Impresa, il freno della burocrazia: fino a 86 «carte» per aprirne una

Fino ad 86 adempimenti per avviare un’attività imprenditoriale. È quanto emerge dal primo osservatorio CNA “Comune che vai, burocrazia che trovi”. «La burocrazia – afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige – rimane un elemento che frena le potenzialità di sviluppo e di crescita dell’Italia ed anche del Trentino Alto Adige. E presta il fianco a comportamenti opachi che non di rado alimentano la corruzione. Questo nonostante i numerosi tentativi di riforma, i proclami di ogni governo e di ogni forza politica anche locale, l’avanzare dei processi di innovazione e digitalizzazione. Quasi la burocrazia fosse un Moloch invincibile».

Corrarati sottopone i dati dell’Osservatorio CNA ai partiti e ai candidati alle imminenti elezioni provinciali di Bolzano e Trento affinché «il tema diventi finalmente una priorità nell’agenda di tutti i partiti che, nei loro programmi elettorali provinciali, dovrebbero inserire il tema della semplificazione burocratica non solo come enunciazione di principio, ma con interventi concreti sui quali siamo lieti di confrontarci come associazione di categoria, potendo fornire spunti preziosi.  Adesso abbiamo in mano un dossier analitico che dimostra quel che ripetiamo da anni. Sia la politica ad agire una volta per tutte».

A pesare l’impatto sull’avvio di attività imprenditoriali, e quindi sulla propensione all’imprenditorialità del nostro Paese, è la CNA con l’Osservatorio “Comune che vai, burocrazia che trovi”, alla prima edizione. Una indagine condotta sul campo. Lo studio, presentato oggi, prende ad esempio cinque tipologie d’impresa: acconciatura, bar, autoriparazione, gelateria, falegnameria. Di ognuna è calcolato in dettaglio il numero di adempimenti, degli enti coinvolti e delle operazioni necessarie all’apertura, oltre al costo totale dell’autorizzazione. Lo studio analizza anche alcune aspetti dell’apertura d’impresa comuni a tutti gli aspiranti imprenditori: gli adempimenti relativi a salute e sicurezza, la pratica per esporre un’insegna, la ristrutturazione dei locali, l’assunzione di un apprendista.

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Tutte le attività scontano profonde differenze tra un comune e l’altro, che incidono in termini di tempi ma anche di denaro. Il risultato di questa pressione è il numero di adempimenti chiesti dalla Pubblica amministrazione: per chi voglia aprire un’attività di autoriparazione sono 86. È il picco. Ma anche chi ha di fronte la strada relativamente più agevole, l’aspirante acconciatore, se ne ritrova di fronte 65. E in questo arco poco invidiabile si posizionano gli altri. Così come si può arrivare a dover spendere quasi 20mila euro solo per soddisfare la fame dell’insaziabile Moloch. Una ingente somma che, invece, potrebbe essere adoperata più proficuamente per acquistare macchinari e attrezzature necessari all’attività.

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