La meravigliosa follia di Francesco Conz in Alto Adige. La mostra You and the Night and the Music

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Bolzano. Ma come c’è riuscito? La domanda sorge spontanea quando si legge la biografia di Francesco Conz (Cittadella, 1935- Verona, 2010). Prima di diventare editore, collezionista, fotografo, figura chiave nella promozione artistica delle neo-avanguardie internazionali in Italia, Conz ha attraversato l’Europa facendo i lavori più diversi: dal valletto al servizio del Duca di Windsor e Wallis Simpson in Francia al camionista e commesso ai Magazzini Liberty di Londra, dal vetrinista all’aiuto cameraman all’NDR ad Amburgo. Ma soprattutto Conz è stato un personaggio straordinario e discusso, un folle visionario votato all’arte e agli artisti, a cui ha dedicato la sua vita, instancabile.
L’occasione per rievocare le gesta di Conz è offerta dalla mostra “You and the Night and the Music – Edizioni Francesco Conz dalla Collezione Museion”, un percorso espositivo dedicato alle edizioni d’arte, in particolare a quelle di Francesco Conz, che tra gli anni ‘80 e ‘90 incluse l’Alto Adige e l’allora “giovane” Museion di Bolzano in via Sernesi nella fittissima trama delle sue relazioni e progetti artistici nazionali e internazionali (a cura di Frida Carazzato, fino al 31.01.2026 ingresso gratuito).

Exhibition view You and the Night and the Music, Museion Passage, 2025.

Della sua “meravigliosa follia” raccontano Patrizio Peterlini della Fondazione Bonotto, che ha collaborato alla realizzazione della mostra a Museion, e il professor Hubertus von Amelunxen, direttore dell’Archivio Conz di Berlino, che conserva le 7mila opere e 40 mila fotografie lasciate dal collezionista, oltre alla sua raccolta unica di oggetti feticcio di artisti e artiste. “Credeva negli artisti, erano i suoi santi e li ha adorati” dice von Amelunxen. Una rete, quella di Conz, che attraversava anche le sue abitazioni – la residenza di Asolo prima e quelle di Verona dopo, in piazzetta Pescheria e vicolo Quadrelli- come luogo di incontro e dialogo continuo con artisti da tutto il mondo. Dagli anni settanta Conz diventa infatti un punto di riferimento per movimenti artistici anche diversi- Fluxus, Poesia visiva e Poesia concreta, fino all’Azionismo, mentre la lista degli artisti che ha ospitato è lunghissima e include nomi come Philip Corner, Dick Higgins, Emmett Williams, Joseph Beuys, Herman Nitsch, Allan Kaprow, Eugen Gomringer, i fratelli De Campos, Giuseppe Chiari, Esther Ferrer, Alice Hutchins, Ben Patterson, Günther Brus e moltissimi altri e altre. A casa di Conz avveniva l’ideazione e la produzione di opere d’arte, in particolare delle edizioni d’artista per cui egli è celebre, e che andava di pari passo con la convivialità, lo stare insieme. “Francesc Conz non si è mai accontentato di collezionare delle opere. Ciò che gli interessava era renderle possibili” spiega Patrizio Peterlini.

Una delle opere esposte a Museion,
Philip Corner, Fluxus == Free Speech, 2006. Photo: Augustin Ochsenreiter

Era un uomo pieno di contraddizioni Conz, che ha spesso ribaltato confini, ruoli e gerarchie. A cominciare dalle prassi consolidate nella produzione dell’arte: le sue edizioni non erano di piccole dimensioni e di basso costo, facilmente trasportabili, come da prassi, ma opere spettacolari – un piccolo esempio ne sono le grandi tele appese a Museion Passage, quasi bandiere – simbolo di territori artistici sconfinati. Ma Conz ha fatto molto di più – “nel suo lascito c’erano 68 pianoforti a coda come opere d’arte” racconta il direttore dell’Archivio Conz con divertito stupore. C’è un aspetto ossessivo, un’ambizione monumentale nel suo commissionare, collezionare e accumulare opere d’arte, eppure è fortissimo il fascino che, oggi più che mai, esercita la sua spinta ideale e utopistica. “Conz era appassionato collezionista ma non voleva aver a che fare con il mercato dell’arte… viveva in affitto e non possedeva nulla oltre alla sua macchina” ricorda ancora il direttore Hubertus von Amelunxen. “Le faccio un esempio, un giorno un venditore che veniva a trovarlo due volte all’anno da Amsterdam per scambiare opere d’arte gli chiese di acquistare una fotografia di Rudolf Schwarzkogler. Conz gli propose un prezzo che per l’amico era troppo alto e quindi nulla, andarono a pranzo insieme, come era d’abitudine. Durante il pranzo Conz disse all’amico che i baffi che si era fatto crescere non gli stavano tanto bene, e lui rispose – va bene, quando torno a casa li taglio. Se lo fai subito posso rivedere il prezzo della fotografia, rispose Conz. E così l’amico si tagliò i baffi quel giorno stesso. All’indomani dopo trovò nella sua stanza d’albergo la fotografia di Schwarzkogler come regalo. Questo era Conz”.

A. VV., La Livre, 1986-2004. Exhibition view You and the Night and the Music, Museion Passage, 2025. Foto Tiberio Sorvillo

Le storie di amicizia, umanità e relazioni legate a lui sono infinite – “tutti gli artisti che andavano alla Biennale di Venezia passavano da Conz ad Asolo” dice ancora von Amelunxen. Tra i diversi luoghi, parte delle traiettorie conziane  – dalla Fondazione Morra a Napoli all’Archivio di Nuova Scrittura a Milano fino alla Fondazione Bonotto a Colceresa- c’è, come detto, anche l’Alto Adige, con gli incontri organizzati nel maso dell’artista Berty Skuber e del critico Henry Martin a Fiè allo Sciliar (di Martin abbiamo scritto qui). Diverse edizioni di Francesco Conz sono presenti inoltre nella collezione Museion, anche come parte dell’Archivio di Nuova Scrittura, mentre diverse sono state le mostre a lui legate, come Fluxers, 1992 curata da Henry Martin e quella sulle edizioni di Conz nel 2006 curata da Andreas Hapkemeyer. Ma il luogo più mitico e rappresentativo del passaggio di Conz in Alto Adige rimane forse Brunnerburg, Castel Fontana presso Merano e residenza di Mary de Rachewiltz, come noto, figlia del poeta Ezra Pound. Con lei e il figlio Siegfried de Rachewiltz Conz allaccia una collaborazione che lo porta ad organizzare, tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, una serie di workshop con artisti e artiste. Tra i momenti rimasti nel mito, si ricorda l’eat art happening “Zehn Suppenrezepte (1984)” (Dieci ricette di zuppe) dell’artista Daniel Spoerri durante il quale furono state cucinate e mangiate dieci tipi di zuppe per tutta la notte, accompagnate dai canti del performer Giuseppe Desiato. Ma soprattutto a Brunnenburg viene ideato e prende forma quello che Peterlini definisce “il progetto più eclatante per comprendere l’orizzonte mitopoietico sostenuto dall’eccesso di Francesco Conz”: La Livre, un libro d’artista collettivo in omaggio a Ezra Pound, che alla morte di Conz nel 2010 contava 6000 opere originali. Il progetto, portato a termine nel 2023 dall’Archivio Conz di Berlino, è ora presentato per la prima volta in Italia nella mostra a Museion. Un’opera monumentale, in perfetto stile Conz, che pure ne aveva molte altre in mente – pare che le idee di progetti lasciati “nel cassetto” fossero oltre 200. Torniamo quindi alla domanda iniziale: ma come faceva? “Rimane per tutti un mistero. Ma  se fosse un personaggio letterario sarebbe uscito da un romanzo di Umberto Eco” conclude von Amelunxen.

Caterina Longo

Immagine in apertura: Francesco Conz at the Edizioni Conz booth, Frankfurt Art Fair, Frankfurt, ca. 1989,
Courtesy of Archivio Conz , Berlin, 2025

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