L'economia tiene, aumenta la voglia di cambiare lavoro: i dati del barometro IPL

Al termine del primo semestre del 2022, il bilancio provvisorio dell’economia altoatesina è di tutto rispetto: il turismo ha ripreso a crescere, la propensione agli investimenti rimane solida, il commercio estero sta battendo ogni record e il numero di lavoratori dipendenti ha raggiunto il massimo storico. Contestualmente, tuttavia i fattori di incertezza a livello internazionale hanno un peso rilevante: shock dei prezzi dell’energia, timori di recessione, difficoltà negli approvvigionamenti, non disgiunti da una possibile recrudescenza della pandemia e dalla guerra in Ucraina. Ciononostante, in merito al possibile sviluppo economico dell’Alto Adige nei prossimi 12 mesi, i lavoratori intervistati dall’IPL | Istituto Promozione Lavoratori sono di nuovo fiduciosi: l’indice è tornato positivo, dopo il vero e proprio crollo delle aspettative, dovuto in prevalenza allo scoppio della guerra in primavera. “Per quanto riguarda le prospettive di cambiamento di lavoro, si ha l’impressione che ai dipendenti disposti a cambiare lavoro venga letteralmente steso il tappeto rosso“, commenta il direttore dell’IPL, Stefan Perini. “Tuttavia il sentiment complessivo appare sempre più spaccato a metà rispetto alla scorsa primavera”, prosegue Perini. “Gli indicatori che descrivono l’andamento del mercato del lavoro sono di nuovo migliorati, mentre quelli che descrivono la situazione economica delle famiglie sono ulteriormente peggiorati. Quindi il problema è sempre meno il mercato del lavoro e sempre più il portafoglio delle famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti”.

A causa del caro vita, del rincaro dei prezzi e della guerra in Ucraina, la ripresa economica internazionale sta vacillando. I principali istituti di ricerca internazionali hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2022, soprattutto per la Germania. Nel suo rapporto estivo, la Commissione europea indica le seguenti previsioni di crescita economica per il 2022: Eurozona: +2,6%; Germania: +1,4%; Austria: +3,7%; Italia: +2,9% – ma la Commissione ha già annunciato un’ulteriore revisione al ribasso.

La graduatoria degli aspetti di maggior preoccupazione cambia ancora una volta rispetto alla primavera: l’impennata dei prezzi dell’energia e l’aumento del costo della vita sono in cima alla lista, seguiti dai timori generali di recessione e da possibili contrazioni dell’offerta in relazione alla strategia cinese dello zero-Covid. Il conflitto militare in Ucraina non è più così importante nel dibattito come lo era 3 mesi fa. Per quanto riguarda l’aumento dei prezzi, i prezzi dei prodotti industriali si stanno adeguando a quelli delle materie prime, il ché dovrebbe ridurre le spinte inflazionistiche. Gli esperti ritengono che l’inflazione abbia raggiunto il picco a metà del 2022. Inoltre, è probabile che in autunno entri in gioco il cosiddetto “effetto base”. Grazie all’interazione di questi due fattori, il tasso di inflazione dovrebbe tornare a ridursi gradualmente o in ogni caso non arrivare alla doppia cifra.

GLI INDICATORI: bilancio intermedio soddisfacente per l’economia altoatesina

Il bilancio economico provvisorio dell’Alto Adige per il 2022 è abbastanza soddisfacente. Ciò si evince in primis dal numero di presenze turistiche, che sono aumentate di otto volte rispetto ai primi 5 mesi dell’anno precedente, pur essendo ancora inferiori del -8,5% rispetto al 2019. Il commercio estero ha raggiunto un nuovo livello record (esportazioni: +12,7%; importazioni: +41,9% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). La domanda di credito sempre elevata (+4,9%) testimonia una volontà di investimento intatta, sia da parte delle imprese (+4,5%) che delle famiglie (+6,7%). L’inflazione si è portata a livelli di allarme, schizzando a Bolzano nel mese di giugno al +9,7%. L’inflazione cumulata dall’inizio dell’anno è dell’8,0%. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il numero di lavoratori dipendenti ha raggiunto il suo massimo storico (216.120 nella media del semestre 2022; +8,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Ciononostante, il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni è in fase di stagnazione, come si vedrà più avanti.

LO STATO D’ANIMO: due percezioni contrastanti

Le tendenze che si erano già manifestate nel Barometro IPL di primavera sono ora confermate anche nel periodo estivo e si stanno addirittura consolidando, ovverossia: gli indicatori che esprimono le prospettive del mercato del lavoro sono di segno positivo, mentre quelli che descrivono la situazione economica delle famiglie risultano negativi.

Aspetti positivi: i dipendenti altoatesini ritengono che l’economia altoatesina tenderà a svilupparsi positivamente nei prossimi 12 mesi (indice: +9). Solo 3 mesi fa, le stime erano crollate sensibilmente a causa dell’invasione russa dell’Ucraina (valore dell’indice: -19). Secondo gli intervistati, il numero di disoccupati in Alto Adige è destinato a diminuire ancora una volta. Il rischio di perdere il lavoro è basso. La valutazione delle potenziali difficoltà nel cambiare lavoro mostra uno sviluppo sorprendente: mai prima d’ora è stato così facile per i dipendenti trovare un altro lavoro equivalente (l’indice è salito a +22).

Aspetti negativi: a fronte di un tasso di inflazione di quasi il 10%, la capacità dei lavoratori di far quadrare i conti con il proprio reddito appare in ulteriore peggioramento. Anche gli indicatori che mostrano la situazione finanziaria della propria famiglia e la capacità di risparmio rimangono, nel migliore dei casi, stabili.

UNA CURIOSITÀ: aumento del numero di licenziamenti volontari e di persone inattive

Anche in Alto Adige si sta diffondendo il fenomeno delle dimissioni volontarie delle persone con un lavoro a tempo indeterminato. Secondo dati diffusi dalla Ripartizione del Lavoro, il numero è aumentato del +27% rispetto all’anno precedente. Parallelamente, si osserva un altro fenomeno: il numero di inattivi (ovvero persone che non hanno un’occupazione retribuita ma non sono in cerca di lavoro – fonte: Istat, Rilevazione delle forze di lavoro) è aumentato di 4.800 unità tra il 1° trimestre del 2020 e il 1° trimestre del 2022. Ciò corrisponde a più della metà del dato ufficiale sulla disoccupazione in Alto Adige (7.900).

LA PROSPETTIVA: le previsioni sull’andamento del PIL altoatesino abbassate al +2,5%

La buona notizia è che secondo le previsioni attuali l’economia altoatesina rimarrà in crescita anche nel 2022. La cattiva notizia è invece che il tasso di crescita non sarà così rilevante come previsto dall’IPL nel tardo autunno del 2021 (previsione di allora: +3,9%). L’attuale inflazione elevata sta frenando in modo significativo i consumi privati. I lavoratori altoatesini vogliono stringere la cinghia, soprattutto per quanto riguarda le spese di viaggio e quelle rinviabili. Il periodo dei bassi tassi d’interesse è probabilmente finito. La BCE ieri (21.07.2022) ha innalzato per la prima volta dopo 11 anni il tasso di riferimento di 0,5 punti percentuali. Un ulteriore aumento è annunciato per settembre. È probabile che le condizioni di credito meno favorevoli frenino gli investimenti delle imprese e gli acquisti residenziali dei privati. Il turismo, stando alla situazione delle prenotazioni, dovrebbe svilupparsi a livelli normali. Il dollaro forte favorirà le esportazioni al di fuori dell’area dell’euro. Ma le incertezze esterne pesano: l’evoluzione del conflitto in Ucraina, la crisi di governo in Italia, la pandemia e l’inflazione.

Il tasso di crescita del PIL previsto dall’IPL per l’economia altoatesina nel 2022 si attesta ad un prudente +2,5%, mantenendosi nel range inferiore rispetto alle stime di altri Istituti (ASTAT, IRE).

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