Il videomessaggio di Farinetti: Benko una brava persona (e fuori si manifesta)

All’interno di Palazzo Manz, rinfresco, calici, vino, molte giacche e molte cravatte, alcune personalità (tra cui l’ex slittinista campione olimpico Armin Zöggeler, l’ex sindaco Spagnolli, diversi consiglieri comunali..) e, soprattutto, giornalisti, per ascoltare l’ideatore di Eataly, Oscar Farinetti “testimonial” del progetto di Benko. Poco distante, a meno di cento passi dall’ingresso, lungo via della Mostra: giacconi, megafoni e striscioni per manifestare il proprio no al Kaufhaus di Benko insieme a un certo dissenso riguardanti le modalità imprenditoriali di Farinetti.

Insomma, tutto come da copione, non fosse che Farinetti non è potuto arrivare a Bolzano per gravi problemi familiari. Così, i partecipanti dall’incontro di Palazzo Manz si sono dovuti accontentare di un video messaggio in cui Farinetti ha detto essenzialmente tre cose non particolarmente originali: che gli dispiaceva molto non essere riuscito a raggiungere Bolzano, che Benko, con cui ha aperto il locale Eataly a Monaco, è una “brava persona” con cui ha lavorato molto bene, che appoggiava in toto il progetto del tycoon austriaco che, poco dopo, ha preso la parola.

Sono seguiti tanti buoni propositi e la difesa del progetto su cui la popolazione di Bolzano si potrà esprimere dal 29 marzo al 4 aprile.

Da sotto, intanto, provenivano le parole dei manifestanti che, confermando il no a Benko, ribadivano il loro pensiero, ovvero che il vero problema di Bolzano non è il degrado “ma i razzisti e gli speculatori che vogliono solo fare i miliardi, privatizzando parti della città in cui potranno entrare solamente i ricchi e quelli vestiti bene”. “Finalmente” ha chiosato un carabiniere del servizio d’ordine, mentre, ai piani superiori di Palazzo Manz, si sorseggiava spumante e si mangiavano tartine.

Massimiliano Boschi

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