M49, fuga per la libertà: dal Trentino all'Alto Adige, i 40 giorni dell'orso più ricercato d'Italia

L’orso più ricercato d’Italia lo abbiamo qua in Alto Adige. M49 continua a scorrazzare per i boschi del territorio dopo essere scappato più di un mese fa (14 luglio) dall’area faunistica del Casteller. Catturato in Val Rendena, l’orso bruno è riuscito a fuggire dal recinto in cui era stato rinchiuso, un’area boscata di circa 8.000 metri realizzata per il contenimento fino a tre esemplari di orso, rompendo una recinzione elettrica, passando da un’area all’altra, infine sfondando una seconda barriera elettrica e scalando la rete elettrificata con un balzo di oltre 2 metri e mezzo. Sul posto c’erano due agenti forestali armati che però, vista l’aggressività dell’animale, si sono allontanati precipitosamente.

Solo qualche giorno dopo, il 22 luglio, il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, ha emanato un’ordinanza di cattura di M49: un’autorizzazione al personale forestale a procedere all’abbattimento in caso di pericolo. E ancora una volta si ritorna alla domanda: la convivenza con l’orso è possibile? Difficile da dire. Ovviamente pensare di ritrovarsi davanti al proprio cammino un animale di certe dimensioni fa venire molta paura, ma in tal caso basterebbe seguire determinate regole per sventare qualsiasi tipo di pericolo.

M49, gli avvistamenti in Alto Adige

In questi giorni M49 è arrivato fino in Alto Adige: le sue impronte sono state ritrovate a Malga Ora, a Passo Oclini si è avvicinato alla roulotte di due pastori, e nella giornata del 18 agosto un’escursionista lo ha incontrato su un sentiero poco battuto nella zona del Bletterbach. “Mi tremavano le gambe. Si scherza sempre su eventuali incontri con l’orso, ma quando lo incroci davvero ti passa la voglia di ridere. Era ad una trentina di metri di distanza e faceva versi minacciosi. Ha iniziato ad arretrare cantando e fischiando. Ad un certo punto M49 ha proseguito per la sua strada” ha raccontato il ragazzo al quotidiano Dolomiten.

Questo l’evento fatidico che ha portato alla decisione del Presidente Kompatscher nella giornata di ieri: vivo o morto, l’orso deve venir catturato anche qua in Alto Adige. Il governatore ha firmato l’ordinanza che l’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, ha annunciato di voler impugnare, perché, a dir loro, le istituzioni non rispettano né le normative italiane né le norme europee, male interpretando la recente sentenza della Corte Costituzionale. Ecco le parole di Arno Schuler, assessore provinciale, al quotidiano Alto Adige: “L’ordinanza prevede in prima istanza la cattura e solo come ultima ratio l’abbattimento. La base su cui si fonda l’ordinanza è il Pacobace (Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali), che stabilisce come intervenire. Anche in Trentino hanno fatto così e abbiamo seguito la stessa linea.Quando è consentito l’abbattimento di un orso, animale che rientra tra le specie protette? Solo nel caso in cui ci fosse un pericolo imminente per l’uomo allora è previsto, anche dal Pacobace, l’abbattimento”.

Alexander Ginestous

(Foto Silvia Fabbi, Orso Grizzly al Glacier National Park, Montana)

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