Infortuni sulle piste da sci: dove, come e quanto ci si fa male

Da qualche giorno hanno riaperto gli impianti e la stagione sciistica è ripartita a pieno ritmo, finalmente libera dalle restrizioni causate dal Covid (lo abbiamo raccontato qui). A ricordare che sulla neve non esiste solo il divertimento è arrivato, nei giorni scorsi, il rapporto dell’Istituto provinciale di statistica (ASTAT) sugli infortuni rilevati sulle piste nella passata stagione 2021/2022. I dati sono stati raccolti attraverso un’indagine che ha coinvolto 83 dei 94 gestori e gestrici di piste da sci attive, con la collaborazione della Croce Bianca, del Corpi dei Carabinieri e della Polizia, del Soccorso Alpino e degli uffici provinciali per il turismo e per le funivie.

Dal rapporto emerge come la persona infortunata “tipica” sia un adulto/a tra i 50  e i 60 anni e tenda a farsi male -nella maggior parte dei casi al ginocchio o alla spalla- per cadute da sola su piste rosse o addirittura azzurre, quindi con grado medio/facile di difficoltà. Guardando nel dettaglio la statistica, si osserva infatti che su un totale di 8.492 infortuni registrati, le cause di incidente più frequenti sono le cadute senza il coinvolgimento di terzi (75.1%); gli infortuni in seguito a collisioni con altre persone riguardano invece il 13.7% dei casi. Insomma, i dati dicono che tendiamo a farci male da soli, ma non solo: le cadute avvengono per il 40% su piste blu e di scuole da sci (40,4%) o su piste rosse (50,5%), mentre solo il 9,1% avviene sulle piste “nere” ad elevata difficoltà. Altro dato interessante è l’età. Come sopra menzionato, a quanto pare quella adulta non protegge da incidenti, anzi: la percentuale delle persone coinvolte in infortuni ha tra i 51 e i 60 anni (21.5%), seguita però dalla fascia 11-20 anni (con il 18,5%) dei casi. Equa la ripartizione degli infortuni tra i sessi, con 51,6% di donne e 48,4% di uomini.

Arrivando ai “punti dolenti” : le parti del corpo più colpite sono il ginocchio (nel 35,4% dei casi) con alte percentuali di stiramento o distorsione. Seguono i problemi alla spalla (13, 5% del totale, con lussazione nel 7,5 % dei casi) e incidenti che coinvolgono la testa, che pesano con il 8,5% sul totale. Il rapporto ASTAT vuole essere un punto di partenza per l’attività di sicurezza e prevenzione sulle piste. Sicurezza su cui ha puntato l’attenzione anche il legislatore, con il decreto 40 del 2021, entrato in vigore dal primo gennaio di quest’anno. Tra le varie disposizioni, il decreto prevede l’obbligo del casco per i minori di 18 anni per tutte le attività sulla neve, dallo sci alpino allo snowboard fino allo slittino. Chiunque acceda alle piste da sci ha inoltre l’obbligo di essere coperto da una polizza della responsabilità civile verso terzi – generalmente acquistabile insieme all’affitto dell’attrezzatura da sci.

Cat.Lo.

In apertura: foto pixabay

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