Chiusura del Brennero, settimana decisiva? Oggi vertice a Roma

Ormai è diventato un caso europeo, che rischia di mettere in discussione il concetto stesso di Unione Europea. La volontà austriaca di impedire l’accesso ai profughi chiudendo di fatto la frontiera del Brennero continua ad essere un argomento che divide, isolando l’Austria in una posizione poco condivisa. Preoccupa la questione umanitaria ma anche la forte ricaduta negativa che ne avrebbe l’economia dell’Euregio. Lo hanno ribadito, la scorsa settimana, proprio le associazioni degli industriali della zona – con in testa gli imprenditori tirolesi – producendo un documento chiaro: no agli steccati, sì alla libera circolazione.

Arno Kompatscher, presidente della provincia di Bolzano, è in prima fila nel combattere l’ipotesi di chiusura del Brennero. E oggi sarà ancora a Roma, insieme al presidente della provincia di Trento Ugo Rossi e all’omologo tirolese Günther Platter per un vertice con il ministro degli Interni Angelino Alfano. Ieri Kompatscher, nel corso di una trasmissione televisiva, è tornato sull’argomento. «Agli austriaci cercherò dispiegare che devono tornare al tavolo della trattativa. L’Europa non può governare sotto la spinta della paura. Non possiamo più assistere a sessioni del Consiglio europeo che vedono i leader nazionali impegnati a portare a casa il proprio risultato particolare. Così perdono tutti. L’eventuale chiusura del Brennero sarebbe un simbolo troppo forte di fallimento europeo». Sul tavolo dell’incontro di oggi, racconta il presidente, un impegno su un maggior controllo generale sull’arrivo di profughi. «Al ministro Alfano chiederemo che l’Italia si impegni perché vengano presidiati i confini esterni – afferma infatti Kompatscher –  Ciò significa realizzare gli hot spot (centri di identificazione) nel sud dell’Italia e lungo il confine a Est, anche se la rotta balcanica si sta riducendo. E poi ribadiremo, ma il governo italiano è già su questa linea, che l’Unione europea deve trovare una leadership forte. È in gioco la sopravvivenza stessa dell’Ue. Sembra quasi che l’Austria stia giocando una sua pericolosa partita di revanche rispetto al potere della Germania e della cancelliera Merkel».

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