Le mele altoatesine raccontate dai produttori

Tutto quello che c’è da sapere sulle mele altoatesine direttamente dai coltivatori. Nell’ambito di 465 visite guidate in tutto l’Alto Adige, gli interessati avranno la possibilità di farsi accompagnare dai contadini alla scoperta dei frutteti.

Stando al popolare modo di dire, gli altoatesini dovrebbero essere i più sani d’Italia. Se è vero che “una mela al giorno leva il medico di torno”, bisogna ammettere che non tutti conoscono nel dettaglio le caratteristiche e le curiosità delle mele altoatesine.
Affinché gli ospiti e la popolazione locale possano conoscere il mondo della coltivazione e il lavoro dei contadini, il Consorzio Mela Alto Adige, in collaborazione con IDM Alto Adige e insieme a 17 associazioni turistiche e tre cooperative frutticole, ha organizzato tra marzo e novembre ben 465 visite guidate alla scoperta delle mele altoatesine, incoraggiato forse dalle previsioni positive per l’agricoltura altoatesina nel 2016.

Durante le visite i partecipanti potranno conoscere quali sono le aree coltivate in Alto Adige, come funziona la coltivazione biologica e integrata, quali sono le diverse varietà di frutti, come funzionano  immagazzinamento, selezione e lavorazione.

Martin Pillon e gli ambasciatori delle mele altoatesine

Il gusto eccezionale delle mele altoatesine, il principale elemento di qualità che fa sì che il frutto sia conosciuto ben oltre i confini provinciali, si riconosce al primo morso. Di quanta cura hanno bisogno gli alberi nel corso dell’anno? Come si svolge la raccolta? Cosa accade alle mele una volta arrivate in una cooperativa frutticola? I partecipanti alle visite potranno trovare risposta a queste e altre domande sui frutti dell’Alto Adige direttamente dai produttori.
Infatti chi meglio dei contadini specificatamente preparati può accompagnare i visitatori? Uno di loro è Martin Pillon (in copertina), che possiede un maso dedicato alla frutticoltura. «Da contadino so benissimo quanto impegno si nasconde dietro ognuna delle croccanti mele dell’Alto Adige, e sono quindi particolarmente felice quando i miei ospiti lo apprezzano nella stessa misura. Quale ambasciatore delle mele non voglio presentare alle persone solo il prodotto finito, ma comunicare loro anche tutte le necessarie conoscenze che normalmente rimangono dietro le quinte».

Ecco dove si coltivano le mele altoatesine

L’area dedicata alla coltivazione delle mele si estende da Salorno, nel sud, lungo la Valle dell’Adige e attraversa il Burgraviato fino a raggiungere la Val Venosta. Le mele altoatesine sono coltivate anche nella Valle Isarco e nei pressi di Bressanone. Le visite guidate tra i meli si svolgono in tutte queste aree. Sul sito del Consorzio Mela Alto Adige (www.melaaltoadige.com) sono disponibili tutte le informazioni sul programma delle visite. Le iscrizioni si possono effettuare contattando le associazioni turistiche locali.

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