Merano, il primo viaggio del bus senza conducente

Qualche centinaio di metri per un mezzo elettrico, un grande percorso per la guida autonoma in Italia. Ed è meglio segnarsi data e ora: erano passate da poco le 9 di lunedì 25 novembre quando a Merano è stato effettuato il primo viaggio – aperto al pubblico e su percorso urbano riservato – di un minibus elettrico da 15 posti senza conducente. Una sperimentazione che durerà una settimana. E non è un caso che si svolga in Alto Adige: la green region, all’avanguardia per quanto riguarda sostenibilità e innovazione (soprattutto nel campo dell’automotive), baricentro fra Nord e Sud d’Europa. «Il futuro della mobilità è digitale e connesso. Per questo, stiamo lavorando per far sì che il trasporto pubblico sia preferito all’automobile di proprietà. Dunque, voglio invitare tutti i cittadini a testare l’autobus a guida autonoma per conoscere questa nuova modalità di trasporto» – dichiara Daniel Alfreider, assessore alla mobilità della Provincia Autonoma di Bolzano.

Best practice

Ed è proprio quello di allinearsi alle migliori best practice europee l’obiettivo della sperimentazione del mezzo elettrico, silenzioso e capace di «leggere» il percorso con la massima sicurezza. Per un’intera settimana, fino al primo dicembre dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, i cittadini interessati avranno come punto di ritrovo lo stand informativo in via dei Giardini. Là dove partono, a ciclo continuo, le corse dello shuttle che percorre, in poco meno di 10 minuti, un anello urbano chiuso al traffico pedonale ed automobilistico, lambendo in maniera esclusiva il centro storico. Merano si trova così al centro della sperimentazione italiana sulla guida autonoma grazie al progetto Mentor, finanziato con 1,5 milioni di euro dal programma di cooperazione europea Interreg V/A Italia-Svizzera. Un progetto europeo che vede come capofila i Comuni di Merano e Brig-Lis (in Svizzera) e come partner tecnologici NOI Techpark, il polo dell’innovazione dell’Alto Adige, Sasa e PostAuto, due aziende che da sempre mettono insieme servizi di mobilità e nuove tecnologie.

«Mentor porta la mobilità del futuro a Merano, con un autobus che è molto più di un semplice e-bus a propulsione autonoma. Con bike sharing, carpooling e bus a chiamata, prenotabili in tempo reale semplicemente tramite smartphone, offriamo soluzioni di mobilità su misura, tagliate su esigenze individuali. Un tipo di mobilità che stiamo testando, così da poter contribuire, con l’esperienza diretta dei nostri cittadini, al suo progressivo sviluppo» – commenta Madeleine Rohrer, assessore alla mobilità del Comune di Merano. Come confermato dal sindaco, Paul Rösch, infatti, il nuovo autobus è stato molto apprezzato dalla cittadinanza con moltissime persone entusiaste per il viaggio già effettuato.

«Immaginare la mobilità nelle regioni alpine, con dinamiche totalmente diverse rispetto a quelle delle grandi città nelle zone altamente urbanizzate, è una sfida che ci stimola – spiega Hubert Hofer, vicedirettore di NOI Techpark –. E il nostro innovation district che mette insieme aziende e centri di ricerca, laboratori e università, nel cuore delle Alpi, fa del matrimonio fra innovazione e salvaguardia dell’ambiente uno dei principali temi di sviluppo. Con grande attenzione a tutto quanto riguarda veicoli e mobilità, tanto che apriremo nel 2021 una sede a Brunico completamente dedicata all’automotive».

Merano shuttle electronic

Il veicolo

A fornire lo shuttle è l’azienda francese Navya, insieme al suo partner italiano I-Mobility Garage. Navya è il leader mondiale nella guida senza conducente con oltre 1,5 milioni di km già percorsi in guida autonoma nel mondo e più di 20 Paesi che hanno autorizzato questo tipo di sperimentazioni. In Europa, Navya opera in Francia, Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Lussemburgo, Norvegia, Svezia, Principato di Monaco ed Estonia. Il direttore di I-Mobility Garage, Roberto Maldacea, conferma che lo shuttle in test a Merano è dotato di un sistema sviluppato da Navya che combina la più moderna sensoristica, utilizzando ben 17 satelliti e un sofisticato sistema Gps, già pronto a operare in ambiente 5G. Per accordi internazionali, la velocità dello shuttle è limitata a 25 km/h e il margine di errore del veicolo è solamente di un centimetro, essendo dotato di una tecnologia progettata per circolare soprattutto nei centri storici, nelle zone a traffico limitato, nelle aree pedonali, negli ospedali, nei campus universitari, nei parchi tematici o nelle aziende. Ospita a bordo 15 persone compreso un responsabile del flusso e deflusso del pubblico che ha anche il compito di informare e rispondere a domande e curiosità. Il personale di I-Mobility Garage, che importa e assiste in Italia lo shuttle Navya, sarà infatti a bordo durante tutta la sperimentazione in programma a Merano così da migliorare l’esperienza degli utenti.

Navya e I-Mobility Garage, inoltre, sono fiduciosi che anche in Italia si possano autorizzare presto, come il resto d’Europa, le sperimentazioni di mezzi senza conducenti su strade aperte al pubblico, per essere in linea con lo sviluppo delle più moderne tecnologie applicate alla mobilità sostenibile e per trasferire l’esperienza e la conoscenza acquisita al grande pubblico.

Il progetto

Mentor, progetto della durata di tre anni, punta a ripensare la mobilità delle regioni alpine di Alto Adige e Svizzera. E a farlo con un sistema ad hoc, funzionale per territori dove non ci sono metropoli ma tante città di dimensioni ridotte da collegare fra loro. Sono tre gli assi sui quali si muove il progetto: costruire e implementare un servizio di bike sharing, creare la cultura (e una piattaforma) per il car pooling e ripensare il concetto del trasporto pubblico in chiave on demand, raccogliendo le richieste degli utenti e creando per loro un servizio tailor made.

Marion Egger

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