Dipendenza energetica, l'idea di Fattor: «Termovalorizzatore, bruciare più rifiuti». Vettorato replica: «Proposta irrealizzabile»

Aumentare la quantità di rifiuti nel termovalorizzatore di Bolzano per aumentare la produzione di energia e riscaldamento, e dare maggiore attenzione al biogas nel Piano Clima Provinciale. Sono queste le due proposte suggerite dall’assessore alla mobilità del Comune di Bolzano Stefano Fattor per ridurre la dipendenza energetica con l’estero e combattere i rincari energetici che stanno colpendo il sistema economico altoatesino. Strategie immediatamente bocciate dall’assessore provinciale Vettorato, che ha spiegato come queste non siano idee tecnicamente realizzabili.

“L’inceneritore alimenta il teleriscaldamento che dà calore a migliaia di appartamenti e aziende di Bolzano senza quasi risentire dell’aumento dei prezzi del gas – ha spiegato Fattor attraverso un post Facebook -. L’inceneritore produce e mette in rete anche energia elettrica i cui proventi sono incassati dalla Provincia (quest’anno 7 milioni di euro). Quindi modificherei il limiti di rifiuti trattabili imposti dalla convenzione con Appa in 130.000t/anno. A parità di emissioni puoi aumentare le quantità se aumenti il tasso di umidità del rifiuto. Si potrebbero trattare 140-150.000t/a aumentando la produzione di calore ed energia elettrica “autoctona”.

fattor

Fattor si concentra poi sul piano clima provinciale, sottolineando la mancanza di spazio per il biogas, l’unico gas non fossile, producibile a chilometro zero da impianti da trattamento fanghi, fermentazione rifiuti e reflui zootecnici: “Oggi è consentito solo bruciarlo non filtrato per autoprodurre energia elettrica con assurde dispersioni del 55% sotto forma di calore. Una follia! Questo calore potrebbe sostituire il 30% di quello prodotto oggi con gas fossile nei riscaldamenti civili e industriali”.

La replica di Vettorato

Una via, quella dell’aumento dei rifiuti, non percorribile secondo Giuliano Vettorato, assessore provinciale all’energia e all’ambiente, che ha risposto al collega sempre attraverso un post sulla sua pagina social: “La situazione è complessa e articolata e ci sono almeno cinque variabili da tenere in considerazione. La quantità di energia prodotta dipende dalla quantità di energia immessa. Posso incenerire più rifiuti, ma se l’energia che immetto è minore, perché il rifiuto è più umido, non potrò produrre più energia termica di quanto venga prodotta adesso. Poi, per poter destinare il calore dell’inceneritore alle famiglie, è necessaria una rete di teleriscaldamento che sia alimentata e dimensionata in funzione del calore che l’inceneritore è in grado di produrre. Il rapporto tra energia prodotta dall’inceneritore e capacità della rete di teleriscaldamento adesso mostra alcuni deficit”.

Vettorato sottolinea inoltre quanto sia lunga e complicata la procedura per innalzare il limite di rifiuti da incenerire a 140 o 150 mila tonnellate. Inoltre si porrebbe il problema di individuare quelle 10-20mila tonnellate in più di rifiuti dei prossimi cinque anni. “Se l’intenzione è quella di aumentare la quantità di rifiuti speciali sappiamo già che questi rifiuti sono particolarmente aggressivi nei confronti dell’impianto e quindi sarà da mettere in conto un aumento dei costi di gestione. Infine non è economicamente conveniente bruciare più rifiuti possibile”, chiude l’assessore.

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