Musei altoatesini: nel 2020 visite crollate del 70%, ma cresce la presenza sui social

Nel 2020, quando ci sono state chiusure temporanee a causa della pandemia, i musei altoatesini hanno registrato circa 656.000 visitatrici e visitatori, quasi il 70% in meno rispetto all’anno precedente, quando erano oltre 2 milioni di persone. Le realtà museali in provincia di Bolzano che hanno aderito all’indagine ASTAT sono state 107. Gli enti gestori dei musei sono principalmente istituzioni o persone private, con una percentuale pari al 49,5%. Seguono i Comuni (26,2%), la Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige (14,0%), le istituzioni ecclesiastiche (2,8%), altri enti pubblici (1,9%) ed infine altri gestori (5,6%).  Mediamente i musei sono aperti al pubblico per circa 30 ore la settimana, distribuite su cinque giorni. A causa dell’emergenza COVID-19, nel 2020 i musei sono stati chiusi per periodi più o meno lunghi. Rispetto al 2019, quando i musei sono stati aperti per una media di 189 giorni, l’apertura nell’anno di riferimento 2020 è stata di soli 121 giorni.

I musei maggiormente visitati nel corso del 2020 sono stati i musei nei castelli e quelli a tema arte e artigianato, ciascuno con una quota del 18,0%. La distribuzione percentuale di visitatori e visitatrici tra le varie tipologie di musei segue, in generale, la numerosità dei musei della stessa tipologia (vedi grafico 1). Fanno eccezione i sette musei archeologici, pre- e protostorici, che hanno un’alta percentuale di visite (16,9%), presumibilmente per la presenza della mummia glaciale “Ötzi”.

In seguito all’emergenza COVID-19 e quindi alla chiusura temporanea, ma anche alla trasformazione digitale in generale, un gran numero di musei sta facendo ricorso ai social media. Durante la pandemia, il 65,4% dei musei ha attivato o aumentato la sua presenza su Facebook, Instagram, Twitter, ecc. e/o sul web, il 63,6% ha iniziato o aumentato la sua presenza su un sito o piattaforme web. Sono stati offerti anche tour virtuali online (29,0%), sono stati introdotti incontri in streaming (21,5%) o sono stati resi disponibili online cataloghi digitali delle collezioni (16,8%). Il 15,9% dei musei ha fornito servizi online come laboratori, formazione, seminari.

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