Il talento di Peter Steiner trombonista sudtirolese tra gli States e l'Asia

Peter Steiner, giovane trombonista sudtirolese, è stato da poco definito “la nuova stella del trombone all’interno della sua generazione” dal presidente dell’International Trombone Association. Nato a Bolzano nel 1992, Steiner è cresciuto in una famiglia di musicisti. “Mio padre suonava la tuba mentre le mie sorelle il flauto e il sassofono. Fin da piccolo desideravo farmi sentire ed essere rumoroso, per questo il mio primo amore è stato la batteria. Purtroppo, dopo poco tempo mia madre mi ha detto che avrei dovuto optare per qualcosa di più “soft”, e ho scelto il trombone: si trattava della perfetta combinazione tra tenore e violoncello, uno dei suoni più belli al mondo.”

Il suo percorso di studi comincia alla scuola musicale e si sposta al Conservatorio di Musica di Bolzano all’età di 12 anni. “Da quando ho cominciato il conservatorio – prosegue Steiner – sono sempre stato il più piccolo del gruppo. Ricordo che per gli altri era strano suonare con un ragazzino, mentre io ero abituato a casa con le mie sorelle, che hanno rispettivamente otto e dieci anni in più di me. Ben presto però, mi sono accorto di quanto sia sottovalutata la musica classica in Italia: il mio insegnante, ad esempio, era un trombettista che insegnava anche il trombone. Per quanto fosse bravo, è una cosa che non ha senso. Se voglio diventare un giocatore professionista di basket non mi faccio allenare da un tennista.” All’età di 16 anni, quindi, Steiner inizia a studiare al Mozarteum di Salisburgo, tornando a Bolzano ogni weekend per le partite di pallamano, un’altra grande passione che lo accompagna fino ai 17 anni. Soltanto due anni dopo si trasferisce negli Stati Uniti per studiare alla Juilliard School di New York, dove si diploma con un Performance Diploma nel 2016. Qui, tra i suoi principali insegnanti ed influenze ricorda Joseph Alessi, Warren Deck, Nitzan Haroz e Dany Bonvin. “Quando mi sono trasferito in America – continua Steiner – ero un po’ disorientato: passavo da un contesto geografico e culturale limitato ad uno estremamente vasto. Avevo appena 18 anni, ma volevo a tutti i costi conoscere e studiare con Joseph Alessi, il miglior trombonista al mondo. L’idea iniziale era quella di rimanere a New York soltanto un anno per poi tornare in Europa, ma dopo pochi mesi – quando ho fatto rientro a casa per le vacanze – ho radunato tutti i miei parenti per comunicare loro che avevo intenzione di concludere il mio percorso di studi negli Stati Uniti. Fortunatamente la mia famiglia mi ha sempre supportato, e negli anni a seguire sono venuti spesso a trovarmi”. A due anni da questo nuovo inizio, Peter eccelle in un’audizione e diventa il primo trombone nella Colorado Symphony Orchestra, iniziando così ufficialmente la sua lunga carriera da musicista.

Peter Steiner, foto courtesy of the artist

In questi dieci anni Steiner ha viaggiato moltissimo e raggiunto importanti soddisfazioni: alla giovane età di 23 anni è stato nominato trombonista dell’Opera di Stato di Vienna e della Filarmonica di Vienna per la stagione 2016-2017. Nel 2019 è stato premiato come vincitore del XVI Concorso Internazionale Tchaikovsky in Russia. Prima ancora è stato trombonista principale della Colorado Symphony per la stagione 2014-2015. Si è esibito come trombonista ospite con la Filarmonica di Monaco, la Staatskapelle Dresden, la New York Philharmonic, la Dallas Symphony Orchestra, la Seattle Symphony Orchestra e la BBC Scottish Symphony Orchestra. “Dopo tutti questi anni – spiega Steiner – credo che la soddisfazione maggiore resti l’audizione per la Colorado Orchestra, all’inizio della mia carriera. È stato un evento che ha segnato per sempre la mia vita: mi ha fatto capire che potevo davvero fare della mia passione il mio lavoro e girare il mondo suonando il trombone.”

Steiner ha suonato da solista con numerosi ensemble in tutto il mondo; tra queste, di recente, l’Orchestra Mariinsky e l’Orquestra Sinfõnica Brasileira di Rio de Janeiro. Inoltre, ha avuto il privilegio di eseguire le prime mondiali di “Visions of Light” di Eric Ewazen (versione per orchestra da camera) e “Fly or Die” di Gilles Rocha con l’accompagnamento della Brass Band. “Conclusi gli studi – spiega – avevo fatto molti concorsi e suonato con diverse orchestre. Mi ero esibito nelle più importanti sale d’Europa e avevo realizzato i miei sogni. Tutti, tranne uno: suonare da solista. Si trattava di una cosa fuori dal comune, è davvero raro trovare trombonisti solisti, prima di me c’era soltanto Christian Lindberg, svedese. Ho quindi deciso di buttarmi in questa nuova avventura e sono entusiasta di averlo fatto.”

Peter Steiner con Constanze Hochwartner, pianista

Da poco tornato dagli Stati Uniti per un tour della durata di cinque mesi, Steiner ripartirà a breve per una serie di concerti in duo con la pianista – nonché sua compagna – Constanze Hochwartner in Austria, Belgio, Germania, Corea, Italia, Giappone e Singapore. “Abbiamo fatto circa 60 concerti in America e 30 in Asia, mentre in Europa soltanto 10. Questa “combo” – trombone e pianoforte – sembra piacere molto all’estero, ma deve ancora convincere gli europei” osserva Steiner. “Per ora sono soltanto all’inizio di questa carriera da solista, che spero di portare avanti ancora per molto tempo. Direi che il mio principale obiettivo è quello di continuare a viaggiare per il mondo suonando insieme a Constanze e vivendo il mio sogno d’infanzia.”

È possibile ascoltare Steiner nel suo album di debutto, United, pubblicato nel gennaio del 2017 con l’etichetta Hellostage, in collaborazione con Hsiao-Ling Lin al pianoforte e Silver Ainomäe al violoncello. Il suo secondo e terzo album – rispettivamente Sapphire, luglio 2019 e Binary Star, maggio 2021 – sono stati pubblicati con l’etichetta Berlin Classics, in collaborazione con Constanze Hochwartner, con cui ha lavorato anche alla sua pubblicazione più recente: The First Noël, a Christmas Journey.

Vittoria Battaiola

Immagine in apertura: Peter Steiner, foto courtesy of the artist

 

 

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