Assistenza all'infanzia: anche le tagesmütter diventano servizio pubblico

Assistenza all’infanzia, la Provincia ha deliberato un nuovo modello di finanziamento per l’assistenza alla prima infanzia che sarà operativo a partire dal 1° gennaio 2017 e semplificherà tutto il sistema. La novità più importante consiste nel fatto che, per la prima volta, tutti i servizi saranno co-finanziati da Provincia, Comuni e famiglie: dalle microstrutture agli asili nido, passando per le Tagesmütter.

Tagesmütter: costi dimezzati per le famiglie

Le famiglie che intendono affidare i propri figli ad uno servizi di assistenza alla prima infanzia continueranno a pagare una tariffa calcolata sulla base della loro situazione economica rilevata dalla Durp (dichiarazione unica reddito e patrimonio), e i criteri di contribuzione da parte della mano pubblica saranno unici per quanto riguarda sia le microstrutture, sia le Tagesmütter. Avranno diritti ad accedere al sistema di contributi e agevolazioni i genitori di figli la cui età è compresa fra il terzo mese e il terzo anno di vita, e che non frequentano ancora una scuola dell’infanzia. Il servizio di Tagesmütter, invece, potrà essere offerto anche ai bambini in età pre-scolare: in questo caso, però, i costi saranno totalmente a carico delle famiglie. A proposito di Tagesmütter, con l’introduzione del modello tariffario unico, a partire da gennaio 2014 anche questo servizio viene co-finanziato dalla Provincia, e i costi a carico delle famiglie si sono di fatto dimezzati. «La novità è stata accolta in maniera estremamente positiva – spiega l’assessore Deeg – mentre restano invariate le tariffe orarie minime e massime legate alla situazione reddituale, che vanno dagli 0,9 ai 3,65 euro».

Assistenza all’infanzia: ogni Comune deve coprire almeno il 15% dei posti

Il nuovo sistema, inoltre, coinvolge in maniera più decisa i Comuni. «L’offerta di posti in tutti i singoli comuni va aumentata – ha precisato l’assessora – e in attesa di riuscire a soddisfare tutti i bisogni delle famiglie, per il 2017 si parte con una base minima». Già a partire dal prossimo anno, dunque, ogni Comune sarà chiamato a mettere a disposizione un numero di posti tale da riuscire a «coprire» almeno il 15% dei bambini residenti compresi fra gli 0 e i 3 anni. Per quanto riguarda l’accesso ai posti, verrà data priorità ai bambini con residenza o dimora abituale nel comune, e i cui genitori svolgono attività lavorativa. «Si tratta di un passaggio fondamentale – ha commentato Waltraud Deeg – per migliorare la conciliabilità lavoro-famiglia sia nei centri urbani, sia nelle aree rurali e periferiche». Altra novità introdotta con il provvedimento varato dalla Giunta provinciale: per garantire il più possibile la continuità didattica e la sicurezza nella pianificazione, è stato fissato un tetto minimo di 12 ore di assistenza settimanale per ogni bambino.

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