Bolzano rinuncia ai mercatini di Natale: «Pensiamo ad iniziative alternative»

Non solo Trento ma anche l’Alto Adige rinuncerà al tradizionale Mercatino di Natale. Impossibile, secondo i pareri giuridici, rispettare i paletti fissati dal nuovo Dpcm di palazzo Chigi. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi durante la sua consueta conferenza stampa online: “Sarà difficile. E’ tutto molto complicato, perché non sono consentiti cibi e bevande che non vengano consumate ai tavoli, è difficile controllare la distanza e il numero delle persone. Settimana prossima – ha aggiunto – ci sarà una riunione con tutti gli interessati anche degli altri mercatini e con il governatore Kompatscher e si vedrà cosa si potrà fare”, ha concluso il sindaco. Adesso, vista questa pesante rinuncia che equivale ad una grande perdita in termini di turisti, si sta pensando ad un eventuale programma alternativo nel pieno rispetto delle misure anti-covid.

 

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Anche a Trento il sindaco Franco Ianeselli ha detto che probabilmente non si farà. “Alla luce della situazione dei contagi e di quanto contenuto nel Dpcm consideriamo che i mercatini non ci siano, al momento tutto spinge in quella direzione. Abbiamo anche detto che teniamo al Natale di comunità, quindi potremmo pensare ad altre forme, ma che non ci possano essere i mercatini come è stato negli anni scorsi mi pare ovvio. Al momento ci sembra improbabile che si possano tenere”, commenta il sindaco Franco Ianeselli.

Il commento dell’Unione Commercio Alto Adige

“Abbiamo valutato gli sviluppi degli ultimi giorni con rinnovata attenzione. Sulla base della nuova ordinanza d’urgenza l’offerta gastronomica ai Mercatini non è più possibile. E senza stand gastronomici i Mercatini perdono molta della loro attrattività, anche per i gestori degli stand”, spiega il presidente dell’Unione Philipp Moser chiarendo uno dei motivi principali per la decisione. Secondo dei calcoli di massima interni, e dopo aver consultato i gestori degli stand dei cinque maggiori Mercatini di Natale, è risultato chiaro che le spese attualmente previste non potrebbero in alcun modo essere coperte dai guadagni prevedibili. Si tratta anche di evitare gli assembramenti di persone e di ridurre al minimo il rischio di contagio, precisa Moser. La salute di tutti rimane la massima priorità. In questa fase particolarmente delicata bisogna evitare al massimo ulteriori lockdown – per il bene dei datori di lavoro e dei dipendenti. “Assistiamo quotidianamente a un aumento di contagiati, e le previsioni non lasciano sperare in un’inversione di tendenza”, chiarisce il presidente dell’Unione.

“Ciò non vuol dire nascondere la testa nella sabbia. Al contrario: in questo momento abbiamo l’opportunità unica di ripensare questo vero e proprio segno di riconoscimento dell’Alto Adige, ideando nuovi modelli e contenuti, per ripartire nel 2021. I centri urbani dell’Alto Adige vivono della loro attrattività, qualità della vita e frequenze delle persone che li frequentano e vi si intrattengono”, conclude il presidente dell’Unione Philipp Moser.

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