Distopia referendaria: ostaggi di una politica che non decide

Nei prossimi due mesi i bolzanini si troveranno a votare (oltre che per le comunali dell’8 maggio, dove sono 11 al momento i candidati) per tre referendum. Uno nazionale, quello sulle trivelle, e due locali, progetto Benko e aeroporto. Più passano le settimane, più tento di informarmi e più il disagio intrinseco cresce. Il quesito sulle trivelle del 17 aprile non serve a nulla nella pratica (si parla di prolungare o meno le concessioni) se non ad affermare una questione di principio (rinnovabili buono, fossili brutto) . Quello sul Kaufhaus Bozen, il progetto Benko, per il quale si vota dal 29 marzo sarebbe questione da urbanisti e architetti. Ho provato a consultare i documenti online del Comune – la famosa operazione trasparenza di Penta – ma per capirci qualcosa servono una laurea in architettura e una in burocratese. In linea di principio sarei contrario alla sottrazione di parte del parco, allo spostamento della stazione delle corriere e mi spaventano un po’ le conseguenze sulla viabilità. Fatto salvo che a Bolzano nessuno prende i pullman alla stazione ma alle singole fermate e i tunnel possono essere una buona soluzione (vedasi Merano).

C’è poi la questione del commercio di prossimità che potrebbe andare in difficoltà con l’apertura della Kaufhaus, ma fatico a considerare i negozi dei portici, dove si paga anche per entrare, un presidio contro il carovita (a proposito, anche il fatto che a Bolzano ci sia la spesa più cara d’Italia è un problema politico, e di integrazione). Mi spiacerebbe solo per i kebabbari della stazione a dirla tutta, ma non scompariranno statene certi. Siamo di fronte ad un’operazione urbanistica privatizzata all’interno della città, come ormai tutte sono. E’ uno progetto speculativo? Credo proprio di sì: ma perché non mi hanno fatto votare per l’orrore del Twenty bis?

E l’aeroporto? Ha ragione il sindaco Bianchi di Laives: sarebbe meglio spostare il referendum in autunno. La Valutazione d’Impatto Ambientale può cambiare tutto: io ad esempio sono favorevole ad un aeroporto, in linea di massima, perché sono convinto che il traffico rimarrebbe comunque limitato e si aprirebbero molte opportunità di maggiore mobilità, sia in uscita che in entrata. Ma allo stesso tempo non vorrei che Bolzano diventasse come Innsbruck con un aereo ogni dieci minuti. Se prima di votare interviene una procedura che fissa dei limiti precisi, questo può aiutare a chiarire il quadro.

Dilemmi affidati ora alla pancia del singolo cittadino. Il tutto in attesa che la politica ricominci a fare il suo mestiere: studiare la società e comporre le esigenze in base a una visione di futuro. Decidere insomma. Perché se lasciamo che a decidere sia la simpatia per Niki Lauda in Apecar e Farinetti o la paura di un cantiere non andiamo da nessuna parte.

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