Impianti di risalita, il Cts «rimanda» il protocollo: l'apertura si allontana

Si allontana, forse definitivamente, la possibilità di riaprire gli impianti di risalita il 7 gennaio: la stagione sciistica 2020/2021 diventa un calvario. Dopo l’appello lanciato dall’Anef dal Comitato tecnico scientifico la risposta è arrivata ma non è sicuramente quella che si sperava. Le linee guida anticovid proposte dalle Regioni il 23 novembre sono infatti da rivedere. Non una bocciatura, ma ci sono vanno inasprite. Il punto principale: le cabinovie chiuse vanno equiparate a mezzi di trasporto come gli autobus. «Una parte rilevante dei mezzi di risalita nei comprensori sciistici (in particolare cabinovie e funivie)- scrive il Cts – presentano caratteristiche strutturali e di carico tali da poter essere assimilati in tutto ai mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale (autobus, filobus, tram e metropolitane), rappresentando pertanto un contesto a rischio di aggregazione medio-alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta. Deve pertanto prevedersi un’efficace riorganizzazione del sistema degli impianti di risalita da affiancare a misure di prevenzione e protezione collettive». Secondo il Cts «deve necessariamente essere messo in evidenza che le misure proposte possono trovare applicazione solo nel caso in cui l’andamento epidemiologico a livello di Regione o Provincia Autonoma sia compatibile con la classificazione del rischio nella zona gialla».

Le soglie quindi: «potrà essere ammessa una occupazione al 100% delle seggiovie, con obbligo di indossare la mascherina chirurgica o di comunità e il divieto di abbassare la calotta antivento ove presente». Se la calotta invece andasse chiusa per motivi meteorologici «dovrà necessariamente prevedersi la riduzione della capienza al 50% anche per le seggiovie, fermo restando l’obbligo di mantenere la mascherina durante tutto il trasporto». «Per gli impianti chiusi (cabinovie e funivie) dove va operata la riduzione della capienza al 50% a cui associare sempre l’uso obbligatorio della mascherina».  Ora la parola passa alle Regioni e agli impiantisti: se si vuole provare ad avviare la stagione sicuramente bisogna fare presto.

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