Merano, tre mostre a Palais Mamming per riscoprire il piacere dell'arte

In un anno eccezionale anche l’estate di Palais Mamming Museum non può che essere particolare e densa di nuova energia. Il Museo, oltre al percorso permanente, offre quest’anno infatti ai visitatori ben tre mostre temporanee in contemporanea.

I love Wandelhalle

La prima iniziativa è dedicata alla Wandelhalle, la struttura in ferro lavorato posta lungo la Passeggiata Lungopassirio e costruita 130 anni fa (1891), perfettamente conservatasi sino ai giorni nostri. Con le sue forme in stile floreale avviluppate dai glicini, essa è la perfetta sintesi del Kurort Merano, che proponeva ai suoi ospiti attenzione per la salute ed eleganza al contempo. La Wandelhalle è oggi uno dei simboli della Belle Époque meranese e non è casuale che nella sua Ehrenhalle, la loggia d’onore, abbiano trovato posto i busti di alcuni dei maggiori artefici della “nuova Merano”, quella della rinascita turistica ottocentesca. La mostra illustra innanzitutto la storia di tale struttura, includendo ed esponendo alcuni dei grandi dipinti a muro che originariamente la decoravano, oltre a documenti che ne hanno caratterizzato le vicende. Una sezione della mostra, al secondo piano del Museo, presenta anche la vasta gamma di proposte terapeutiche che nella Merano dell’epoca venivano offerte agli ospiti, tra cui la cura a base di siero di latte, la cura dell’uva e la cosiddetta “terrainkur”. La mostra non si limita a Palais Mamming: alcune panchine distribuite nella città segnalano infatti punti significativi dell’offerta del turismo curativo: tutti i punti sono evidenziati in una piantina che al termine il visitatore può poi portare con sé, alla scoperta di una ulteriore porzione della città di Merano.

La mostra “I love Wandelhalle” ha poi un focus ulteriore e invita ad una particolare riflessione. La mission di Palais Mamming Museum non è infatti solo quella di curare e valorizzare l’ampia collezione del Museo Civico, ma anche quella di salvaguardare e restaurare i monumenti pubblici della città. La mostra evidenzia, con alcuni esempi, inclusa la Wandelhalle, quanto ciò sia complesso e dispendioso, non solo per ovviare alle usure del tempo ma soprattutto per riparare ai danni provocati dai troppi vandalismi, che determinano costi elevatissimi per la comunità e sottrazione di risorse per altre iniziative.  La mostra “I love Wandelhalle” è dunque sia un omaggio a una vera gemma del turismo meranese, e una ricostruzione della sua storia, sia una riflessione sul notevole impegno che città e cittadini/e devono porre nella cura e nella preservazione del proprio patrimonio storico e culturale, contro ogni forma di incuria o sfregio.

Mamming for Artists

Questo difficile tempo pandemico impone sfide nuove e richiede soluzioni inedite. Per sostenere gli operatori dell’arte coeva Palais Mamming Museum ha messo alcuni spazi del Museo a disposizione di quaranta artiste e artisti meranesi, rappresentati ognuno da una propria opera. Le adesioni all’appello, pubblicizzato dai media, erano libere, vincolate solo al rispetto degli spazi dati. Le adesioni sono risultate notevoli, superiori al previsto, e permettono così di offrire ai visitatori uno spaccato significativo del panorama artistico della città sul Passirio.

A Palais Mamming, sino al 12 settembre 2021, espongono quindi Walter Blaas, Giovanni Bucci, Claudio Calabrese, Jakob De Chirico, Aldo De David, Stefano Del Piccolo, Fabio D’Isep, Renato Donati, Ulrich Egger, Stefan Fabi, Michele Febbraio, Monika Fiechter Rossi, Thomas Fleischmann, Niccolò Gaggio, Werner Gasser, Andreas Geier, Petra Holzknecht, Elisabeth Hölzl, Margit Klammer, Ivo Mahlknecht, Christian Martinelli, Pierluigi Mattiuzzi, Carmen Müller, Elisabeth Oberrauch, Davide Perbellini, Margaretha Pertoll, Gigi Picelli, Anuschka Prossliner, Paolo Quaresima, Leonardo Roperti, Hubert Scheibe, Matthias Schönweger, Thomas Sterna, Martin Suiter, Georg Tappeiner, Mario Trippa, Stefan Tschurtschenthaler, Júlia Ventura Bruguera, Peter Verwunderlich e Petra Weithaler.

Sono opere tra loro differenti per tematica e per tecnica, condizionate solo – per evidenti ragioni di spazio – dal formato massimo 1×1 metro: ne è emersa una mostra originale, anche in virtù di un allestimento che ha posto particolare attenzione all’insieme. Gli artisti come singoli e come squadra, l’arte del nostro tempo in relazione con un luogo insolito, il Museo della città in dialogo con i suoi artisti.

Evolving Settings

Palais Mamming Museum, in collaborazione con Kunsthalle West, ospita al terzo piano una personale dell’artista Elisa Grezzani intitolata significativamente “Evolving Settings”. In essa è esposta la sua più recente produzione artistica, con pittura in grandi formati e opere su carta. L’esposizione si accompagna a installazioni “site specific” nel centro città di Merano: l’iniziativa non si limita infatti a Palais Mamming ma coinvolge anche ulteriori location quali l’Hotel Aurora e il negozio Oberrauch Zitt. Trasgredire lo spazio è un aspetto importante nell’arte di Elisa Grezzani, che a Merano lo utilizza in modo ancora più deciso per conquistare sia il contesto architettonico che quello urbano. La sua pittura è un sistema aperto, i cui elementi fluttuanti tentano di espandere la superficie del dipinto. I visitatori sono invitati a camminare su alcune opere per vederne altre appese alle pareti. Tra ermeneutica ed erotica il lavoro pittorico di Elisa Grezzani sceglie decisamente il secondo polo, con opere che stupiscono per la loro energia e il loro colore, per una generale felicità nella realizzazione e nella fruizione. Una felicità contagiosa in grado di rinvigorire i sensi e ricordare come la nostra presenza corporea e percettiva sia fondamentale per vivere con consapevolezza la propria vita. I colori hanno un forte carattere contemporaneo, sono intensi e quasi fluorescenti. Rimandano a un’esperienza tutta legata all’oggi, non sono naturalistici ma volutamente artificiali, al limite del sintetico.

Eppure nel loro attento dosaggio, nelle stesure sviluppate per sovrapposizioni, accostamenti, trasparenze e coperture, riescono a raggiungere anche una forma di sofisticato equilibrio, quasi una classicità che non ci si aspetterebbe di riscontrare visti gli ingredienti esplosivi di partenza.  Questa forma di bilanciamento, infatti, conserva tutta la potenza delle singole spinte energetiche e fughe centrifughe dissonanti che trovano però un’armonia nella reciproca influenza, senza venire attenuate o perdere la loro satura purezza. L’opera si pone così come organismo complesso che non richiede però di essere decostruito o analizzato ma attende semplicemente – come se ciò fosse poco! – la disponibilità a un incontro con il fruitore, in un’occasione di mutuo e silenzioso arricchimento. L’artista, previa prenotazione (info@elisagrezzani.com), sarà a disposizione del pubblico il 7.08, il 12.08, il 4.09, l’11.09, il 18.09 e il 25.09.2021 dalle ore 14.30 alle 17.00 per una visita guidata dal carattere più intimo e personale attraverso le diverse location.

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