Kompatscher: «Sì ad ampliamento aeroporto. Più benefici dei costi»

Un aeroporto regionale, con divieto di voli notturni. Ma con una dimensione capace di intercettare i fondi pubblici destinati agli scali aeroportuali e – soprattutto – con un numero di passeggeri minimo che permetta di farlo rimanere altoatesino. La posizione era già nota, ma il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha voluto oggi – in compagnia degli assessori Richard Theiner e Florian Mussner – ribadire l’importanza di un voto favorevole al referendum su ampliamento aeroporto del prossimo 12 giugno, data in cui gli altoatesini saranno chiamati ad esprimersi o meno sul favore all’allargamento della pista.

Mentre si delineano sempre più gli schieramenti (con favorevoli come albergatori ed esercenti e contrari come i verdi) Kompatscher è tornato su alcuni temi al centro del dibattito. Se vinceranno i no, ha ricordato, il futuro dello scalo sarà «incerto», visto che i fondi pubblici si possono destinare solo a scali «funzionanti». Questo è uno dei nodi centrali della questione, con i fautori del sì al referendum che paventano una “perdita” dello scalo se non dovesse passare il piano di ampliamento. Già in passato abbiamo raccontato di un eventuale interesse di privati se al referendum vincessero i no. Senza i soldi della Provincia, infatti, bisognerebbe trovare altre fonti di investimento.

Kompatscher è stato quindi chiaro. «Meglio rimanere autonomi, meglio tenere in mano l’aeroporto e non dipendere da altri. Anche perché l’aeroporto, dopo l’ampliamento, ci darebbe di più di quanto è costato: penso ai 250 posti di lavoro, ai 2,2 milioni di euro di gettito fiscale». Il Governatore ha poi ribadito: nessuno vuole un aeroporto di grandi dimensioni, come Francoforte, ma uno scalo competitivo e capace di assicurare un minimo di passeggeri, comunque di categoria non elevata (C2) e con divieto di voli notturni.

«Una parte degli altoatesini pensa che la consultazione popolare riguardi anche l’eventuale chiusura dell’aeroporto, ma non è così, perché non è giuridicamente possibile chiudere lo scalo o cambiare la destinazione d’uso dell’area: la competenza resta dello Stato», ha chiarito inoltre Kompatscher. Con il disegno di legge “Norme sull’aeroporto di Bolzano”, oggetto della consultazione popolare del 12 giugno, la Giunta provinciale vuole fare chiarezza sui 2 punti centrali: fissare il risultato da raggiungere entro il 2021 e un tetto alla spesa pubblica.

Riguardo agli obiettivi di sviluppo, a partire dal 1° gennaio 2022 l’aeroporto dovrà raggiungere un numero minimo di 170mila passeggeri l’anno e non potrà superare la categoria 2C (con pista non superiore ai 1.462 metri). L’attività di volo nell’arco della giornata va dalle 6 alle 23 per i voli di linea, vietati i voli notturni. Riguardo al contributo pubblico, dal 2017 la Provincia potrà sostenere la gestione dell’aeroporto con finanziamenti annui fino a un massimo di 2,5 milioni di euro, e dal 2022 fino a un massimo di 1,5 milioni di euro, nel rispetto della normativa UE. Se però nel 2022 gli obiettivi di sviluppo non saranno raggiunti, il finanziamento della Provincia sarà sospeso. “Il finanziamento si intende all inclusive”, ha specificato Kompatscher: comprende gli investimenti, senza ulteriori contributi della Provincia.

Se la maggioranza dei votanti il 12 giugno dirà al testo del disegno di legge, il ddl verrà approvato dal Consiglio provinciale ed entrerà in vigore. Il piano di sviluppo prevede  un allungamento della pista, che aprirà lo scalo ad aerei da 120-140 posti. Se nella consultazione popolare vincerà il no, il ddl non sarà approvato, il finanziamento pubblico verrà stoppato e la Provincia metterà a gara la concessione dello scalo. In mancanza di aggiudicatario, la concessione tornerà all’ENAC, che a sua volta indirà un bando di gara per la gestione. “Ma siamo convinti che sia meglio una struttura pubblica con limiti e obiettivi chiari, sulla quale poter decidere direttamente, in autonomia, anziché dipendere dalle decisioni di investitori privati e non avere più voce in capitolo”, ha aggiunto Kompatscher.

Il gestore privato dovrebbe attenersi alle normali prescrizioni di legge, mentre invece l’ente pubblico potrebbe prevedere nuove prescrizioni aggiuntive in base alle esigenze della popolazione e se lo sviluppo le rendesse necessarie. Quello degli investitori internazionali interessati è ancora un capitolo incerto: ci sono numerosi esempi di aeroporti regionali rilevati da grandi investitori, “ma la Provincia di Bolzano e ABD come società di gestione sono garanti di un rapporto equilibrato tra i vari interessi”, ha detto Kompatscher. 170mila passeggeri annui significherebbero anche nuovi posti di lavoro e 2,2 milioni di euro di introiti fiscali (“l’aeroporto si autofinanzierebbe”) e la creazione di valore aggiunto per 14,5 milioni di euro. Sono previsti 5 atterraggi e 5 decolli quotidiani, escluso il volo privato e sportivo attualmente in funzione (33 i voli al giorno nel 2015).

L’assessore Mussner ha insistito sull’ampliamento della rete della mobilità altoatesina per essere ancora meglio collegati con il mondo: una grande opportunità non solo per il sito economico Alto Adige ma anche per la sua crescita culturale e i contatti internazionali. “Mentre altre regioni fanno richiesta di avere un aeroporto, noi lo abbiamo già. Si tratta ora di ottimizzare.” Mussner ha ricordato che i 2,5 milioni di euro annui previsti come finanziamento massimo dello scalo corrispondono a circa 1,5% dei costi di esercizio della Provincia per bus e treni e anche alla spesa per asfaltare 25 km di strada. E per ridurre il traffico stradale connesso allo scalo è pianificata la realizzazione di una fermata del treno a San Giacomo, che collegherebbe la zona al centro cittadino e alla stazione ferroviaria e sarebbe ultime anche per i residenti, ha aggiunto Mussner.

L’assessore Theiner ha ricordato che oggi la pista misura 1294 metri, il piano prevede un allungamento fino a 1462: mancano solo 30 metri, in quanto nel masterplan 2012 l’ENAC aveva già approvato un intervento fino a 1432 metri. La Giunta provinciale è attenta ai timori rispetto all’ambiente, ha assicurato Theiner, e ha ricordato che in tema diinquinamento acustico l’ampliamento della struttura comporterebbe un aumento di 7 decibel (di 10 nei giorni di punta) con un valore massimo di 63 decibel nella fase finale dell’ampliamento, inferiore alle emissioni attuali sulla A22 (da 63 a 70 decibel) e a quelle sulla ferrovia del Brennero, che superano i 70. L’incremento delle emissioni di CO2 sarebbe dell’1% del totale nella conca di Bolzano. Il Comitato ambientale si è pronunciato per una procedura VIA sul piano di sviluppo dell’aeroporto, che però non sarà conclusa prima del voto. Ma le prescrizioni per l’eventuale ampliamento scaturite dall’esame VIA, che presumibilmente faranno limitare ancora rumore e emissioni, sono da rispettare. “Per la tutela ambientale è meglio che sia l’ente pubblico a decidere sullo scalo, ad intervenire per salvaguardare le legittime esigenze dei cittadini”, ha detto anche Theiner.

Nelle risposte a giornalisti Kompatscher è tornato sulla questione chiusura dello scalo: riguardo al decreto del 2016 sul Piano nazionale aeroporti secondo cui gli aeroporti di interesse locale sono trasferiti alle Regioni e quindi la Provincia non perderebbe il controllo sullo scalo di Bolzano, il Presidente ha ricordato che la nuova normativa prevede il passaggio di proprietà, ma non delle competenze, che restano in capo allo Stato. La Provincia, pertanto, non potrebbe chiudere l’aeroporto e trasformare la struttura. Riguardo agli investimenti che rientrano nei 2,5 milioni di finanziamento pubblico tutto compreso, Kompatscher ha ricordato che sono previsti anche una semplificazione ed un miglioramento delle procedure di avvicinamento del velivolo allo scalo di Bolzano, per evitare i problemi in caso di maltempo. Per il referendum consultivo è previsto il quorum di partecipazione del 40%, “ma la Giunta si atterrà comunque all’esito del voto”, ha concluso Kompatscher.

 

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