
Covid, sì a confronto regolare tra Kompatscher e capigruppo: «Vero, abbiamo commesso errori»
È stata approvata all’unanimità nel pomeriggio di ieri, lunedì 15 febbraio, la proposta, sottoscritta da tutti i gruppi consiliari di maggioranza e opposizione, di incontri istituzionalizzati per confrontarsi sulla situazione coronavirus e le relative misure, con informazioni aggiuntive prima di decisioni importanti e un’informativa della Giunta all’inizio di ogni sessione consiliare. L’emendamento alla mozione è stato discusso e firmato da maggioranza e opposizione (Sven Knoll, Brigitte Foppa, Paul Köllensperger, Gert Lanz, Andreas Leiter Reber, Rita Mattei, Diego Nicolini, Sandro Repetto, Josef Unterholzner, Alessandro Urzì, Carlo Vettori) e richiedeva ai fini di un migliore scambio di informazioni e di una collaborazione costruttiva tra le istituzioni per quanto riguarda le misure correlate alla pandemia di Covid.
Si procederà come segue: per la durata dell’emergenza Coronavirus avrà luogo a intervalli regolari un incontro istituzionale, anche in videoconferenza, tra il presidente della Provincia e il collegio dei capigruppo per scambiare informazioni e discutere della situazione attuale in relazione al Coronavirus nonché delle relative misure. A tal fine al collegio dei capigruppo sarà messo a disposizione un rapporto settimanale corredato dalle valutazioni dell’Azienda sanitaria; prima che vengano prese, nell’immediato, decisioni importanti il presidente della Provincia informerà tempestivamente il presidente del Consiglio provinciale e i capigruppo sulle misure previste in modo da avere con questi ultimi uno scambio di vedute sulle basi decisionali e per ricevere eventuali osservazioni e indicazioni da parte dei capigruppo; all’inizio di ogni sessione consiliare la Giunta provinciale informerà i consiglieri e le consigliere sugli sviluppi della pandemia di Covid nonché sulle misure adottate e previste. Il primo firmatario Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha evidenziato che si voleva che le decisioni fossero prese sulla base di criteri trasparenti e con il coinvolgimento del Consiglio provinciale. Si tratta di una proposta attuabile, al fine di permettere all’opposizione, che si voleva assumere la sua responsabilità, di essere coinvolta e di avanzare suggerimenti, al fine di fare il meglio per la popolazione.
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Le parole di Kompatscher
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha ricordato la disponibilità al confronto già data nella scorsa primavera, rallegrandosi che si trovasse un modo di collaborare. C’è la volontà comune per questo, e questo è positivo, e sarà positivo comunicare insieme alla popolazione almeno le decisioni di base, considerando la sicurezza che domina. Nel mondo occidentale ci si trova davanti alla sfida aggiuntiva collegata all’ancorato individualismo. Anche l’Italia ha dovuto adeguare le misure man mano, e introdurre molti lockdown, lo stesso è valso per Germania e Austria, dove pure è stato raggiunto un limite e ci sono misure molto rigide da mesi, come in Svizzera. La via più sicura per tutti sarebbe stato il lockdown totale per mesi, ma si sarebbe distrutto tutto il resto per sempre: per questo tutti hanno proceduto con tira-e-molla. In quanto alla via sudtirolese, l’obiettivo era di tutelare l’Azienda sanitaria e allo stesso tempo di tenere aperta il più possibile l’economia, “e ci siamo riusciti, pur facendo degli errori”.
Ogni tanto, allentando le misure, si era data ai cittadini l’impressione che il problema non ci fosse più, e questo aveva portato a comportamenti meno disciplinati, forse bisognava chiarire che la situazione era comunque grave; su qualche misura e comunicazione pure erano stati fatti errori, ma il messaggio principale era di ridurre al minimo i contatti sociali. Ora tutta Italia sta discutendo su un lockdown molto rigido, come fa l’Alto Adige, che pur essendo a tutti gli effetti arancione, come ora il Trentino, ha stabilito misure molto più rigide. Le aperture in primavera sono state un successo, e tutto il Consiglio ha approvato la relativa legge. Il lockdown in autunno era stato preso d’intesa con il Ministero della Sanità, insieme allo screening di massa, nella consapevolezza degli eventuali danni del lockdown a Natale. Le successive aperture non avevano avuto conseguenze importanti sulla curva: il 7 gennaio la provincia di Bolzano era stata classificata come gialla, il che ha permesso di aprire le scuole in presenza. I contagi non sono aumentati per la via altoatesina, ma nelle settimane successive.