetto delle disposizioni di sicurezza elaborate, la maggior parte del loro fatturato andrà persa. Ciò significa che, se gli impianti apriranno solamente a gennaio, molti posti di lavoro sono a rischio”, avverte il Presidente della Camera di commercio di Bolzano Michl Ebner.

Inoltre, sciare è uno sport che si pratica all’aria aperta e in cui non vi è un contatto diretto tra le persone. Solamente sugli impianti di risalita e nei rifugi devono essere attuate delle particolari misure di sicurezza, cosa che in Alto Adige, visto il numero attuale di contagiati, è possibile fare. Diversamente, anche i treni e gli autobus pubblici non dovrebbero circolare. “In Alto Adige vi sono meno contagiati di quanto si riteneva originariamente. Per questo bisognerebbe allentare un po’ le misure di contenimento per permettere ai comprensori sciistici di riprendere la loro attività prima delle vacanze di Natale”, afferma Alfred Aberer, Segretario generale della Camera di commercio di Bolzano.

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