Covid, l'Alto Adige in semi lockdown: scuole chiuse da lunedì 16, limitazioni al mondo economico

L’Alto Adige si prepara al lockdown soft. Tradotto: da lunedì 16 novembre scuole chiuse con didattica a distanza e chiusura di alcune attività economico- produttive e le attività artigianali. A riferirlo è il presidente Arno Kompatscher intervenuto durante il Consiglio Provinciale e successivamente in sala stampa a Palazzo Widmann per riferire ai media.

“I dati dell’Alto Adige sanno negli ultimi giorni un test positivo su due, a volte fino al 78%, un valore altissimo anche a livello europeo. Il piano nazionale presentato in primavera prevedeva 77 posti letto in terapia intensiva, e questa cifra era stata raggiunta: questo non lo avevano fatto tutte le regioni. In situazioni estreme è possibile arrivare fino a 100, ovviamente con difficoltà per tutti gli altri reparti e sull’ospedalizzazione dei pazienti che richiedono un’assistenza non ancora intensiva. Con le cliniche private, sono stati raggiunti 400 posti letto, ma la situazione è critica. Se ci fossero state prima le cifre di ora, sicuramente il sistema sanitario altoatesino sarebbe crollato”, ha spiegato Kompatscher.

La Giunta ha deciso di adottare da sabato 14 novembre nuove misure, tramite un’ordinanza che sarà firmata oggi e il cui contenuto sarà discusso anche con i gruppi di interesse. Starà in vigore 14 giorni, fino al 28 novembre, e prevede un’ulteriore riduzione dei contatti sociali. Sono già stati chiusi bar ristoranti ed esercizi commerciali, ora chiuderà per una settimana anche la scuola e l’insegnamento negli asili e nelle scuole elementari sarà valido solo per i bambini i cui genitori svolgono lavori essenziali: ambiente sanitario, farmacia, protezione civile, sicurezza, insegnanti. Si cercherà di far continuare a lavorare determinate catene di produzione, facendo attenzione alla sicurezza, e saranno garantiti i lavori urgenti ai cantieri aperti. Nel settore servizi molte attività passeranno al telelavoro. I cittadini sono già stati invitati a muoversi solo per andare al lavoro, per fare la spesa, per fare due passi o per fare sport, tutto il resto è già vietato: è necessario ridurre i contatti sociali.

 

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È stata elaborata anche una seconda strategia, al fine di effettuare test antigenici su tutto il territorio provinciale: si intende invitare tutti i cittadini a sottoporsi a test. Chi risulta positivo deve poter andare in quarantena per migliorare la grave situazione attuale, sull’esempio di quanto fatto a Sesto dove da pochi giorni il tasso di contagiosità è stata ridotta da 1,5 a meno di 0,5. I test saranno volontari, nessuno sarà obbligato, si intende testare l’80% della popolazione, circa 350.000 persone. La campagna inizierà venerdì per tutto il weekend; per il coordinamento dei test è stato creato un gruppo di lavoro insieme alla Protezione civile, in collaborazione con i Comuni, l’azienda sanitaria, la Croce rossa, i Vigili del Fuoco. Obiettivo della campagna è riaprire scuole elementari, dell’infanzia e i nidi, proprio perché sarà possibile suddividere la popolazione tra contagiati e non, uscendo dalla zona rossa e tornando a quella arancione. Da Roma sono in arrivo 200.000 test.

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