"Voglio dire a tutti quanto è bella la fisica": Gabriella Greison al Festival della Scienza di Bolzano

Da oggi, 9 novembre, prende il via l’edizione 2023 del Festival della Scienza di Bolzano intitolato “Il sapere infinito”: quattro giornate dedicate all’universo scientifico con laboratori, spettacoli ed esperienze interattive rivolte a giovani, famiglie e appassionati di tutte le età (ne abbiamo parlato qui).

Tra gli ospiti del Festival ci sarà anche Gabriella Greison. La nota fisica e divulgatrice scientifica chiuderà la rassegna domenica 12 novembre a Castel Mareccio con un intervento intitolato “Sei donne che hanno cambiato il mondo”, tratto dal suo omonimo libro.
È proprio con lei, “la rockstar della fisica” – come amano definirla e scopriremo più avanti perché – che abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata in cui ci ha rivelato che non vede l’ora di tornare in Alto Adige, un luogo che porta nel cuore. “In passato ero una grande scalatrice e amavo scoprire i vostri posti. Oggi desidero tornarci e mi piacerebbe riuscire a fare da voi tutti i miei spettacoli”.
Greison, prima la laurea in Fisica a Milano e poi la specializzazione all’École Polytechnique de Palaiseau di Parigi, un percorso che nasce dalla curiosità di scoprire come funzionasse il mondo: “Ho iniziato ad appassionarmi alla fisica quando ero ragazza” – racconta – “volevo delle regole che mi dessero delle spiegazioni e la fisica era la sola certezza che avevo. Per questo mi sono fatta    accompagnare da lei per tutta la vita”.
Gabriella Greison è una fisica che è uscita dai laboratori per entrare nei teatri. “Avevo la necessità di dire a tutti quanto è bella la fisica. Lo volevo fare da protagonista: raccontando storie. Così mi sono messa a studiare come fare, come usare la voce e muovermi sul palco. Andavo a teatro a vedere quelli più bravi di me, e imparavo per emulazione, come ho sempre fatto d’altronde. L’ho fatto anche per il surf da onda, per dire. Da Massimo Popolizio a Marco Paolini, da Laura Curino a Lucilla Giagnoni: li guardavo e imparavo i loro monologhi a memoria, poi ho chiamato i registi più bravi e ho chiesto loro di lavorare con me alle storie che volevo raccontare”.  Oggi Greison ha all’attivo dieci spettacoli teatrali che porta in giro per il mondo con più di 150 date all’anno. Il suo pubblico è composto prevalentemente da giovani, ma non solo: “Da me vengono anche persone di tutte le età che vedono nella fisica e nelle storie che racconto una rinascita” – spiega – “I miei monologhi sono creati apposta per il momento storico che stiamo vivendo, consentendo a molti di identificarsi. Io non spiego la fisica, non faccio nemmeno esperimenti, ma racconto storie: sono una narratrice”. La scienziata realizza, infatti, spettacoli in prosa, dietro a cui c’è un lavoro di ricerca che parte dal visitare i posti in cui sono avvenuti i fatti che vuole raccontare per cogliere spunti, ispirazioni e testimonianze. In seguito svolge ricerche in archivi, raccoglie le legacy dei personaggi nei centri di ricerca e al termine scrive il romanzo, dal quale infine trarrà lo spettacolo teatrale.

E a proposito del pregiudizio che vuole le donne ancora troppo poco interessate alle materie scientifiche ci racconta: “Oggi sono ancora molti i pregiudizi legati al genere e alle materie STEM (Scienza Tecnologia Ingegneria Matematica), ma vedere una grande partecipazione ai miei spettacoli è la dimostrazione che qualcosa sta cambiando” – afferma Greison e continua – “Io sono circondata da giovani che mi seguono, che pagano il biglietto per la sera, fuori dagli orari scolastici, perché gli va di farlo e non perché gli viene imposto. Mi scrivono centinaia di email all’anno e mi dicono che sono una “role model” per loro, confidandomi che vorrebbero diventare come me. Di questo ne vado fiera”.
Secondo i dati più recenti del MIUR, il numero delle laureate in materie scientifiche è aumentato negli ultimi tre anni, ma nonostante ciò il divario tra maschi e femmine è ancora ampio: gli uomini laureati STEM sono ancora il 33,7% del totale, contro solo il 17,6% delle donne. “Ecco perché credo che divulgare le storie di donne brillanti ed esemplari sia prezioso, proprio come racconto in Sei donne che hanno cambiato il mondo”. Sei eroine che grazie alla loro intelligenza hanno regalato alla scienza e a noi tutti risultati incredibili dimostrando che era possibile e necessario dare accesso alle donne all’impresa scientifica. “Sei donne oggi importantissime per noi, perché hanno creato il nostro mondo e perché specchiandoci nelle loro vite vediamo riflessa la parte di noi stessi di cui prenderci cura come il più prezioso dei regali della vita”. Dietro di loro sempre più donne si innamorano della scienza, e in futuro, in numero sempre maggiore, saranno libere di regalarci il frutto delle loro menti segaci.

Ed è così che possiamo comprendere il perché del soprannome “rockstar della fisica”, il quale chiarisce perfettamente che la fisica come la racconta Greison non la racconta nessun altro. “Tutto è nato quando ho debuttato a Roma dieci anni fa” – spiega la “rockstar” – “Ero agli inizi, e dovevo portare per la prima volta nella Capitale il mio primo spettacolo “Monologo Quantistico” nato dal primo romanzo “L’incredibile cena dei fisici quantistici”. La stessa sera avrebbero giocato pochi metri più in là Roma-Lazio, e nella mia stessa struttura avrebbe cantato Patti Smith in concerto. Per me era la controprogrammazione che avrebbe portato a fare un flop totale: chi può farcela contro questi due colossi acchiappa-pubblico con una storia su Einstein, Marie Curie, Schrödinger, Dirac, Pauli e Niels Bohr. Eppure, quando ho iniziato la serata, ho capito che non ero sola, e ho fatto il sold out più bello della storia. In prima fila c’era una giornalista del Corriere della Sera, che il giorno dopo ha titolato un articolo a tutta pagina “La rockstar della fisica”, in cui raccontava la bellezza di questo spettacolo teatrale. Da lì in poi questo soprannome non mi ha mai lasciato”.

L’appuntamento con Gabriella Greison al Festival della Scienza è per domenica 16 novembre alle ore 16 a Castel Mareccio. La partecipazione è gratuita, la prenotazione è obbligatoria registrandosi a questo link

Chiara Caobelli

Immagine in apertura: Gabriella Greison. Foto courtesy of the artist

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