Le coscienze sporche della provincia. “L’ispettore generale” di Gogol in prima nazionale a Bolzano

Teatro. Mancano poche ore alla prima nazionale de “L’Ispettore generale”, commedia satirica di Nikolaj Gogol che andrà in scena dal 26 al 29 ottobre al Teatro Comunale di Bolzano. Sul palco si aggirano i tecnici, gli attori, il regista Leo Muscato e il direttore del Tsb Walter Zambaldi. Tutti sono indaffarati a sistemare le ultime cose in attesa dell’arrivo del fotografo di scena Tommaso Le Pera. Non appena quest’ultimo si avvicina al palco per scattare la foto di gruppo, scatta l’effetto “scuola elementare”: “stringetevi”, “sorridete”, “non spingere!”, “rifacciamo”, “cheese”, “formaggio”, “baccalà”….
Terminati gli scatti, Leo Muscato prova a riportare l’”ordine in classe”, ma il piglio è più quello del coach, dell’allenatore, che del maestro o del regista. Chiede grande attenzione sin dal primo minuto e soprattutto ritmo, poi lascia il tempo agli attori per concentrarsi e sistemare i costumi. Nel frattempo, i tecnici sistemano gli ultimi dettagli sotto la guida del direttore di scena Tonino Lioi che indossa una lampada sulla fronte come se stesse per calarsi in una grotta profondo. “Tonino è uno speleologo dell’esistenza” chiosa Walter Zambaldi. Ancora pochi minuti poi sipario, buio e si parte. Sul palco su cui cade qualche fiocco di neve, si alternano  Rocco Papaleo, Elena Aimone, Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Marco Brinzi, Michele Cipriani, Salvatore Cutrì, Marta Dalla Via, Gennaro Di Biase, Marco Gobetti, Daniele Marmi, Michele Schiano di Cola e Marco Vergani.

La foto di gruppo di Tommaso Le Pera

L’”Ispettore generale” è stato scritto da Gogol nel 1836, ma come tutti i grandi classici è ancora di grande attualità. E’ ambientato in una cittadina qualunque della provincia russa su cui piomba  la notizia della visita di un ispettore generale. Tutti si precipitano a nascondere le magagne della pubblica amministrazione e a far credere che tutto funzioni alla perfezione. Nel subbuglio che si scatena, un giovane di passaggio, lo squattrinato bellimbusto Chlestakov, viene scambiato per il misterioso ispettore….
Questo scatena una commedia degli equivoci dettata essenzialmente dalla coscienza sporca di tutti. “E’ vero – premette Leo Muscato – tutti sono corrotti, ma c’è un’importante differenza rispetto all’idea di corruzione che abbiamo oggi in Italia. Non vanno in scena tangenti, raggiri e grandi corruttori, ma dei poveracci di provincia. C’è il postino che legge la corrispondenza altrui perché si annoia, il giudice che alleva le oche invece di lavorare, ma per passione più che per soldi e c’è il sovrintendente delle Opere Pie che risparmia sulla biancheria dei degenti per potersi comprare una calda pelliccia. Insomma, vanno in scena i nostri piccoli compromessi quotidiani”.
Il teatro che torna a svolgere una delle sue funzioni principali: metterci davanti a uno specchio, aiutandoci a tenere a bada gli ormai affaticati indici di indignazione che puntiamo  contro il capro espiatorio di turno.  “Nel 1836 era un tema di stretta attualità – precisa Muscato – perché lo Zar aveva appena istituito la polizia segreta e si era sparso il panico in tutta la Russia. Nel paesino di provincia in cui è ambientato lo spettacolo, si credono al sicuro perché per raggiungerlo ‘occorre cavalcare per tre anni di seguito’ e la notizia dell’arrivo dell’ispettore generale li terrorizza più che altrove”.Gogol non indica con precisione dove si trovi il villaggio da ispezionare, ma si comprende che è lontano dalla capitale, un luogo sperduto e freddo in cui tutti si conoscono e in cui le magagne altrui fungono da riparo per le proprie.
Basti questo a suggerire ai lettori e alle lettrici come la lontananza nel tempo e nello spazio del villaggio de “L’ispettore generale” sia solo apparente.

Massimiliano Boschi

Immagine di apertura. Da sinistra, in basso: Salvatore Cutrì, Michele Schiano di Cola, Michele Cipriani,
Seconda fila: Letizia Bravi, Rocco Papaleo, Gennaro Di Biase, Elena Aimone
Terza fila, in piedi: Marta Dalal Via, Marco Brinzi, Marco Vergani, Marco Gobetti
(© Tommaso Le Pera)

 

“L’ispettore generale”
di Nikolaj Gogol 
Adattamento e regia di Leo Muscato
Una produzione Teatro Stabile di Bolzano
con Rocco Papaleo: Elena Aimone, Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Marco Brinzi, Michele Cipriani, Salvatore Cutrì, Marta Dalla Via, Gennaro Di Biase, Marco Gobetti, Daniele Marmi, Michele Schiano di Cola e Marco Vergani.
musiche originali: Andrea Chenna
scene: Andrea Belli
costumi: Margherita Baldoni
luci: Alessandro Verazzi

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