Appalti pubblici, le sei misure concrete per contrastare il dumping salariale

Gli appalti pubblici in Alto Adige nel 2019 rappresentavano un volume di ben 1,6 miliardi di euro, ossia all’incirca un terzo del bilancio provinciale. ¾ degli appalti sono aggiudicati in base al minor prezzo. In un webinar tenutosi il 26 febbraio scorso, l’IPL ha riunito un gruppo di esperti locali ed altri 70 partecipanti per discutere su come poter contrastare il fenomeno dell’aggiudicazione al massimo ribasso e del “dumping contrattuale”, al fine di garantire condizioni di lavoro dignitose agli occupati delle ditte aggiudicatrici. “Ne è scaturito un catalogo di sei misure che invitiamo i decisori a sostenere al fine di garantire buone condizioni di lavoro in Alto Adige”, dice il Presidente IPL Dieter Mayr.

Misura 1: Un protocollo tra le parti sociali

Necessario stilare un Protocollo tra le parti sociali, per meglio individuare i contratti collettivi da applicare (in Italia vi è una “giungla” di contratti collettivi nazionali, circa 800). Obiettivo è quello di avere certezza di quale CCNL sia da applicare al singolo appalto (lavoro, servizio o fornitura) e alla singola casistica, nonché di evitare il fenomeno del “dumping contrattuale” per cui le aziende aggiudicatrici applicano un contratto meno favorevole a lavoratori e lavoratrici.

Misura 2: Un centro di competenza presso l’ACP

Bisogna mettere in piedi un Centro di competenza presso l’ACP – l’agenzia dei contratti pubblici – al fine di supportare gli uffici pubblici che incaricano, per avere dei capitolati ben fatti e quindi degli appalti che partano già da subito col piede giusto. Spesso, infatti, gli enti pubblici hanno uffici tecnici che possono seguire l’incarico dal punto di vista tecnico, ma mancano del personale amministrativo adeguatamente e costantemente formato, in grado di poter seguire al meglio tutte le norme e le procedure amministrative ed impostare un incarico con tutti i crismi richiesti.

Misura 3: Un servizio dedicato per le cooperative

Anche le cooperative, che sono operatori economici spesso piccoli ma assai preziosi per il loro contributo sociale (si pensi alle cooperative sociali di reinserimento al lavoro) necessitano  di un fattivo supporto da parte delle loro centrali cooperative, essendo spesso non in grado col loro personale e la loro struttura, di rispondere in maniera puntuale alle gare e alle indagini di mercato a cui vengono invitate.

Misura 4: Ulteriori regole per incarichi sotto-soglia

Per quanto concerne lavori, servizi e forniture, molto forte è la necessità di definire meglio ulteriori regole per incarichi sotto-soglia (quindi di importi relativamente bassi) al fine di meglio delineare e cristallizzare il quadro complessivo. Le aggiudicazioni per importi di servizi e forniture sotto i 40.000 € in 8 casi su 10 vengono affidate ad aziende locali per un totale di aggiudicazioni che nel 2019 ha superato la quota delle 50.000, per cui è estremamente importante che “le regole del gioco” siano chiare e note a tutti.

Misura 5: Invertire la tendenza all’outsourcing

Da più parti si sollecita una re-internalizzazione di alcuni servizi pubblici dati in outsourcing negli ultimi anni; non sempre l’esternalizzazione ha infatti prodotto servizi di migliore qualità da un lato, oltre ad aver causato nel medio – lungo termine maggiori costi. Infatti, un risparmio per l’ente pubblico in fase di affidamento spesso si può tradurre in una sorta di boomerang nel medio-lungo periodo, per il fatto che molti lavoratori e lavoratrici a basso reddito (i cosiddetti “working poor”) finiscono per infoltire la fila di chi ha bisogno di prestazioni sociali integrative del reddito.

Misura 6: Certezza delle regole

In tutte le stanze virtuali è emersa la questione trasversale di poter contare sulla certezza delle regole, che rappresenta un fattore imprescindibile, per poter lavorare al meglio in una tematica così complessa. Il sovrapporsi del quadro normativo a livello europeo con quello nazionale, a cui si aggiunge la normativa provinciale, rende assai complicato poter avere chiarezza e certezze. “Ecco perché alcune delle misure proposte vanno proprio nella direzione di poter disporre di specifici centri di competenza”, conclude Vogliotti, “al fine di migliorare la qualità degli appalti pubblici e a cascata salvaguardare le condizioni di lavoro di chi è occupato nelle ditte che vincono tali appalti.”

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